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Ponte Milvio, chi scava e chi fugge. Dall’Oasi

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ruspa2.jpgIn merito ai lavori in corso sulla banchina del Tevere, a sinistra della Torretta Valadier di Ponte Milvio, Francesca di Castro, vice presidente dell’Associazione Roma Tiberina, affida a VignaClaraBlog le sue considerazioni sulla destinazione finale dell’area. “Ruspe al lavoro che, cancellata ogni forma di vita, scaricano terra e vegetazione abbattuta direttamente nel Tevere. Anche l’ultimo tratto di ambiente tipico della flora umida del fiume viene cancellato, senza tenere in alcun conto il fatto che questo tratto del Tevere, da ponte Milvio fino al parco di Tor di Quinto, è stato dichiarato fin dal 2007 Oasi Naturale dall’Autorità di Bacino proprio nel tentativo di difendere un habitat unico che ospitava una ricca avifauna, persino la garzetta e l’airone cinerino che spesso sostavano sotto le arcate di ponte Milvio.”

“Ma se la Regione Lazio permette che venga raso a zero persino l’argine dell’Aniene, in zona di Riserva che teoricamente dovrebbe essere intoccabile, come può farsi scrupolo di desertificare l’Oasi di Ponte Milvio? Un’oasi? Quale giustificazione può avere agli occhi dei politici e del potere un tratto di terra pulsante di vita, che qualche folle sognatore come la sottoscritta tenta da anni di difendere con progetti naturalistici lodati da tutti ma che hanno l’unica pecca di non essere remunerativi per l’amministrazione (progetto Tevere Roma Nord)?”

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“Sognavo una riserva naturale nel cuore della città, aperta a tutti, bambini, anziani, portatori di handicap, scuola di natura nella Natura, con sentieri su palafitte e capanni per birdwatching, aree di sperimentazione per le scolaresche e persino un museo del Fiume…Utopia? No, è vera follia pensare che un’Oasi naturale possa vincere sul club privato esclusivo, sui mercati e mercatini, sui venditori di hotdog e persino su un canile privato che per 5000 euro l’anno occuperà 14,800 mq per realizzare “una spiaggia artificiale per i cani e i loro padroni”….

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“Meglio la fuga quando non c’è salvezza. Come mamma anatra e i suoi nove anatroccoli, che questa mattina sorpresi dal terremoto delle ruspe che gettavano masse di terra nel fiume, vista impossibile ogni altra via di fuga, hanno cercato la salvezza trovando il coraggio di affrontare la corrente del fiume e di attraversarlo fino alla riva opposta. E noi, poveri cittadini comuni, dove troveremo salvezza da una Regione che si sta vendendo Roma metro per metro, noncurante di leggi, regole o divieti? Quale fiume dovremo attraversare per dare un futuro ai nostri “anatroccoli”? (di Francesca Di Castro)

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9 COMMENTI

  1. alla faccia dell’oasi!
    una latrina a cielo aperto alla quale non ci si può avvicinare soprattutto d’estate per la puzza.
    un tappeto di bottiglie rotte, altro che un posto dove andare a correre con il proprio cane.
    un ritrovo di gente ubriaca e una baraccopoli sotto i ponti di corso francia.
    cani o non cani che ci vengano non mi sembra che quella fosse un’area da poter vivere per noi cittadini di ponte milvio anzi una zona off limits dopo una certa ora per colpa di chi viveva irregolarmente.
    altro che oasi naturalistica, qualsiasi cosa ci facciano la bonifica di un’ area ad alto rischio di aggressioni perchè non vissuta e non illuminata è sempre una cosa che va in nostro favore, ovviamente nel rispetto delle regole e delle leggi,
    pertanto ben vengano iniziative di rivalutazione degli spazi nel nostro municipio, se poi sono rivolte ai cani ancora meglio!
    cercherò di capire meglio di che tipo di progetto si tratta e di come verrà sviluppato ma non mi sembra che per ora ci sia da fare tanta polemica e tante accuse se ancora non si sa di cosa si sta parlando!

  2. Gianluca, credo che sia lei a non sapere di cosa si sta parlando. E con il suo ragionamento dimostra di non sapere molto in tema di: ambiente, salute (umana e dei corpi idrici), biodiversità, fitodepurazione, biologia, aree protette, assetto e gestione del territorio, idrogeologia e sicurezza… Non è che deve per forza essere un esperto, ma cerchi di documentarsi un minimo prima di lanciarsi in commenti nei quali usa impropriamente il termine “bonifica”. Se non erro, esiste già un’area cani a pochi metri dal luogo in oggetto, a C.so Francia prima dell’Agip/McDonald. Ci porti il suo simpatico cane a scorrazzare e nel frattempo si porti da leggere.
    Sulla desertificazione, che lei chiama bonifica, è un po’ come dire: dato che spesso di notte ci sono drogati che si bucano sotto le arcate del Colosseo, spianiamo tutto e facciamoci un centro commerciale; oppure: dato che nella valle dei Platani (centenari) a Villa Borghese ci stazionano nottetempo i barboni, tiriamo tutto giù e facciamoci un solarium per cani con annesso campo da bocce per padroni anziani.
    Non crede che sarebbe più semplice e intelligente chiedere di aumentare la sorveglianza? Io ritengo che sia giusto che una città civile e moderna contempli spazi verdi (molti!) da dedicare alla fruizione dei cittadini e degli amici a quattro zampe, ma di certo non a discapito delle (poche) aree di pregio naturale ancora presenti. Ci rifletta.
    Saluti

