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Martignano, un piccolo lago dai grandi paesaggi

Galvanica Bruni

lagomartignano.jpgDa sempre è la meta preferita dei ragazzi, ma è anche la meta di surfisti, canoisti, bagnanti e amanti della natura. Stiamo parlando di Martignano, uno dei laghi di Roma, non grande ma forse il più bello e il più pulito perché nelle sue acque è proibita la navigazione a motore mentre alle auto è interdetto l’accesso: 700 metri di sentiero separano il parcheggio dalla spiaggia.

Da Roma nord arrivare a Martignano è molto facile: raggiunto il km 9,500 della braccianese, in prossimità di Osteria Nuova, si gira a destra in direzione di Anguillara. Percorsi alcuni chilometri, in prossimità dell’abitato e dopo aver sorpassato un distributore Esso, si gira a destra all’altezza di una piccola chiesa; si percorre la strada asfaltata sino ad un grande fontanile e poi si volta a sinistra imboccando una sterrata. Percorsi 2400 metri si raggiunge la sommità di una collina con un bel boschetto di pini: da questa quota, dove è stato realizzato il parcheggio, è possibile osservare sia Martignano che Anguillara con un lembo del lago di Bracciano. Lasciata l’auto si imbocca un largo sentiero che scende fin sulla spiaggia dove è possibile affittare una canoa o un pedalò.

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Martignano ha un’ampiezza di circa 1500 metri e una superficie di 240 ettari; il lago si è formato all’interno di un cratere vulcanico che ha cessato la sua attività circa 40.000 anni fa. Le tracce di insediamenti umani risalgono al neolitico. Il livello delle sue acque, nel corso dei millenni, ha subito numerose variazioni in parte dovute ai cambiamenti climatici e in parte all’azione degli uomini. Nel cratere, a quota meno 32, si trova una foresta pietrificata di antichissime querce mentre l’imbocco dell’acquedotto scavato dai romani nell’anno 2 a.c. per rifornire la Naumachia di Piazza San Cosimato, oggi risulta a quota più 12. Nel XVII secolo fu realizzato un condotto che mise in collegamento le acque di Martignano con quelle di Bracciano provocando un ulteriore abbassamento di circa 10 metri.
Nell’antichità il lago fu utilizzato dai romani come luogo di villeggiatura mentre oggi le sue sponde vengono destinate in parte alla coltivazione del kiwi: la prerogativa di Martignano è che non ci sono siti abitati e strade nel suo circuito perimetrale ma solo boschi, ampi prati ed estese coltivazioni. Sulle sue sponde solo un paio di casali adibiti ad agriturismo e raggiungibili dalla Via Cassia.

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Il lago si presenta bellissimo in ogni stagione: dall’alto le sue acque sono di un blu profondo che contrasta con il giallo dei campi e il verde dei boschi. Se nei mesi estivi la spiaggia è piuttosto affollata nelle corte giornate invernali il lago è pressoché deserto: è in questa stagione che è possibile percorrere in tutta tranquillità i numerosi sentieri che abbracciano le sponde e dirigono verso Bracciano o Cesano. Essendo terra di butteri, nelle vicinanze ci sono numerosi maneggi che organizzano passeggiate e trekking a cavallo.
In primavera l’antico cratere è una esplosione di colori e la spiaggia è battuta da un venticello leggero; con l’arrivo della bella stagione è possibile affittare in uno dei numerosi punti di ristoro un kayak o una canoa e attraversare lo specchio d’acqua o costeggiare le sponde non sempre accessibili da terra.
I boschi che circondano Martignano sono costituiti dalla tipica vegetazione mediterranea: lecci, roverelle, olmi e più in basso, vicino all’acqua, salici e ontani oltre ad estese macchie di rovi.

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Anche la fauna è numerosa; oltre a volpi, istrici, cinghiali e tassi le presenze più numerose sono quelle degli uccelli acquatici che sostano nelle tranquille e silenziose acque. Anche la fauna ittica è numerosa e tipica degli specchi lacustri: luccio, persico, scardola, tinca e l’anguilla che si nasconde nei fondali che nel punto più profondo raggiungono i 60 metri.
Poco distante da Martignano c’è un poligono militare e può accadere di vedere in alcune giornate delle vedette con bandierone rosso che indicano il perimetro della zona pericolosa. Ma l’attività militare non preclude in nessun modo l’accesso al lago anzi, sembra che le limitazioni alla circolazione imposte dalle esercitazioni, abbiano preservato l’ambiente naturale della zona.

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Nel 1999 in forza di una Legge Regionale si è costituito il Parco Regionale di Bracciano e Martignano con una estensione di circa 17.000 ettari che comprende ben 10 comuni a cavallo tra le province di Roma e Viterbo. All’interno dei suoi confini si trovano anche i Monumenti Naturali della Caldara di Manziana e le Pantane e Lagusiello. Si tratta di una delle più giovani aree protette ma vanta una superficie boscosa che supera il 30% del territorio.
E’ indubbio che i punti di forza del Parco siano il lago di Bracciano (con i suoi 5.600 ettari è l’ottavo per grandezza in Italia) e quello di Martignano il cui fascino non teme però confronti.

Francesco Gargaglia

*** riproduzione riservata ***

 

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7 COMMENTI

  1. Non ci andate.
    E’ lontano, lontanissimo , rischiereste di perdervi.
    Bisogna arrivare fino a Cesano e poi uscire da paese per prendere una strada sterrata.
    Circa 5-6km di polvere bianca e sofferenze per gli ammortizzatori.
    Parcheggio a pagamento se lo trovi.
    Eppoi una bella “sgarrupata” lungo un tratturo , che all’andata è simpaticamente in discesa ma alla fine della giornata è una tortura per la salita.
    Lasciate stare , andate a Fregene , è meglio.
    E’ meglio pure il salato al dolce.
    E’ molto meglio pure per me che preferisco Martignano.
    Meno gente.

  2. Seguite il consiglio di Aragon….
    Tutti a fregene o ostia.

    Lasciate che MArtignano rimanga fuori dal turismo di massa!
    😀

  3. 🙂

    E’ vero.. non ci andate, lascaite perdere, fila per arrivare, 4€ di parcheggio tutto il giorno, una salita al ritorno da toglierti il fiato!! Andate al mare, si risparmia di salute…… e noi ci godiamo Martignano! 😉

    Qualche mese… e si ricomincia!

  4. non ci andate ci muore gente in continuazione. le acque ti risucchiano e MUORI
    ci sono le vipere e i militari ti sparano adosso
    l’altr’anno per 1 volta che ci sono andato ho bucato le gomme e dovuto cambiare gli ammortizzatori.
    quest’anno i vigili di anguillara hanno detto che multeranno tutti

  5. Sono tornato oggi, giornata terribile, silenzio tutto il giorno, un solo monotono colore verde davanti agli occhi, ho dovuto camminare per mezz’ora prima di arrivare al lago, mi sono punto coi rovi le gambe e ho visto una vipera… e nemmeno un chiosco per una bira o un calippo! te lo do io Martignano, domani vado al mare!!!!!!!!!

  6. tutto comincia una quarantina di anni or sono , da ottimo sub bibrevettato , romano di nascita e di residenza , ho sempre amato immergermi nel lago di Bracciano che conosco meglio delle mie tasche , coinvolgendo anche gli amici di un vivace gruppo sub del quale ero presidente ci siamo anche ritrovati sulle sponde del laghetto di Martignano che si potevano raggiungere con qualche difficoltà anche con la sportiva 850 coupè . Ebbene in una delle immersioni abbiamo scovato per puro caso i resti di una vasta foresta pietrificata … neanche con i coltelli da sub siamo riusciti a prelevarne un pezzetto .. ma le foto le ho scattate e le ho ancora nel mio vasto archivio fotografico . Leggendo il vostro articolo mi è venuta la voglia di tornare laggiu’ anche se ho circa 70 anni ma tanta voglia di vivere … saluti e grazie Fausto

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