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Ponte Milvio – Il flop del Centro Commerciale

Galvanica Bruni

img_7265.JPGAperto nel 2008, dopo solo 24 mesi il Centro Commerciale di Ponte Milvio è prossimo alla chiusura: nell’arco di due anni già 35 operatori commerciali su 40 hanno abbassato la saracinesca in modo definitivo rinunciando a tutti gli investimenti effettuati. Gli altri 5 li seguiranno a ruota. Storia di un progetto nato male e finito peggio.

Inaugurato il 7 maggio 2008 in via Riano dal Sindaco Gianni Alemanno, dal vicesindaco Mauro Cutrufo e dal presidente del XX Municipio Gianni Giacomini, tutti e tre neo eletti e quindi – per dovere di cronaca – estranei al progetto ereditato dalla precedente amministrazione,  il nuovo centro commerciale, un’opera realizzata in project financing (cioè a costo zero per l’amministrazione) per una spesa di 18 milioni di euro, venne definito dal Sindaco  “un bell’esempio di integrazione commerciale, un modello“.
40 fra negozi, boutique, bar e ristoranti nei due piani superiori, un mercato rionale con 74 banchi al piano terra, prevista anche l’apertura  di una banca, un ufficio postale, addirittura di una sede decentrata del XX Municipio: così si presentava sulla carta quel 7 maggio 2008 (clicca qui).

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Ma i problemi arrivarono subito dopo. Il parcheggio interno costava una follia (2 euro l’ora, ridotto poi ad 1 euro per due ore dopo ben 7 mesi) , il parcheggio esterno è stato aperto dopo “solo” 15 mesi, la fermata dell’autobus su viale Tor di Quinto venne soppressa all’apertura del Centro per poi essere ripristinata ben 5 mesi dopo mentre solo dopo un anno, a maggio 2009, la linea 188 fu fatta transitare per via Riano.
Da subito fu quindi impossibile raggiungere il Centro Commerciale e relativo mercato rionale se non che a piedi.

Poco dopo un anno c’era già aria di crisi. Al piano terra un box su 5 era chiuso, nei piani superiori grandi brand quali Uniero, Carpisa ed altri avevano lasciato i locali, uno dei due bar aveva rinunciato, il ristorante non era mai stato aperto, un senso di tristezza aleggiava nell’intero edificio: VignaClaraBlog.it lo ha documentato a Settembre 2009 (leggi qui) . Colpa della crisi economica senza dubbio, della infelice viabilità, dell’estetica non accattivante ma anche di una mancata gestione commerciale: non un programma di marketing, non un richiamo, non una campagna promozionale, a conoscere la presenza del Centro erano solo i residenti di Ponte Milvio e dintorni. L’unica iniziativa di richiamo fu fatta a Natale 2008 mettendo in palio una bicicletta elettrica fra tutti gli acquirenti. Ben poca cosa per galvanizzare l’attenzione sull’offerta locale. Ci fu un’occasione  in cui una troupe di una TV locale volle fare delle interviste all’interno del Centro Commerciale nell’ambito della trasmissione “calcio e non solo”.  Le fu vietato. E dire che sullo sfondo ci sarebbero state le vetrine ed i corridoi sfavillanti.

Arriviamo ai nostri giorni. Già al primo approccio non c’è alcun stimolo ad entrare nel Centro: all’esterno uno striscione menzognero che fa a pugni con le bancarelle stile mercatino di campagna, aiuole incolte e sporche, un ascensore rotto e mal protetto, un “nasone” che neanche se si prendesse l’influenza riuscirebbe a tirar fuori una goccia d’acqua. Anche le vetrine esterne ora sono chiuse, comprese quelle del tanto agognato e mai realizzato ufficio decentrato del XX Municipio.

Saliamo al primo piano e lo sconforto è immediato. Tranne due negozi – uno dei quali la libreria Rinascita che per attirare clienti in questi giorni sta praticando una campagna di sconto del 25% su tutte le pubblicazioni – gli altri locali sono chiusi, vuoti o semivuoti. Sono le 12.30 di un giorno qualunque ed ovviamente non un cliente è nei corridoi mentre le scale mobili continuano ad andare su e giù a vuoto, con inutile dispendio di energia, ed una musichetta vorrebbe diffondere nell’aria allegria.

Stessa scena al secondo piano. Tre negozi aperti, con le commesse che sbadigliando per la noia ci guardano sorprese, e tutti gli altri desolatamente chiusi. Se non fosse per la musichetta ed i messaggi a vuoto che la intervallano – si avverte la gentile clientela che…. – si direbbe una cattedrale nel deserto.

Quanto resisteranno gli ultimi cinque eroici commercianti che ancora tutte le mattine alzano la saracinesca?  Quanti posti di lavoro e  quanti investimenti sono andati complessivamente persi? Nato sotto pessimi auspici, questo Centro Commerciale che voleva essere il fiore all’occhiello di Ponte Milvio durerà probabilmente ancora poco, nell’indiffirenza delle istituzioni. Già circolano voci fra i banchi del mercato ortofrutticolo al piano terra che è nell’aria una totale ristrutturazione. Dopodichè il quasi ex Centro Commerciale pare che verrà trasformato in un centro di benessere. Una beauty farm a Ponte Milvio? Tutto è possibile.

Edoardo Cafasso

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35 COMMENTI

  1. Il progetto sicuramente è nato male, nessuna ancora commerciale, solo Centro Giotto, già sull’orlo del fallimento di tutta la catena…poi il parcheggio a pagamento ha fatto il resto…

    Da non abitante della zona, con tutta onestà posso dire che non c’erano grandi negozi a farmi da richiamo se non la libreria, ma il parcheggio a pagamento era valso a scoraggiarmi la visita…

    In tutto ci sono stato due volte e non ho mai comprato niente…

    Piena solidarietà ai commercianti…un collega che ha preso una tranva commerciale a Ponte di Nona, fuori del centro commerciale…

  2. Sul lotto di terreno di ca. 8.000 mq., che il PRG del 1962 destinava a zona D di completamento, era stata a suo tempo prevista la sede dell’allora XX° Circoscrizione (oggi Municipio) che è ora situata invece in Via Flaminia n. 872 su un edifico di proprietà del costruttore Bonifaci, “offerta” da lui a pagamento in cambio della promessa sede che si era impegnato invece a costruire a Grottarossa : con i costi d’affitto fin qui pagati e che si continua a pagare si sarebbero potute costruire ben più di una sede municipale.
    La destinazione pubblica di Ponte Milvio, benché baricentrica rispetto a Cassia e Flaminia e ben servita dai mezzi pubblici, è stata bocciata ieri per far posto oggi ad un centro commerciale prevalentemente privato.
    Si è arrivati a questo attraverso una serie di progressivi passaggi che dimostrano come l’interesse pubblico sia diventato alla fine un mero pretesto per conseguire al suo posto un enorme interesse privato.
    Con deliberazione n. 36 del 21.1.2003 il Consiglio Comunale aveva infatti approvato il progetto per la realizzazione del nuovo mercato coperto di Ponte Milvio, previsto come servizio pubblico (ai sensi dell’art. 1, comma 4, della legge n. 1/1978) proprio sul lotto di terreno di 8.000 mq., dove sono stati spostati i 74 banchi del mercato rionale che si svolgeva dapprima sul piazzale e che dal 1982 era stato trasferito sul Viale di Tor di Quinto (trasformato ora in parcheggio).
    Poco dopo, il nuovo PRG di Roma, adottato il 20/21 marzo 2003, ha destinato la zona ad “Ambito di valorizzazione della Città Storica”, classificato come B2 “Flaminia Vecchia”, per il quale l’art. 39 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) esclude fra gli usi le grandi strutture di vendita (con superfici superiori a 2.500 mq.) e la relativa scheda allegata all’Appendice 1 indica fra gli obiettivi il “completamento dell’impianto urbanistico nella parte compresa tra via Riano, via Honduras, Via Flaminia vecchia e Corso Francia con la ridefinizione degli spazi aperti, la realizzazione del nuovo mercato di Ponte Milvio e la riqualificazione dei manufatti edilizi”.
    Ma con il pretesto del maggior costo delle opere per conseguenza dell’obbligatorio adeguamento alla normativa antisismica subentrata nel frattempo, la S.p.A. “Risorse per Roma” ha indicato come possibile soluzione un nuovo progetto interamente finanziato da privati, che consente una maggiore cubatura di 7.748,74 mc. (per complessivi 59.020 mc.).
    Il nuovo progetto ha previsto infatti e consentito la realizzazione di 5 piani, di cui 2 interrati con parcheggi a pagamento per circa 130 posti macchina al primo piano interrato e circa 90 box privati al secondo piano interrato, più diversi magazzini per le attività del mercato, per un totale di 15.200 mq. interrati: il mercato rionale è situato al piano terra, mentre al primo ed al secondo piano è ricavato un vero e proprio centro commerciale classificabile come “grande struttura di vendita”, perché contiene (pardon, conteneva) 45 negozi con una superficie complessiva di vendita superiore ai 2.500 mq., in difformità dalle N.T.A. del nuovo P.R.G. adottato nel 2003.
    Per ricavare una superficie di vendita così vasta il progetto é andato addirittura in deroga ai distacchi da via Riano e dagli edifici vicini, con la “giustificazione” che sono stati precedentemente costruiti sul confine in modo abusivo, anche se ora condonati: i 2 piani interrati sono per di più ricavati in una zona ad altissimo rischio di smottamento per causa del terreno argilloso e della presenza di vene d’acqua provenienti da collina Fleming e dal Borghetto di Villa Brasini.
    Con deliberazione n. 50 del 20 marzo 2007 il Consiglio Comunale ha approvato la “variante in corso d’opera del Nuovo Mercato di Ponte Milvio, in deroga alle N.T.A. del P.R.G. per aumento di cubatura e in deroga ai distacchi dagli edifici e dalla strada, ai sensi dell’art. 14 del D.P.R. n. 380/2001”, che consente il rilascio del permesso di costruire in deroga “sclusivamente per edifici ed impianti pubblici o d’interesse pubblico”, nel rispetto comunque dei vincoli paesistici.
    Nelle premesse della delibera viene dichiarato che “in considerazione della ricaduta sociale dell’intervento e dell’interesse pubblico rivestito dallo stesso, si ritiene ricorrano i presupposti di cui all’art. 14 del D.P.R. n. 380/2001”, nonché del fatto che l’Amministrazione Comunale “al termine della Concessione acquisirà al patrimonio un bene di maggior valore e di gestione meno costosa dal punto di vista degli oneri di manutenzione”: nella delibera non viene fatto sapere che la concessione dell’immobile è per 35 anni, di cui 2 necessari alla costruzione e 33 della gestione delle superfici commerciali e che quindi di fatto si privatizza l’intero edificio per tutto questo tempo.
    La delibera parla dell’adeguamento della convenzione intervenuta tra il Comune di Roma ed una non meglio precisata “P.P.M.” S.r.l., quando invece secondo fonti di stampa dell’epoca l’opera di 18 milioni di euro è stata a costo zero per l’amministrazione perché in project financing con le società Ccc, Socomi e Cogeim: quest’ultima nel 2008 dichiarava a sua volta nel proprio sito Internet che la concessione è stata data al suo gruppo.
    I lavori di realizzazione del nuovo progetto sembrano per giunta iniziati senza la preventiva ed obbligatoria autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza per i Beni Ambientali e per il Paesaggio per il Comune di Roma, di cui è stato sfruttato il nulla osta al primitivo progetto del solo mercato al piano terra, considerato ugualmente valido anche per il nuovo progetto ben più impattante di 3 piani fuori terra.
    Durante i lavori di costruzione, a maggio del 2006 una parte del palazzo che si affacciava sul cantiere ha ceduto, fortunatamente senza danni: la costruzione è stata successivamente dichiarata pericolante (la colpa è stata data quindi all’edificio e non alla dissennatezza del cantiere) e nei mesi successivi è stata abbattuta.
    A febbraio del 2007 viale Riano e Via Flaminia Vecchia, direzione Ponte Milvio, sono state chiuse al traffico perché il manto stradale di via Riano aveva ceduto in prossimità del cantiere.
    È stata chiesta la certificazione di messa in sicurezza degli stabili di via Riano presso gli organi competenti del Comune di Roma, ma nessuno si è assunto la responsabilità di rilasciarla.
    Nei primi mesi del 2008 davanti al centro commerciale che affaccia su Viale di Tor di Quinto è sorta magicamente una nuova non indifferente costruzione, ora finita, che non è dato di sapere a tutt’oggi se autorizzata ex novo oppure facente parte del progetto originario o della sua variante in corso d’opera.
    L’allora neo Sindaco Gianni Alemmano ha inaugurato il complesso, dichiarando che a Roma occorrono “meno scatoloni commerciali anonimi” e che “bisogna moltiplicare questa esperienza” perché “ha riqualificato l’intera zona”.
    Per par condicio va detto che all’inaugurazione era presente anche l’allora Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio On. Daniela Valentini (prima DS ed ora PD) che è stata pubblicamente ringraziata per aver voluto fortemente questa struttura da Dario Coen, presidente della Fedilter, l’associazione edilizia del terziario che fa capo a Conf-Commercio di Roma.
    I cittadini che hanno contestato invece questa realizzazione hanno ribattezzato la struttura come il nuovo mercato delle meraviglie, per come i costruttori sono riusciti a triplicare le cubature, far sparire un fosso del demanio statale, vendere box a rischio di allagamento e magia più grande la dichiarazione fatta al TG3 dal Sig. Andrea Caporlingua che grazie ai lavori del mercato Ponte Milvio non si allagherà più.
    Dopo la sua inaugurazione é stato rimesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma il compito di decidere se sia stato effettivamente perseguito l’interesse pubblico generale oppure sia stata favorita una delle ennesime speculazioni private che sono state descritte nella trasmissione “Report” e che sono state fatte oggetto di apposita inchiesta penale.

  3. Udc a ponte milvio, e da dove salta fuori ? e di cosa starebbe parlando col pd, della beauty farm ?? e si, hanno proprio bisogno di rifarsi il look tutti e due!
    però forse farebbero meglio a starsi zitti visto che fino al 2008 l’udc nel municipio 20 e il pd al comune di roma sono stati gli artefici di questo monumento al nulla.

  4. comunque un peccato perchè un centro commerciale sarebbe stato proprio comodo.. è che era dislocato male… difficile accedere da quelle stradine,parcheggio a pagamento ecc.. + tutto il casino che c’è sempre in zona mi hanno sempre scoraggiato.

  5. Basterebbe anche il semplice buon senso per capire che costruire un tale mostro con due piani interrati a pochi metri dal Tevere significa avere allagamenti ogni volta che il fiume è in piena.
    Sbaglierò, ma leggendo la puntuale ricostruzione di Bosi e vedendo come è finita, sembrerebbe proprio un bell’esempio di malaffare e/o di incapacità gestionale.
    Chissà cosa direbbero oggi, intervistati sul tema, Veltroni, Alemanno o anche il presidente di Risorse per Roma dell’epoca (chi era Piva, Proietti?)…

  6. E’ proprio tutto così Sig. Bosi, io faccio parte del comitato dei cittadini di Ponte Milvio, costituito 3 anni fa, nel momento della realizzazione del mostro commerciale, quando lo scavo ha procurato crolli al manto stradale di Via torrita tiberina e di Via Riano.
    Sono in nostro possesso anche le perizie dei vigili del fuoco interventui più volte.
    Abbiamo avuto la possibilità di visionare presso il dipartinto VIII il progetto originale e non era così, poi è stato aggiunto l’altro mostro di vetro che non era asssolutamente in progetto, tanto vero che la Procura ha fermato i lavori per il tempo che ha potuto….
    Al tavolo erano presenti il Sig. Caporlingua, l’architetto Daffinà, l’assessore Rizzo , i responsabili Acea, geometri, tecnici “spaziali”e ancora tanti altri…………lunga lista.
    Una cosa, i palazzi sono in piena regola edilizia, sono loro che hanno dichiarato cose non vere per permettere ciò che sono riusciti a costruire.
    Il giorno 11 giugno 2008 nella seduta n. 17 è stata fatta anche una interpellanza al senato.

