Home ARTE E CULTURA La settimana del 23 novembre in romanesco

La settimana del 23 novembre in romanesco

Galvanica Bruni

Ogni domenica alle 12 in punto, qualche secondo dopo il cannone del Gianicolo, torna il Vernacolo di VignaClaraBlog.it con i temi caldi della settimana appena trascorsa riassunti in versi romaneschi grazie all’abile penna di Giovanni Berti. Un appuntamento un po’ per sorridere ed un po’ per ricordare quali sono stati  gli argomenti più  salienti degli ultimi sette giorni.

  “Arioprì mò ar doppio senzo la Cassia Antica!!”,
ma quarchiduno da ‘sta recchia nun ce sente:
accosì, spontaneamente, ssenza gran fatica
sabbato ha manifestato un fracco de ggente.

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La reggione nostra ce rigala un fresco svago,
un giocarello de l’oca novissimo firmato Lazzio.
Ma er diabbetico nun esurta: “mò m’appago!”
se a la malatia se aggiungne puro lo strazzio.

Nojantri romaneschi, se dice, semo tutti monci,
ma palestra a celo operto è via de Grottarossa:
fà er moto tra cassonetti e marciapiedi sconci
è ‘n esercizzio der corpo che c’aridà la scossa!

Fanno da tappo machine, raponzoli e parenti,
sortiti da scola de via Fosso der Fontaniletto.
E penzà che ‘na vorta c’ereno li stanziamenti,
aritornati drento er forziere der sor Giannetto.

“Le virgole mica conteno”, Sor Tizzio te la canta
e sor Cajo aggionta : “stai a guardà er capello!”,
ma ar postamat burlone er deca se fa’ millanta:
pe’ furtuna nostra l’ammonto vero nun è quello!

 

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