Home AMBIENTE E’ un giallo disfarsi delle pagine gialle

E’ un giallo disfarsi delle pagine gialle

Galvanica Bruni

p5010005.jpgQuando esisteva la SIP, la Società italiana per l’esercizio telefonico, i voluminosi elenchi con i nomi degli abbonati venivano consegnati a domicilio e contemporaneamente ritirati i vecchi. Oggi che le società telefoniche prolificano e agli elenchi si sono aggiunte pagine gialle e pagine bianche la consegna avviene in modo curioso ed il ritiro con modalità a dir poco misteriose.

Sulla Cassia, a Roma Nord ma più in generale in tutta la città, gli elenchi sono stati consegnati dagli addetti che, dopo averli scaricati dai furgoni, li hanno depositati davanti ai portoni: tanti elenchi quanti erano i citofoni. A chi ha cercato di restituire i vecchi è stato risposto che il ritiro sarebbe avvenuto in un secondo momento e di lasciarli quindi sulla soglia di casa. E così piccole cataste di grossi libroni dai vari colori sono rimasti ad attendere un ritiro che non è mai avvenuto. Qualcuno ha provato a chiamare il numero verde riportato sugli elenchi e si è sentito rispondere di buttarli nei cassonetti.

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Pensando ad un errore o ad una incomprensione la redazione di VignaClaraBlog.it ha voluto fare una prova, anche noi abbiamo chiamato: dopo alcune decine di infruttuosi tentativi (una voce registrata ci avvisava che a causa del traffico intenso era meglio riattaccare e riprovare in un altro momento), proprio quando stavamo per rinunciare, una operatrice ci ha finalmente risposto dicendoci che se gli elenchi erano “pochi” potevano essere gettati nei cassonetti, precisando però di utilizzare quelli destinati a raccogliere cartone e carta.

Barando sfacciatamente abbiamo detto che gli elenchi erano almeno un centinaio: dopo un attimo di perplesso silenzio, la ragazza ha preso nota dell’indirizzo rassicurandoci sul fatto che da li a qualche giorno gli elenchi sarebbero stati ritirati da loro addetti. Bene, grazie, abbiamo risposto, soddisfatti del piccolo successo che ogni bravo cittadino dovrebbe inseguire quando c’è in ballo uno spreco incomprensibile. Il giallo è risolto, ci siamo detti ed abbiamo atteso fiduciosi.

E’ passato più di un mese e nessuno è venuto a ritirare gli elenchi che nel frattempo hanno finito di macerare al sole e alla pioggia.

Ora questa storia curiosa si presta quanto meno ad un paio di considerazioni: la prima è che nell’era di Internet dove nel giro di pochi secondi è possibile trovare ogni indirizzo (anzi una mappa e un satellite ti ci fanno sbattere sopra la faccia) non si capisce qual è l’utilità di questi corposi e ingombranti volumi che nella maggior parte dei casi fanno spessore sotto un divano sgangherato o vanno bene per accendere la stufa della casa in campagna.
La seconda considerazione è che in un paese stretto da una dura crisi economica forse nulla dovrebbe andare sprecato, meno che mai materiali facilmente riciclabili: a meno che migliaia di tonnellate di cellulosa non siano da considerare altro che un vuoto a perdere.

Francesco Gargaglia

*** riproduzione riservata ***

 

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