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Roma – il tragico incidente all’Olgiata e quello sull’Olimpica ripropongono il tema sicurezza delle minicar

Duca Gioielli

minicar.jpgIn sole 24 ore a Roma Nord due ragazzi di 17 e 15 anni hanno drammaticamente perso la vita a bordo delle loro minicar: Jacopo sull’Olimpica e Federica all’Olgiata. Secondo l’Aci, è a Roma il più alto numero di microcar circolanti in Italia: a fine 2009 sono 5mila. Basta gettare uno sguardo di mattina nei pressi delle scuole superiori. Oggi, ad esempio, nel giro di cento metri in prossimità del Liceo Farnesina a Vigna Clara, ne abbiamo contate oltre trenta parcheggiate una dopo l’altra. Minicar come status symbol o come reale soluzione al problema del traffico?

A Roma, nel 2008, le minicar sono state coinvolte in 133 incidenti, quasi uno ogni 3 giorni. Il numero più alto a livello nazionale, sia in termini assoluti, che in rapporto al numero di veicoli circolanti.
A Roma su 100 minicar sono 14,7 quelle che si scontrano
o escono fuori strada, più del doppio rispetto alla media nazionale, lo dichiara l’Ania.
Sono tristi consuntivi che riportano alla ribalta un tema controverso più volte dibattuto: queste vetture sono veramente sicure?

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Secondo alcuni i “quadricicli leggeri” (questa la vera dizione delle microcar) sono poco sicuri perché veloci e troppo leggeri; per i costruttori invece si tratta di argomentazioni non solo fasulle ma messe in giro ad arte dalle case produttrici di automobili che temono la concorrenza. In effetti le microcar rappresentano una valida soluzione al traffico congestionato delle grandi metropoli. Qual è la verità?

I quadricicli leggeri sono delle vere e proprie autovetture con un motore (in genere diesel) di cilindrata che oscilla tra i 50 e i 500 cm cubici ma che esprime una potenza non superiore a 5Kw (la stessa degli scooter) e una velocità inferiore ai 50 chilometri orari. Nonostante la forma e dimensioni hanno quindi le stesse prestazioni di un ciclomotore; il peso ovviamente varia dai 250 ai 500 chilogrammi. Per guidarli è sufficiente il patentino che può essere conseguito dopo aver compiuto i 14 anni.

Le caratteristiche costruttive (almeno per i modelli prodotti dalle case più conosciute), dovendo ogni modello ottenere una omologazione, sono buone: di norma l’impianto frenante è a disco su tutte e quattro le ruote mentre molti modelli posseggono una vera e propria “scocca”, come le auto. Non ci sono però dispositivi di sicurezza come air-bags.

Il costo è in genere molto alto: si va dai 7-8mila euro per i modelli-base ai 15-18mila per i modelli più curati (sedili anatomici, stereo ecc.) relegando questo mezzo a due fasce distinte di utenti: gli adulti in genere over 50 e i figli di famiglie agiate. Si tratta in effetti di un mezzo molto diffuso nei quartieri “bene” della Capitale. La “macchinetta” è dunque anche uno status symbol che ha sostituito il motorino nei sogni dei giovanissimi  romani che ambiscono, quando le tasche dei genitori lo consentono, a ritrovarsi tra le mani un volante e una vera e propria autovettura come mezzo di locomozione. Ed i due sedili non devono trarre in inganno però perché ai minorenni non è consentito trasportare un passeggero (norma in realtà per nulla rispettata e quasi mai sanzionata).

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Una rapida occhiata ad altre statistiche ci dice che all’origine degli incidenti, come avviene nelle autovetture, c’è quasi sempre un eccesso di velocità: perché è molto semplice, come avviene sugli scooter, intervenire su motore e marmitta per aumentare le prestazioni del mezzo.
Il vero ‘problema’ delle microcar è dunque il conducente, quasi sempre un giovanissimo poco esperto nella guida e per nulla conoscitore delle norme del Codice della Strada: quante volte guidando nel traffico impossibile di Roma siamo stati costretti ad inchiodare davanti ad una microcar che con stereo “a palla” ci ha tagliato la strada.

Del nostro parere anche il Sindaco Gianni Alemanno che, ricevuta la notizia della morte della giovane Federica, ha dichiarato: ”da Sindaco e da padre di quindicenne guidatore di minicar non posso non esprimere la mia profonda preoccupazione per la serie di incidenti che hanno coinvolto i minorenni guidatori di questi veicoli. Ho dato mandato all’assessore Marchi e al Gruppo Intervento Traffico della Polizia Municipale di elaborare un piano di controlli e di interventi per evitare che questi veicoli, inventati per sottrarre i ragazzi ai pericoli dei motorini, si trasformino a loro volta in strumenti di rischio. Dbbiamo evitare – prosegue Alemanno – il diffondersi di minicar truccate che si muovono a velocita’ incompatibili con la loro carenatura e i loro freni, e garantire l’assoluto rispetto delle regole evitando che oltre il guidatore ci siano passeggeri a bordo. Infine, dobbiamo rilanciare i programmi di educazione stradale nelle scuole con la consapevolezza che la velocita’ non puo’ essere una forma di divertimento sulle strade della città”.

La soluzione non sta quindi nell’eliminare tali vetturette che rappresentano, come i motocicli, una valida soluzione al traffico, ma nel meglio codificarne l’utilizzo con l’introduzione di una patente ad hoc, nel controllarne l’eventuale manomissione del motore, nell’adeguarne le regole di circolazione a quelle delle auto, nell’introdurre sanzioni che anziché colpire la tasca dei genitori costringano i giovani che non rispettano tali regole a riflettere sulla pericolosità di una guida eccessivamente disinvolta ed ignorante della disciplina.
Ad esempio, come avviene negli USA, sostituendo la multa con un servizio civile obbligatorio. Spazzare il cortile di un ospedale o servire i pasti alla mensa della Caritas di sabato sera, rinunciando alla discoteca, farà riflettere molto di più un giovane di quanto lo faccia una multa pagata dal papà.

Nel frattempo non ha perso tempo l’assessore alle Politiche della Mobilita’ del Comune di Roma, Sergio Marchi, che, a seguito dell’indicazione del Sindaco, ha convocato per venerdi’ 16 Aprile un tavolo di confronto per studiare quali iniziative mettere in atto per garantire la massima legalità e sicurezza per le minicar e i loro conducenti. “Venerdi’ incontreremo, insieme alla Polizia Municipale – precisa Marchi – il Provveditorato agli Studi e l’ACI Valle Lunga per intensificare, oltre ai controlli, anche i corsi di guida sicura e gli stage formativi, con particolare riguardo agli adolescenti tra i 14 e i 18 anni, utenti della strada, spesso inesperti, ai quali e’ oggi consentita la guida di questi veicoli”.

Francesco Gargaglia

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12 COMMENTI

  1. Oggi, giorno di lutto, sentivo di dover scrivere queste parole e ho capito perchè questa notte non riuscivo a dormire e dopo essermi alzata con un senso di vuoto ho acceso il computer per rileggere questo articolo e gli altri due di cronaca su questi terribili incidenti nei quali sono rimasti coinvolti Jacopo e Federica, due splendidi sorrisi due cariche vitali che non si sarebbero mai dovute spegnere.

    Rileggendoli ho capito il motivo della mia insonnia, mi sentivo il cuore inondato di lacrime,quella sensazione di lacerazione dentro che solo una madre, non me ne vogliano i padri, può provare.
    Come madre sento di dover esprimere questa preghiera per sentirmi forte nell’abbraccio che oggi noi tutte diamo alla mamma di Jacopo e alla mamma di Federica anche se non le conosciamo personalmente, ma che ci unisce idealmente, perchè il dolore per le vite spezzate di quei ragazzi è anche il nostro.
    Loro erano come i nostri figli sono ancora, forse impreparati alla vita,ma lo siamo stati anche noi genitori,quando eravamo ragazzi?

    I nostri figli sono oggi desiderosi,per crescere, di emulare gli attegiamenti degli adulti,ma per chi di noi questo non è stato il filo conduttore della adolescenza?
    Oggi per colpa nostra , colpa di genitori distratti, troppo presi dai ritmi che la vita ci impone, troppo condizionati dalla carriera che è diventata troppe volte unico parametro di realizzazione personale, siamo costretti a demandare il ruolo della genitorialità ad altri, agli insegnanti,agli psicologi,ai sessuologi,al catechismo,alla scuola guida.

    Non abbiamo più tempo di essere noi l’esempio tangibile di come vogliamo e desideriamo che loro siano, non riusciamo più a soffermarci sulle regole,spesso siamo noi i primi a non rispettarle, non riusciamo a trasferire lo sforzo che i nostri genitori hanno fatto su di noi, in positivo verso di loro, perchè magari, noi da quella educazione rigida ci siamo sentiti schiacciati,non riusciamo forse come genitori oggi,a comunicare il cambiamento che i costumi e la società hanno generato nelle nuove generazioni, senza che questo voglia dire che tutto è possibile che qualsiasi richiesta di un figlio si debba accontentare.

    Inoltre li rendiamo adulti ,quando ancora non lo possono essere, responsabili, quando ancora la loro dolce fantasia e l’innocenza, non lo possono permettere.
    Come madre questa è autocritica, faccio un appello ai cuori di tutte le mamme che leggono, dobbiamo riconquistarci il nostro ruolo per essere un riferimento costante per il comportamento dei nostri figli, facilmente inglobbati nelle consuetudini sbagliate del gruppo e degli amici, che ovviamente occupano un posto troppo predominante nella loro vita.

    Dobbiamo avere il coraggio di pronunciare molti no, se necessario, dobbiamo avere la forza di privarli di qualcuno di questi tanti beni di consumo, se questo serve ad accrescere in loro la volontà di raggiungere un traguardo per sentirsi premiato dopo.
    Si devono seguire i figli, accompagnarli a scuola, controllare le loro amicizie, scrutare i loro comportamenti fuori e dentro casa, ma mai spiarli, loro devono essere consapevoli che essere genitori vuol dire essere sempre al loro fianco, non per coprire gli errori, ma per aiutarli a non commetterne altri.

    Non rimaniamo in attesa di provvedimenti, sicuramente preziosi e di controllo, da parte del Sindaco o dell’Assessore, ma riprendiamo noi in mano l’educazione
    di questi ragazzi nella crescita vertiginosa che questa società,voluta da noi,gli impone.

    Non restiamo passivi osservatori di modelli giovanili che non condividiamo, riproponiamo sempre in alternativa valori che stimolino la crescita umana dei nostri figli, magari abituandoli alle passeggiate nei parchi ad un buon film ad una bella mostra a della buona musica ad una bella partita di tennis o di calcetto, a regalare giocattoli dismessi alle case famiglia o agli istituti di bambini senza genitori.
    Inventiamoci le tante cose buone che si possono fare con i nostri figli nel tempo libero per avere poi difronte , domani, degli adolescenti in grado di rifiutare di omologarsi al gruppo con quelle consuetudini spesso ai limiti del pericolo, che gli fanno avere in mano un giocattolo,spesso toppo pericoloso, per essere giocato come se si fosse su un tabellone del Monopoli, e che oggi ci fanno stringere forte a quelle mamme in lacrime, mamme come noi…

    Giovanna Marchese Bellaroto

  2. Le parole di Giovanna, che è riuscita trovare quelle giuste per un dramma così straziante, mi stimolano a rompere il silenzio che era stata la mia prima reazione e a stringermi anche io, come mamma, idealmente alle mamme , alle tante, troppe mamme, che piangono giovani vite immaturamente troncate da questa società consumista, omologatrice, che ci costringe, vecchi, giovani, giovanissimi, nelle macchine che possono trasformarsi in trappole mortali.

  3. Parole vere , parole sagge, parole che condivido .
    IL cuore di tutte le mamme che hanno seguito queste due tristi vicende dei giovani ragazzi oserei dire ..ancora bambini ,sono uniti nel dolore sraziante e insopportabile. Qui all’olgiata dove la piccola Federica è deceduta si vive un clima terribile di lutto .Mi stringo forte forte al cuore dei genitori che dovranno trovare la forza nel fratellino di Federica per poter andare avanti..Ma non è sempre responsabilità dei genitori quando accadono eventi drammatici,Qui all’olgiata una zona tranquilla ,una strada interna abbastanza sicura è stata comunque rubata alla vita una creatura che si stava recando a scuola,questo è anche l’inesorabile destino dagli artigli di ferro…. domani alle 11,00 i funerali ,Federica sarà accompagnata nel suo ultimo viaggio dai tanti palloncini che voleranno nel cielo insieme a lei…un dono per la loro amica dai tanti studenti e amici che le sono al fianco con il cuore e con l’anima……

  4. invece di tante proposte che lasciano il tempo che trovano come le multe….bisognerebbe inserire nel “patentino ” anche le ore di pratica in quanto guidare un’auto che sia 50 di cilindrata o piu’ non e’ una cosa che si impara facendo teoria!!!! Inoltre visto che una macchinetta costa piu’ di un’utilitaria, dovrebbe esser dotata di airbags e abs!!! Ma questo dovrebbe esser il lavoro del Ministero dei Trasporti, inserire la “pratica” e obbligare i costruttori di queste macchinette ( per lo piu’ francesi) a rispettare queste ovvie norme di sicurezza!!!!
    Parlo da mamma di una ragazzina 14 enne che sta facendo il corso di patentino, mia figlia conosce si’ i cartelli e le precedenze ma non sa assolutamente come guidare, fare una manovra, un parcheggio o una retromarcia!!

  5. Mi sembra fuori luogo il commento di Giovanna.
    Questa è una vera e propria tragedia per i genitori della ragazza.
    Il destino a volte decide per noi,
    L’uncia cosa che posso dire è che sono favorevole ad anticipare la patente a 16 anni, in modo tale che questi ragazzi facciano anche l’esame pratico. Dovrebbero inoltre vietare ai neopatentati l’utilizzo di auto di grossa cilindrata.
    Andrebbe rivista la legge per tuttale i ragazzi.

  6. Un commento “fuori luogo” quello di Givanna? Io invece vi ho proprio trovato le parole giuste per partecipare come mamma alla tragedia dei genitori di Federica.
    E non invocherei il destino, le tragiche fatalità che servono per non affrontare i problemi complessi come quello della sicureza stradale che in Italia provoca tante morti inutili. Adoperiamoci perchè quella di Federica non sia tale. Bene ipotesi di modifiche legislative sull’età per la patente, per una nuova regolamentazione per guidare le minicar, per misure repressive e responsabilizzazione per ridurre il fenomeno degli interventi sulla meccanica e per aumentare le condizioni di sicurezza, Ma anche miglioramento dei trasporti pubblici, istituzione di navette, car sharing ecc. e tutto ciò che serve per evitare che i giovanissimi possano sceglere solo tra motorino o minicar.

  7. Le parole di Giovanna, Cristina, Rosanna sono condivisibili perchè esprimono comprensione e dolore ma la sicurezza è un’altra cosa: è una questione di civiltà e cultura e noi viviamo invece in un paese di ignoranti, maleducati e prepotenti. Questa inciviltà è il risultato di decenni di malgoverno e del pessimo esempio che danno politici e amministratori pubblici, spesso inetti e corrotti. Se a questo aggiungiamo la lobby dei costruttori di auto che non vuole norme severe, una televisione “spazzatura” che esalta la violenza e l’arroganza e i comuni che invece di fare prevenzione pensano solo “a fare cassa” il risultato non può che essere questo. E noi cosa possiamo fare? Niente, non possiamo fare niente.
    Possiamo solo pregare il Buon Dio che vigili sui nostri cari.
    A chi non crede non rimangono che gli scongiuri.

  8. Grazie Giovanna, le sue parole sono un raggio di luce che squarcia nubi dense fatte di ipocrisia, superficialità, torbidi interessi e perbenismo; nubi che avvolgono il nostro Paese, la nostra città e i nostri quartieri soprattutto.
    Volando più basso: quelle sono delle automobili, molto più insicure e pericolose, ma pur sempre delle automobili. Perché si possono guidare a 14 anni e non a 18 (dopo aver passato un esame serio) come tutte le altre automobili?

  9. @STRIX , non sono per niente d’accordo: nè preghiere nè scongiuri, uscire dal problema singolo e visto in un’ottica personalistica è necessario.
    Non si rende conto che è proprio l’atteggiamento suo e dei tanti altri che la pensano come lui a far ritenere fatalità cose che non lo sono per niente.
    Invece se ciascuno facesse quanto può le cose cambierebbero.

  10. Cara Rosanna, non mi sembra che Giovanna , appellandosi al senso di responsabilità dei genitori, abbia espresso parole di conforto alla famiglia della povera ragazza deceduta. Anzi!
    Ci sono talvolta questioni di opportunità, tra le quali lontananza, lavoro dei genitori e così via che possono indurre i genitori a fare queste scelte anche se non proprio a cuor leggero.
    Il problema fondamentale, invece, rimane quello della tutela giuridica dei nostri ragazzi . Bisognerebbe rivedere tutta la normativa che riguarda la sicurezza dei giovani che, viceversa,continuano a morire sulle strade.
    Le mini car sono a tutti gli effetti dei veicoli con i quali i ragazzi possono muoversi per la città. Perchè non inserire l’esame pratico?
    Come accennavo nell’altra mail, perchè non abbassare il limite della patente a 16 anni in modo tale che possano guidare delle macchine “vere”, con tutti i dispositivi di sicurezza, limitando l’uso ad auto di bassa cilindrata?
    Perchè non stabilre pene severissime per chi viola le norme del codice della strada, soprattutto quando si supera il limite di velocità?
    Perchè in alternativa, non si creano della navette per le zone fuori mano che colleghino questi quartieri ai principali licei di quartiere?
    Non dimentichiamoci anche delle stragi del sabato sera!
    Speriamo che vengano presi provvedimenti quanto prima.

  11. Sarà forse che non sono più un ragazzino… ma ho qualche perplessità nell’anticipare a 16 la patente di guida. Credo però – comunque la si pensi sulla soglia di età minima di “accesso” – che la vera questione sia un’altra: una maggiore severità nel rilascio della patente. Se è vero che esiste un “diritto” alla mobilità, allo spostarsi…, è anche vero che tale diritto non è legato al trasporto privato.

    La patente è un attestato che la comunità sociale rilascia ad un individuo riconoscendone le capacità tecniche e di giudizio alla guida, così da non costituire un pericolo per se e per gli altri.

    Se tale “fiducia” viene disattesa da comportamenti che contravvengono alle regole, tale “attestato” va revocato, subito e senza scuse. Per 6 mesi la prima volta, ed indefinitamente la seconda volta.

    Ed ovviamente 10 anni di carcere a chi le patenti le “vende” ed a chi le compra.

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