Home ATTUALITÀ Alle Officine Farneto trionfa la birra nostrana ed artigianale

Alle Officine Farneto trionfa la birra nostrana ed artigianale

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Grande e meritato successo di pubblico per l’ltalia Beer Festival edizione 2010, rassegna organizzata dall’Associazione Degustatori Birra presso le Officine Farneto, in via Monti della Farnesina, 77. Negli stands dei 15 espositori c’era la possibilità di degustare oltre 100 tipi differenti di birre artigianali, non pastorizzate e non filtrate, e di carpirne i segreti della preparazione direttamente dai birrai.  

Sabato 10 aprile, ore 21: al Foro Italico si è formata una lunga fila alle casse dell’Italia Beer Festival edizione 2010  che VignaClaraBlog.it vuole documentare per i suoi lettori. Entriamo nell’edificio delle Offficine Farneto, che ha alle spalle 75 anni di storia, e ne rimaniamo immediatamente affascinati: questi locali, che un tempo ospitavano i magazzini di un’industria artigianale di ceramiche, sono stati trasformati ed adibiti, con eleganza semplice ed essenziale, a polo culturale e di comunicazione.

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Con passo spedito e “armati” di bicchiere serigrafato da degustazione e portabicchiere giallo da collo, ci dirigiamo alla “banca” della manifestazione dove cambiamo gli euro in fiches. Sì, perchè la moneta ufficiale di questa importante rassegna è un gettone tondo e cartonato che serve per la degustazione delle birre (con una fiche si ha diritto a 10 cl, con due a 25 cl) e per poter acquistare da mangiare negli stand gastronomici.

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Iniziamo il nostro personale tour dallo stand della B94, birrificio salentino nato nel 2008, e gustiamo con estremo piacere la November Ray, una birra ad alta fermentazione prodotta con acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito, una pale – ale dal colore ambrato chiaro e con aroma maltato e fruttato (4,7%), una delle migliori che abbiamo testato in questo contesto.

Dal sud facciamo un balzo repentino verso nord: del Birrificio Artigianale Lariano, con base a Dolzago (Lecco), proviamo la weiss, leggera, assai beverina, con un vago e gradevole sapore di limone, e la birra alla castagne, più amara e corposa, adatta alla meditazione più che al pasto. Restiamo nel nord Italia e facciamo tappa allo stand della Toccalmatto di Fidenza (PR). Assaggiamo la Sibilla, una saison dalla grande complessità aromatica, citrica, fruttata e speziata (6%) e la Jadis, una double blanche molto beverina prodotta con una piccolissima aggiunta di mosto d’uva fortana (6,5%).

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E’ tempo di prenderci una pausa dalle degustazioni: mentre gli altoparlanti diffondono a tutto volume musica dance – di quella buona (anni ’70 e ’80) – usciamo all’esterno, dove ci sono gli stand gastronomici e i tavoli per sedersi, e ci mangiamo un’ottima piadina con prosciutto crudo San Daniele (che più avanti bisseremo). Ripartiamo con le degustazioni puntando con decisione lo stand di una nostra graditissima conoscenza: la Birra del Borgo, nata nel 2005 a Borgorose, un piccolo paese del reatino al confine con l’Abruzzo. Questo birrificio, la cui linea comprende oggi 10 diversi tipi di birra, è ampiamente (e meritatamente) accreditato tra gli intenditori fin dalla sua nascita e nei pressi del suo stand i calici vuoti si affollano e fremono dalla voglia di essere morbidamente riempiti. Assaggiamo due signore birre: la Duchessa, in cui assaporiamo la delicatezza del farro dei monti della Duchessa e la morbidezza delle note fruttate (5,8%), e la Enkir, una birra speziata e fruttata, morbida, elegante, prodotta con uno dei cereali più antichi comparsi sulla terra: l’enkir, appunto, un antico antenato del frumento (6,2%).

E’ la volta del  birrificio Bacherotti, con base a Città della Pieve (PG), dove testiamo l’Ambrata, una ale dalla schiuma compatta e persistente e leggeremente luppolata (4,9%) e la Fluido 3/5, una birra scura doppio malto nella quale sono utilizzate radici di liquirizia calabrese che le conferiscono un gusto particolare (5,2%).   La nostra ultima sosta la facciamo allo stand del birrificio Montegioco, dell’omonimo paese in provincia di Alessandria, dove ci gustiamo la Runa, una birra chiara di puro malto ad alta fermentazione (5%) di colore giallo dorato, opalescente per via della rifermentazione in bottiglia, dal sapore amaro, e la Quarta Runa, birra alle pesche di Volpedo, dal colore dorato e assai gradevole (7%).

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Sono le 23 e il dj inizia il suo contributo all’animazione della serata. Dopo aver assaggiato birre di elevata qualità, ci rechiamo verso l’uscita e notiamo che staziona una fila lunghissima alle casse: la manifestazione ha meritatatamente determinato una notevole affluenza di pubblico e di curiosissimi degustatori. Non abbiamo, per ovvie ragioni, potuto testare moltissimi tipi di birra e ci piace ricordare anche gli stand degli altri birrifici che erano presenti alla rassegna: Bauscia, Birradimare, Croce di Malto, Italiano, L’Inconsueto, MM1989, Opperbacco, Revelation cat, Turan, ripromettendoci volentieri di conoscere anche queste realtà nel prossimo futuro.

Abitando nelle vicinanze, come ci siamo venuti, torniamo a casa a piedi (l’etilometro, forse, non ci avrebbe perdonato!) con la consapevolezza che i birrifici nostrani, da nord a sud, stanno crescendo e si stanno affermando sempre di più in un mercato in cui il vino da sempre domina la scena.Questi artigiani della birra lavorano con passione e competenza, scelgono e dosano accuratamente gli ingredienti, sono coraggiosi ed innovativi ed i risultati, come abbiamo avuto modo di constatare di persona, lo dimostrano ampiamente.

Giovanni Berti e Marco Cantonetti

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