Home AMBIENTE Parco di Tor di Quinto: lunga storia di privatizzazioni e distruzioni

Parco di Tor di Quinto: lunga storia di privatizzazioni e distruzioni

Galvanica Bruni
Comunicato congiunto di Italia Nostra, del Comitato Cittadino per il XX Municipio e del Comitato promotore per il Parco di Vejo 

“Quando la politica era dalla parte dei cittadini e non degli affari, questa città decise di salvare le aree più pregiate dal punto di vista ambientale, storico e culturale” dichiarano le tre associazioni che poi così proseguono: “Fu così che la politica, sotto la spinta di una cittadinanza attiva e di una stampa libera, salvò negli anni ’70 la piana di Tor di Quinto la cui impronta urbanistica risale agli inizi del secolo scorso, con uno spettacolare viale a 4 filari di platani che conduce all’ingresso del monumentale ippodromo di Tor di Quinto. Ai lati del viale di Tor di Quinto vastissimi prati di circa 100 ettari di spazio vitale ad esso connessi di grande valore paesaggistico.”

La Piana di Tor di Quinto è di interesse pubblico già dal 1974 quando il Sindaco Darida cancellò da questo sito una grossa lottizzazione prevista dal Piano Regolatore Generale immediatamente a sud dell’ippodromo. Nel 1985 lo stesso Comune predispose un progetto di Parco Urbano su tutta la Piana. Grazie alle deroghe urbanistiche per la difesa militare purtroppo un terzo di queste aree fu sottratto alla città per costruire la grande caserma dei Carabinieri. I cittadini si dichiararono sconfitti.”

Continua a leggere sotto l‘annuncio

“Poi quando, per i mondiali di calcio, la RAI mise gli occhi sull’ansa di Tor di Quinto, quella dove ora c’è il laghetto, allora la reazione dei cittadini fu violenta fu violenta e il Sindaco Giubilo fu costretto ad impegnarsi all’esproprio di 40 ettari ai due lati del Viale di Tor di Quinto, da donare alla città in compensazione dei mondiali di calcio del ’90” prosegue il comunicato sottolineando che “Sono passati 20 anni e di quei 40 ettari i cittadini ne hanno ottenuti solo 11, i più belli per la verità, quelli dell’ansa di Tor di Quinto, delimitati a nord dalla via Olimpica e ad ovest dal viale di Tor di Quinto nel luogo assai pregiato dove il fiume entra in città sotto e la Collina Fleming, barbaramente urbanizzata, dall’altro.”

Per i cittadini dei congestionati quartieri di Vigna Clara e Tor di Quinto quel parco è stata una festa, subito strapieno di affezionati frequentatori, un vero polmone, uno sfogo irrinunciabile per tutti gli amanti dei cani, un vero successo urbanistico e di vita sociale comune. Ma dei rimanenti 29 ettari non si è visto nulla. Sono stati di fatto ceduti a pezzi e bocconi dalla mala politica, nell’assenza di ogni trasparenza, a private attività con i penosi episodi dei palazzi per abitazioni della Marina costruiti battendo sul tempo l’esproprio comunale e con l’orrenda sagoma del Gran Teatro a lato del viale monumentale di Tor di Quinto. Anche gli impianti sportivi pubblici creati nel quadrante opposto all’area del laghetto sono nella gestione esclusiva di una società sportiva privata e dall’altra parte del laghetto le aree pubbliche sono integralmente nelle mani di un ristorante e di un divertimentificio su ghiaccio.”

“Infine sabato 23 gennaio 2010 l’incredibile l’annuncio del Sindaco – incalzano le tre associazioni – per lottizzare nientemeno che lo stesso ippodromo di Tor di Quinto, per accedere al quale era stato costruito all’inizio del secolo scorso il viale monumentale. Per le Olimpiadi egli prevede 21 mila posti letto: all’incirca 1 milione e mezzo di metri cubi. Sarebbe la fine del Parco di Tor di Quinto con la distruzione della gemma più straordinaria del parco stesso. E’ nel quadro di questa intollerabile storia che si inquadra l’ultima provocazione alla pazienza dei cittadini che pure erano grati al Comune di poter vivere giornalmente quei soli 11 ettari di parco con laghetto.”

“Il Comune non ha soldi e vuole affidare ai privati la gestione con il famigerato sistema dei “punti verde qualità” il cui solo nome è sinonimo di degenerazione.
E allora ecco qui non un chiosco o un baretto o un piccolo ristorante ma una struttura di ristoro industrializzato con 600 metri quadrati coperti e 330 posti, in più un asilo nido grande come una caserma, un aumento dei parcheggi ed altri spazi attrezzati per lo sport. Rabbia e preoccupazione percorrono la comunità che ha fatto diventare vivo questo parco. Oramai i cittadini conoscono bene i nostri politici e sanno che è loro abitudine disporre del verde pubblico come se fosse un loro patrimonio personale (è recentissima la storia dell’Acquaniene, l’enorme struttura privata che occupa l’intera preziosissima area pubblica destinata a verde pubblico lungo via della Moschea, prima utilizzata da tutta la Città per esposizioni)”

“Quando l’ente pubblico lascia entrare i privati nelle aree pubbliche si può essere pressoché certi che la comunità cittadina sta perdendo un altro bene. Da qui la protesta, da qui la rabbia e da qui l’appello che fra tutti noi ci scambiamo per difendere l’integrità di quest’area, la sua natura pubblica e il suo equilibrio attuale di un vero parco pubblico di livello cittadino. Vogliamo vedere chiaro in questa storia nata anch’essa sotto la Giunta Veltroni e che vede ancora una volta la Giunta Alemanno fedele esecutore testamentario. E’ per questo che ci opponiamo, è per questo che vogliamo trasparenza in questa strana vicenda.”

“Ed ancora una volta, come fa un Comune che si rispetti, a cedere un altro pezzo di verde pubblico conquistato quando nello stesso prezioso comprensorio continua a crescere a dismisura dall’altra parte dell’Olimpica quello che era una piccola rivendita di materiali edili, in attesa di trasferimento, e che permane in area pubblica nell’indifferenza generale? I cittadini sono in rivolta – concludono Italia Nostra, il Comitato Cittadino per il XX Munivcipio ed il Comitato promotore per il Parco di Vejo – perché ogni nuova Giunta tradisce gli unici pochi progetti del dopoguerra concepiti per migliorare la città e determinati a raccogliere le firme per un appello ad Alemanno per riavere quell’area che già era nostra.”

articoli correlati
ecco il progetto di trasformazione del Parco Tor di Quinto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 commento

  1. Grazie per questa mole di informazioni.
    Sarebbe da copiare e incollare ogni volta sotto ai classici commenti del tipo “Non capisco perché ve la prendiate tanto! Il Parco prima faceva schifo, ora con i privati sarà sicuramente più curato e potremmo prenderci anche un bell’hamburger!”… commenti fatti da leccapiedi/addetto stampa di qualche politicuccio locale, o dagli esercenti interessati in incognito (villabau &Co.) che fanno i finti tonti o ancora da stupidi (veri) che paiono scesi dalla montagna del sapone, la cui comprensione della realtà che li circonda rasenta lo zero.
    Ma forse ‘sta gente non ce la farebbe a leggere un pezzo lungo un paio di cartelle…

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome