Home ATTUALITÀ Al Policlinico Gemelli una cura per dipendenza da internet

Al Policlinico Gemelli una cura per dipendenza da internet

ArsBiomedica

Intere giornate avvinghiati a Facebook o a scambiare messaggi su MSN provocano dipendenza da internet, stress,  asocialità. Ma al  Policlinico Gemelli dalla “facebookmania” si può ora guarire grazie ad un nuovo centro di cura per la dipendenza da internet, che nei casi patologici provoca un comportamento ossessivo verso il web. L’ambulatorio, dedicato all”Internet Addiction Disorder’,  ha cominciato ieri le attività, all’interno del Day hospital psichiatrico del Gemelli, dove vengono curate anche altre dipendenze, come quelle dal gioco d’azzardo, ma anche da alcol e droghe.

 “L’utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza. Garantiremo ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet”, ha spiegato lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell’associazione ‘La Promessa’, che collabora all’attività.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

 L’ambulatorio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30 e il protocollo di intervento della cura dell”Internet addiction’ prevede tre ‘passi’ principali: un colloquio iniziale, incontri successivi per individuare la psicopatologia sottostante, eventualmente contenuta con un’appropriata terapia farmacologia, e l’inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione. Una terapia per tornare alla realtà e uscire dal giro del mondo virtuale, a volte ‘tossico’.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 COMMENTI

  1. Ciao, ho letto questo articolo dopo aver sentito sul giornale radio la recente notizia del policlinico Gemelli e la dipendenza da internet.
    Io sono una personaragazza, non vedente dalla nascita, che è stata affetta da questo problema e per fortuna ne sto uscendo ovviamente non ero gravissima perciò non ho avuto bisogno per fortuna di cure farmacologiche o terapie drastiche anche se ho, comunque, una psicologa che mi segue; sto creando un progetto che si chiama IAD Killer – http://www.iadkillervirus.org – in cui mi propongo di informare su cos’è la netdipendenza, i rischi che comporta, articoli ed eventi che favoriscono altro tipo di hobby diverso da internet e la vita sociale reale, e anche possibilmente delle guide su come usare le risorse in modo consono(motori di ricerca, social network, ecc) ma anche, perché no, altro tipo di rubriche riguardanti altre attività diverse dall’informatica.
    Inoltre si parla dell’associazione netdipendenza-disabilità, in quanto nei disabili questo problema è molto più diffuso rispetto al resto della popolazione anche se nessuno lo nota e se ne parla poco; specie nei disabili sensoriali, già una disabilità come la mia (visiva) o peggio ancora quella uditiva, comportano una sorta di parziale o totale isolamento a seconda poi del carattere della persona ma comunque il dato oggettivo è che in qualche modo il mondo, per un disabile sensoriale, è già parzialmente distorto anche senza internet; la rete spesso e volentieri crea distorsioni ancora più gravi e illude di poter avere, non dico i “super poteri” ma quasi e perciò uno è portato, se già avesse difficoltà ad accettare la propria condizione, a chiudersi ancora di più.
    Linkerò il vostro articolo nel mio sito, per quel che mi riguarda voglio cercare di fare in modo che la gente non cada nel mio stesso errore, di cadere nella netdipendenza perché disinformata su questo tema.

  2. Salve, sono felice che finalmente anche in Italia ci si occupi al 100% di questo tipo di dipendenza…Io ho fatto una ricerca su questo per la tesi di laurea…una ricerca su un campione di 350 sogg. adolescenti, ho costruito un questionario sul sesso virtuale da poter somministrare (non validato). Se può essere utile questo materiale non esitate a contattarmi

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome