Home AMBIENTE Insugherata – passeggiata fra divieti non scritti e barriere verbali

Insugherata – passeggiata fra divieti non scritti e barriere verbali

Galvanica Bruni

Sabato10 Aprile, complice un bel sole, decidiamo di fare una passeggiata nella Riserva dell’Insugherata. La Conosciamo come le nostre tasche ma un’occhiata cautelativa alla Guida edita da RomaNatura ci ricorda della presenza di proprietà private e della diffusione delle attività agricole per cui si “rende necessario richiudere con cura i cancelli e non uscire dal tracciato dei sentieri”.

Guardiamo anche la carta dei servizi dove troviamo un bel simbolo verde con tanto di binocolo che indica un punto panoramico sulla collina dell’Acqua Traversa che può essere raggiunto da un “sentiero da uso consuetudinario”. Conosciamo bene la zona perché nei pressi c’è un maneggio e un punto vendita di prodotti agricoli. E cosi armati di macchina fotografica ci inoltriamo nella Riserva.

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Oltrepassata la confluenza del fosso dell’Insugherata con quello dell’ Acqua Traversa costeggiamo la zona umida; si tratta di una piccola zona di grande pregio dove le acque piovane hanno formato una vera e propria palude che ospita numerose specie sia vegetali che animali. Qualche volenteroso amante della “biodiversità”, memore forse dell’inerzia dell’Ente, ha messo una fettuccia bianca con un cartello che inviata a non attraversare la pozza d’acqua perché “zona di riproduzione anfibi”. Scommettiamo sulla durata dell’iniziativa: i più ottimisti stimano un paio di giorni.

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Proseguendo nella bella vallata, oggi illuminata da uno splendido sole, notiamo una capanna costruita con rami secchi: gli ingegneri in erba, Federico ed Alessandro, invitano ad usarla ma non a romperla. E’ evidente come l’Insugherata sia un mondo fantastico e avventuroso soprattutto per i bambini.
Scavalcato il fosso dell’Insugherata saliamo lungo il ripido sentiero che ci porterà alla zona panoramica meravigliandoci per l’intensa fioritura.

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Sostiamo per riprendere il fiato e qui veniamo apostrofati da un giovane, che in tono non propriamente amichevole, ci avverte che siamo in una zona privata dove non è consentito l’accesso. Ancora con il respiro corto obiettiamo che siamo in una Riserva Naturale aperta al pubblico ma il giovane, dopo aver precisato che la proprietà è di Roma Natura e che loro sono solo gli affittuari, ribadisce il concetto: in questa Riserva non si entra, sono consentite solo visite guidate. Ora noi sappiamo perfettamente che non è così (lo abbiamo letto sulla Guida nemmeno un’ora fa…) ma facciamo finta di niente e chiediamo quali sono i limiti delle aree in affitto.
Il giovane non li conosce e ci invita a chiederlo a Roma Natura.
Non vogliamo affrontare una lunga e inutile discussione e così, scusandoci (non sappiamo neppure noi di che cosa), decidiamo di tornare indietro lasciando il “punto panoramico” senza avere avuto il tempo di guardarci intorno.

Ora noi riteniamo che proprietari e fittavoli abbiano tutti i diritti di salvaguardare le loro proprietà soprattutto da maleducati e vandali; ma riteniamo anche che una Riserva Naturale gestita con i soldi del contribuente e pubblicizzata con guide e carte, non possa essere come il far-west dove chi si addentra lungo prati e sentieri (peraltro indicati) rischia ad ogni istante “la capigliatura”: o viola la legge perché entra in proprietà private o viene strapazzato da fittavoli che vantano diritti su aree dagli incerti confini. Eppure non siamo usciti dai sentieri indicati né abbiamo lasciato cancelli aperti e tantomeno recato disturbo alle attività agricole.

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A questo punto riteniamo che l’Ente Regionale Roma Natura, per quanto riguarda l’Insugherata, debba abbandonare l’inerzia che lo contraddistingue e intervenire in modo deciso: d’altra parte sono passati 13 anni da quando la Riserva è stata istituita con una Legge Regionale. Un tempo sufficientemente lungo per stabilire accordi con i proprietari e con chi gestisce le aree agricole.

Nel mese di Dicembre 2009. il Direttore dell’Ente, in una riunione con i rappresentanti dei Comitati di quartiere si era impegnato a controllare e nel caso rivedere i contratti di affitto in cui devono essere inserite specifiche clausole che consentano ai cittadini di poter accedere a tutti i sentieri tracciati nelle aree agricole o nei pascoli.
La presenza di visitatori nella Riserva dell’Insugherata è così modesta da non recare alcun disturbo né all’ambiente nè a proprietari e fittavoli: si tratta pertanto di una possibile convivenza che non deve essere vissuta invece, dai residenti, come una guerra.

Francesco Gargaglia

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1 commento

  1. gentile Francesco, vorrei avere maggiori dettagli sulla persona che ha impedito l’acceso all’area panoramica dichiarandosi fittavolo di RomaNatura. Come ho già avuto modo di spiegare l’Ente non possiede alcuna proprietà nella Riserva dell’Insugherata e pertanto non è in grado di stipulare contratti di affitto. Con la proprietà Gambino stiamo cercando di accelerare l’attuazione della convenzione per poter riaprire al più presto l’accesso di Via Panattoni (spero entro il primo maggio) e il 23 maggio inaugurerermo l’accesso di via castagnola e il sentiero natura che scende fino al fosso dell’Acquatraversa.
    mi dispiace sempre che non si riesca a trovare una via rapida per coniugare meglio tutte le esigenze, apprezzo però il garbo con cui questo blog esprime le proprie osservazioni sulla conduzione della Riserva. Cercheremo di migliorare. Cordiali saluti, Stefano Cresta, Direttore dell’Ente regionale RomaNatura

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