Home AMBIENTE Vigna Clara, via Zandonai – pini e pinoli si raccolgono a terra

Vigna Clara, via Zandonai – pini e pinoli si raccolgono a terra

Galvanica Bruni

tronco.jpgRocambolesco incidente ieri mattina in via Zandonai, causato dal maltempo degli ultimi giorni. Poco prima delle 9 e con grande fragore, un imponente pino (pinus pinea) di un giardino privato al civico 41, è crollato abbattendo, nella sua caduta, un secondo pino di un giardino limitrofo. Questo è a sua volta rovinato sul parcheggio del comprensorio adiacente e sottostante adagiando la sua grande chioma – con grazia insperata – sulla carrozzeria di un’auto in sosta. Fortunatamente nessuna persona è stata coinvolta e sono stati  registrati solo lievi danni ad alcune strutture presenti nei giardini e un grande spavento per i residenti. Ma ben altra notizia avremmo dovuto dare se l’albero fosse caduto sulla vicina palazzina di cinque piani o su via Zandonai, a quell’ora percorsa da alunni e genitori diretti verso il poco distante e omonimo plesso scolastico.

Il fatto impone una riflessione non solo sullo stato di salute dei grandi alberi che abbelliscono e ombreggiano la nostra città, ma anche sui metodi e sui tempi albero-caduto-026.JPGdi potatura, effettuati sia dai privati che dai servizi comunali competenti. Non è certamente il caso dei proprietari dell’albero in questione, ma troppo spesso nelle nostre città si effettuano interventi che non guardano tanto alla stabilità e alla corretta crescita delle piante, quanto ad aspetti meno biologici, come la luminosità degli appartamenti, o a esigenze logistiche e amministrative, quando l’intervento è pubblico. Anche posizionamento dei giovani esemplari non è sempre deciso in base a conoscenze botaniche, mentre è noto che alcuni tipi di terreno sono assolutamente inadeguati al pino.

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E’ lecito poi chiedersi se il pino sia un albero adatto alla crescita nei centri abitati. Una pigna che cadendo ammacca il tettuccio  ell’automobile può far imprecare; ma quando a cadere è un ramo di grandi dimensioni, come quello che nello scorso 18 febbraio uccise un motociclista 54enne sulla Colombo, la questione è ben più seria. Il suo caratteristico portamento, che lo rende un albero estremamente elegante, prevede una chioma ampia e a ombrello che spesso in città non può espandersi naturalmente per la presenza di fabbricati. L’albero è così costretto a drastiche potature o ad acrobatiche torsioni che ne annullano l’eleganza e ne aumentano la pericolosità.

Anche gli effetti delle radici – nel pino molto superficiali – sul manto stradale non sono cosa da poco, sia per la sicurezza dei pedoni che per quella di centauri e ciclisti. Ma non dovremmo tralasciare neanche i costi di rifacimento di asfalto e marciapiedi che gravano sulle casse comunali.

E’ pur vero che questa specie ha una presenza storica in molti luoghi simbolo di Roma, come Piazza Venezia, l’Aventino, il Palatino, Piazza dei Cinquecento, le grandi Ville, via C. Colombo, per dirne alcuni, ma, soprattutto nelle zone di nuova urbanizzazione, sarebbe bene ponderare gli aspetti legati alla consuetudine e alla tradizione con quelli legati alla sicurezza. Un po’ come dovrebbe avvenire nel dibattito legato alla pavimentazione stradale con sampietrini, considerati da alcuni un simbolo intoccabile di romanità e da altri un assurdo anacronismo – sulle strade non pedonali – che mette a dura prova le sospensioni dei veicoli e, soprattutto, a forte rischio l’incolumità di migliaia di romani su due ruote.

Francesco Primin

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1 commento

  1. Nonostante l’articolo è perfettamente corretto, quando salgo in macchina e guardo roma “con occhi di un estraneo” o “dalla distanza” e vedo quelle bellissime chiome verdi che la avvolgono…

    Beh, è qualcosa che lascia senza parole, uno dei motivi per i quali adoro questa città… purtroppo, non potrei mai fare a meno di questi bellissimi pini

    (avete mai provato a guardare Roma dall’alto?E’ sorprendentemente verde come città!)

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