  7. Ed il mercato rionale, punto di riferimento di tutto il municipio, che fine farà?

    Quando il mercato era sulla Piazza i commercianti con i banchi facevano affari d’oro, una volta spostati li dentro (solo chi ha pagato) ha visto crollare i propri affari..e se il centro commerciale chiude..che fine faranno?

  8. Cara VCB
    con i prezzi elevati e le scadenti qualità, ritengo assai difficile attribuire vita futura al Centro Commerciale in parola.
    Comprendo perfettamente che i vari operatori ( da non confondere con gli imprenditpri che sono tutt’altro), hanno dovuto affrontare alti costi di gestione ma tali somme andavano ammortizzate negli anni e non scaricate immediatamente sull’utente, contribuerndo in tal modo a formare un costo insopportabile e assolutamente non concorrenziale. E l’utente non è scemo.
    Comunque è senz’altro preferibile l’attuale sistemazione alla fogna a cielo aperto precedente.
    Grazie VCB sei sempre attenta,precisa,professionale e affidabile. Sei, in sintesi, il confessore laico dei cittadini.
    Bacio le mani a VCB

  9. Con i ringraziamenti a Rodolfo Bosi per la lunga (e desolante) ricostruzione della vicenda, devo fare una domanda: ho capito (spero) che con il “project financing” il disastro non ha intaccato le casse pubbliche.. ma non ho ben capito di chi sia la proprietà dei manufatti. Del Comune? Poi lasciati in concessione per 33 anni ai privati? E quali privati?

  10. Forse un cinematografo avrebbe successo. Quello di Pzza Jacini è il più vicino, il parcheggio non c’è, ed è sempre gremito. Secondo me a Ponte Milvio, visto che c’è parcheggio e non ci sono altri cinema, e c’è un bacino d’utenza grande, funzionerebbe.

  11. Non capisco perchè nel centro commerciale di Ponte Milvio non riuniscano ASL, Ufficio postale ecc… alternati a negozi vari. Penso che le persone tra una fila e l’altra potrebbero fare anche le loro spese e prendere un caffè o un aperitivo.
    Grazie. Propongo una sciocchezza?
    edda Lavezzini

  12. alla proposta della signora Lavezzini manca solo di aggiungere uno sportello del XX municipio… signora la sua – purtroppo – è tutt’altro che una sciocchezza. Per questo non verrà realizzata.

  13. Visti i “tempi magri” che corrono e la crisi economica che attanaglia tutti (meno quelli che possono dare ai loro figli almeno 20/30 euro al giorno da spendere in birra e cocktails vari a Ponte Milvio….), sarebbe il caso che in quel centro commerciale aprisse un grande supermercato ECONOMICO tipo Eurospin, Todis, Tigre ecc ecc in modo da permettere a chi abita nelle vicinanze di poter fare la spesa senza doversi impegnare lo stipendio con i banchi del mercato o i pochi negozi alimentari in zona!!!!!!

  14. e trasferirci la sede del XX Municipio non sarebbe male, coi 700 mila euro che stiamo pagando di affitto secondo me lo si prenderebbe tutto, e la sede sarebbe più centrale

  15. Il centro commerciale ha fatto la fine che doveva fare….purtroppo si sta trascinando dietro anche il mercato rionale.
    Le autorità (in)competenti si sono chieste, prima della costruzione del mostro, se il quartiere aveva la necessità di un centro commerciale ?
    Da residente da oltre 35 anni dico che si aveva necessità di un mercato ” all’aperto” meglio organizzato, con spazi più ampi ed un decoro diverso dal precedente ma non certo di un centro commerciale.
    Qualcuno tra gli amministratori ha immaginato che Ponte Milvio fosse un borgo di provincia, un paese dei caratteristici castelli, lo dimostra anche come viene lasciato scadere nelle mani di pochi commercianti senza scrupoli……che lo hanno ridotto ad una ammucchiata di locali e localetti dove “se beve e se magna”…E DOVE SI PUO’ URLERE, UBRIACARSI E FARE TUTTO CIò CHE SI VUOLE SENZA PAURA DI ESSERE RIPRESI DA “CHICCHE E SIA” .
    Certamente non si aveva bisogno di un centro commerciale ed il mercato ovvero la gente, per un motivo o per l’altro lo ha bocciato.
    Adesso non si sa cosa verrà fatto….gli abitanti del luogo tremano, le istituzioni se agissero nell’interesse comune dei cittadini dovrebbero impedire di farlo adibire ad attività che aumentano la presenza notturna di persone così come il pre-fabbricato in vetro dove da oltre un mese alcuni operai stanno lavorando anche di notte e di domenica (sembrano lavori fatti alla chetichella????) e dove si dice verrà una grande pizzeria ristorante. Tanto per cambiare e con il ringraziamento molto sentito dei residenti. E poi ci si chiede del perché é fallito il centro commerciale….

  16. e allora ?? ci dica almmeno indirizzo e nomi e come fare a trovarvi…. visto che in municipio non siete più rappresentati… 🙂

  17. In origine a via Riano era prevista proprio la sede dell’allora Circoscrizione.
    In un paese normale sarebbe stata realizzata a suo tempo e almeno adesso si ritornerebbe a sistemarvi uffici del Municipio, magari ricorrendo all’acquisizione di manufatti abusivi (se tale è la costruzione ancora in corso). ma siamo in Italia, a Roma…..

  18. alla sig.ra Elsa chiedo se può lasciarci qualche riferimento del comitato cittadini di ponte milvio… una email, un telefono, un sito?

  19. @maurizio : i nostri governanti del XX municipio hanno impiegato venti anni per lasciare la sede di via Poma (in affitto e fuori territorio) e trasferirsi in locali sulla via Flaminia, sempre in affitto, e poco facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.
    Il problema della sede in questi lunghi anni è stato sempre utilizzato come testa d’ariete per lanciare speculazioni, dal tentato fallito tentativo di localizzarla all’Inviolatella negli anni 1970, alla più recente previsione della sede all’interno degli insediamenti in via Flaminia nuova, scomparsa nel nulla, mentre fanno bella mostra di sè (si fa per dire ) i palazzi sorti al posto degli alberghi previsti per il Giubileo (sic) e le collegate mostruose paratie antirumor che hanno chiuso in bellezza la trasmissione di REPORT sull’urnbanistica romana che tutti ricorderanno

  20. Totalmente d’accordo con Antonio (22 giu) dico anche io da residente che di quel centro commerciale non se ne sentiva assolutamente bisogno. E’ stata l’ennesima speculazione delle ns istituzioni che hanno approfittato della necessità di riqualificare il mercato rionale per costruire tale mostro e fare di lui un bello specchietto per le allodole per ingenui commercianti. I costi per affittare un locale all’interno erano esorbitanti, da denuncia per strozzinaggio; il parcheggio per i clienti doveva essere gratuito; doveva rimanere aperto anche il sab. e la domenica e invece rimaneva sempre chiuso. Io stesso quando avevo necessità di trovare qualcosa che non potevi trovare nei negozi della zona (che offrivano tutto e di più di ciò che offrivano i negozi all’interno del centro comm.le di Ponte Milvio) andavo a porta di roma, ben più lontano da casa mia. L’incompetenza e la pochezza degli amministratori locali (già più volte palesate in tema di traffico) si è manifestata ora anche in tema di strategie commerciali con le solite ripercussioni per i poveri residenti. Gianni Giacomini se hai una dignità (ma ne dubito fortemente) vattene!!!

  21. Il commento che precede il mio è l’esempio della cecità di chi deve sempre strumentalizzare tutto in chiave politica senza rendersi conto che così facendo prende delle enormi cantonate… Giacomini avrà tutti i suoi difetti, ma che c’entra con il centro commerciale ? E meno male che c’è scritto anche nell’articolo: Alemanno e Giacomini quando sono stati eletti si sono trovati le cose fatte al 100%: è stata la giunta Veltroni che ha realizzato il mostro di via Riano. E chi era l’assessore al commercio del comune che ha coordinato l’aspetto commerciale del mostro ? un tale Rizzo, le dice niente caro Alessandro questo nome ?
    Che c’entra in tutto ciò Giacomini ? Ammetta con dignità, se ne ha, il suo errore.
    Ma vorrei chiedere di più: che c’entra la politica in tutti i sensi con un centro commerciale che non è riuscito a decollare per sue incapacità?
    Gianfranco

  22. Caro Gianfranco io, al contrario di lei che probabilmente come mestiere farà il portaborse di giacomini una dignità ce l’ho, e se è vero che tale progetto è stato ereditato dalla giunta Veltroni è anche vero che questo quartiere è da almeno 8 anni amministrato dal pdl ora e dall’udc prima (all’epoca alleati pdl) per cui sembra strano che non abbiano avuto nessun ruolo in tutta la questione. Forse ho sbagliato nel citare giacomini nella vicenda del centro commerciale non nell’inserirlo nell’intera malagestione della zona degli ultimi anni.
    Che c’entra la politica?..Forse lei è un po’ ingenuo oppure è un politico il cui essere ignavo è la prima virtù. La politica c’entra sempre: chi prende decisioni, chi da i permessi e le licenze nonostante veti?…Chi ha voluto speculare sulla semplice necessità di riqualificare il mercato rionale costruendo quel mostro?…L’incapacità a cui fa riferimento lei parte sempre dall’alto.
    Alessandro

  23. Perchè tanta aggressività ? perchè non dovrei avere dignità, perchè dovrei essere il portaborse di qualcuno ? solo perchè, a quanto pare ho toccato il suo tallone d’achille. E quindi, visto che le piace usare toni forti, mi obbliga a risponderle con lo stesso tono: si informi prima di parlare a vanvera.
    Primo, il centro-destra amministra il municipio da 20 anni e non da 8
    secondo, il municipio, anche perchè di centro-destra, è stato tenuto al difuori e non ha mai potuto dire una parola incisiva sulla realizzazione e destinazione del mostro di via riano. Il piano mercati coperti è stato gestito tutto centralmente dal Comune: ex piazza vittorio, trionfale, ponte milvio e tutti gli altri.
    Si informi due volte, non le farebbe male. E nonostante tutto la saluto, io.
    Gianfranco

  24. E’ lei che è stato aggressivo per primo se lo è già scordato? Come molti ha la memoria corta. Mi ha dato del miope, dello strumentalizzatore politico ed è stato lei a dubitare per primo della mia dignità. Vedo inoltre che capisce molto poco di quanto scritto: “Il municipio è gestito da ALMENO 8 anni dal pdl”, riferendomi ai tempi in cui probabilmente è stato concepito il mostro di cui sopra ed avevo ammesso l’errore di citare Giacomini in questa vicenda, quindi forse è stato il suo di tallone d’achille ad essere stato toccato.
    Saluti a lei Signor Gianfranco

  25. Primo quiz (senza premi).
    Se il XX Municipio, amministrato da venti anni dalla destra, è stato fino a poco tempo fa l’unico a non avere la sede all’interno del proprio territorio, e solo da poco si è trasferito in locali in affitto di proprietà dello stesso costruttore che doveva realizzarla a proprie spese. la responsabilità politica è del centro sinistra che era alla guida del Comune fino alla precedente giunta, o del centrodestra da venti anni alla Circoscrizione, poi Municipio?
    Secondo quiz (senza premi). ora che Comune e XX Muncipio (e per giunta la Regione Lazio) sono tutti politicamente omogenei sarà trovata una sede per il Municipio in proprietà o comunque con dislocazione e costi accettabili (per esempio proprio utilizzando lo stabile di via Riano), o cosa altro dovremo attendere?

  26. Sono convinto che ogni iniziativa commerciale, in questo momento di grave crisi economica, sia destinata al fallimento. Basta guardare i negozi chiusi a viale Libia, Vigna Stelluti. Oppure quelli che agonizzano a via Ottaviano. Forse non andava spostato il mercato da dove ora c’è il parcheggio, ma toglieva valore alle case che ci si affacciano. Visto che vivo in zona da 50 anni, posso affermare che le case su quel lato di lungotevere, assomigliavano a quella dove c’è il ristorante “Il grappolo d’oro” e che il quartiere intorno a Ponte Milvio era popolare, un cuscinetto accessibile a tutti, che separava i ricchi dei Parioli da quelli di Collina Fleming o Vigna Clara. Quanto al cinema c’era dove adesso c’è l’Hotel River. Si chiamava Aurora e era costantemente vuoto.

  27. Vi racconto una storia che mia nonna mi raccntava.
    All’inizio de novecento, quando la piazza di Ponta Milvio era soltanto una stazione di posta, c’era solo il maniscalco,il fagocchio,il posto dove si cambiavano i cavalli, e Pallotta dove ci si poteva rifocillare un pò, e c’era un mercato saltuario dove di tanto intanto venivano a vendere la loro merce i cicoriari di Tor di Quinto. gli ortolani de borghetto della Farnesina, e qualche fiumarolo. Poi dipo la Grande Guerra il quartiere comincia a sviluppersi, c’è il campo Parioli,la caserma Cadorna, le case popolari. Nel ventennio il mercato si ingrandisce ancora di più, offre merce a buon mercato perche è ancora un quartiere di povera gente, mia nonna allora aveva un banco dove vendeva pollame. Durante la guerra e dopo la miseria è tanta, però il mercato riesce a fornire un buon servizio, si trova ancora da mangiare a bun prezzo.
    Arriva i boom, e dopo le olimpiadi il quartiere diventa un quartiere elegante,,Gli abitanti dei Parioli,di Vigna Clara, via Cortina D’Ampezzo, il Fleming vengono al mercato a fare la spesa, ed il mercato diventa un mercato di qualità.
    Poi negli anni 80 il mercato si trsferisce in viale Tod di Quinto, arrivano i supermercati, gli ipermercati, i gradi centri commerciali, ma il mercato di Ponte Milvio non teme mai la concorrenza, finche un giorno , un brutto giorno qualcuno al Comune di Roma si inventa una cosa da uno strano nome, difficile da capire, da pronunciare, da scrivere per chi è abituato a lavorare nel proprio banco di 15 metrquadri, projet finacing. Fine della storia, fine del mercato Ponte Milvio.

  28. Da sempre vivo nel quartiere e da sempre ho frequentato il mercato di Ponte Milvio.
    Ho sempre pensato che sarebbe stato utilissimo spostare il mercato in un’area vicina ma diversa da quella di via di Tor di Quinto.
    Per quanto utile e conveniente è sempre stato un ricettacolo di sporcizia e mal igiene. Spero vivamente che il centro non si trasformi in una Beauty Farm, sinceramente non sarebbe di nessuna utilità.
    Trovo sterile e improduttivo dare colpe a destra o a sinistra. Piuttosto entrare a far parte del comitato di quartiere e dare voce a tutti noi per richiedere ciò di cui realmente si ha bisogno.
    Mantenere il mercato ortofrutticolo al piano terra curando di piu l’aspetto igienico e sfruttare i rimanenti spazi per uffici postali e amministrativi e perchè no, ancora aree commerciali.

  29. A mio parere per “equilibrare” un poco la zona che specialmente di sera sembra esclusivamente popolata di ragazzini imberbi e griffati con la birretta al esguito che urlano invece di parlare, sarebbe utile trasformare il centro da commerciale a centro culturale al cui interno lascerei la libreria, aggiungerei gallerie d’arte, 1 cinema magari dedicato a rassegne di film d’autore, spazio teatro e dibattiti, spazio caffè con servizio postazioni internet, presentazione libri e conferenze con proiezione video su temi diversi. Il centro culturale è qualcosa che ancora non vedo a Roma, sarebbe bello anziché passeggiare tra i soliti negozi di abbigliamento etc. gustare cultura visiva, sentire qualche interessante presentazione di libri, partecipare a conferenze e dibattiti sui temi più disparati.

  30. Oh signur. Un centro commerciale che fa pagare il parcheggio? Mai visto, questi sono pazzi. Gli operatori commerciali avrebbero dovuto ribellarsi

  31. La proposta di Laura mi sembra la più idonea per ottimizzare questo ” monster ” architettonico. Si realizzerebbe un centro di incontro socio-culturale, specie per i più giovani, pur non tralasciando l’ inserimento di qualche attività commerciale.

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