  3. Informarsi, prima di giudicare, è cosa sacrosanta ed auspicabile..
    Vigna Clara Blog ha fornito da tempo tutte le informazioni possibili sulla materia di cui si tratta, e d’altra parte Francesca Di Castro, essendo l’autrice dei progetti di riqualificazione dell’area, mi sembra la persona più qualificata a parlarne.
    Il cortese lettore può saperne di più consultando VCB, articoli “Un’Oasi per Ponte Milvio” del 28 luglio 2008 oppure “Ponte Milvio, la febbre del Sabato sera” del 30 giugno 2008; oppure può leggere su Internet tutto quello che riguarda i progetti “Sentiero del Possibile”, “Tevere Roma Nord”, “Oasi di Ponte Milvio”, oppure guardare i filmati relativi al degrado e ai progetti di riqualificazione su http://www.Romavideo.it (Pasquino: Un’Oasi per Ponte Milvio, in tre puntate).
    Per quanto riguarda lo stato attuale, la situazione di degrado era diversa da come la dipinge il lettore.
    I cocci di bottiglie riguardano soltanto il settore sottostante e limitrofo a Ponte Milvio, segno della civiltà dei giovani lucchettari che vi bazzicano. E naturalmente sono rimasti e verranno aumentando perché estremamente difficile toglierli, come togliere l’inciviltà dalla testa di chi li butta.
    Gli insediamenti sotto Ponte Flaminio erano stati fatti sgombrare da tempo e anche i recidivi erano stati convinti a lasciare il luogo. I continui rilevamenti effettuati in specie dalla Protezione Civile per via fluviale, ai quali ho partecipato personalmente con mezzi di ripresa televisiva che hanno più volte evidenziato e pubblicizzato le situazioni, hanno dissuaso da ulteriori insediamenti. La zona era stata più volte bonificata, senza che per questo fosse spazzata via tutta la vegetazione e l’avifauna. Vi sono filmati dell’estate scorsa che lo documentano.
    Il progetto di Oasi Naturalistico Didattica era quindi perfettamente realizzabile, come d’altra parte previsto dal Piano Regolatore di Roma che ha recepito il disposto del PS5 dell’Autorità di Bacino. E basta leggerselo per vedere che sarebbe stato un esempio per la città, oltre che un fiore all’occhiello per il Municipio e i cittadini. Anche perché si sarebbe trattato di luogo curato, recintato, controllato, illuminato, aperto a tutti e… gratis. Pubblico, non privato.
    Ma c’è chi preferisce che ci mettano i cani.
    Faber est suae quisque fortunae.

  4. Propongo un sondaggio: quanti romani, quanti cittadini del XX Municipio e quanti residenti di Ponte Milvio sanno che quel tratto di Tevere fino al Parco di Tor di Quintoè un’Oasi naturalistica?

    Avanzo una possbile dato che, purtroppo, temo emergerebbe dall’indagine: quasi nessuno.

    Questo è il vero dramma.
    Il tratto del Tevere, da ponte Milvio fino al parco di Tor di Quinto, è stato dichiarato fin dal 2007 Oasi Naturale dall’Autorità di Bacino. Ma nessuno lo sa, verebbe da dire: nessuno se ne è accorto.
    Che i cittadini non la sanno, che non conoscono i progetti di riqualificazione dell’area ci può anche stare. Ma che proprio la Regione Lazio che ha la competenza sul bacino dle fiume lo ignori e finga di non saperlo è gravissimo.

    Che fa, prima dichiara l’Oasi proprio nel tentativo di difendere un habitat unico che ospitava una ricca avifauna, poi non si fa scrupolo di desertificare l’Oasi?

    Senza parole.

    Emanuela

  5. senza parole si resta anche guardando l’altro lato della banchina, quello a destra del ponte, dove il comune di Roma ha elargito autorizzazioni a volontà per trasformare un tratto di tevere in un suk e balere a totale beneficio economico degli organizzatori e a totale discapito della comunità .
    Il Tevere è terra di nessuno a quanto pare, per la Regione ma anche per il Comune.

  6. non è possibile, stanno spianando e chiudendo un’area pubblica per regalarla a dei privati e distruggendo una zona verde piuttosto che renderla fruibile. mio figlio ha chiesto, vogliono fare un centro con piscina per cani e agility dog, a pagamento. un ristorante… ma chi sono? è la regione, alemanno che ha dato l’autorizzazione a questo scempio? non si può fare nulla? è una vergogna.

  7. Francamente penso che alla fine siamo tutti una banda di chiacchieroni.

    A parte l’età , non avanzata ma certo non giovanile , se una cosa non va bene – e sei sicuro che non va bene e con te ci sono tante altre persone che pensano che non va proprio bene – , le cose che non vanno bene si cerca di raddrizzarle.

    A parole prima con fatti dopo.
    Se proprio non ti si filano.

    Consideriamo la “rasatura” del tratto di Tevere uno scempio naturalistico ed uno schiaffo alla libera fruizione del verde ?
    Bene , perchè non occuparla simbolicamente per qualche ora ?

    Di Via Mastrigli – a parte proclami e sbandieramenti – non frega nulla a nessuno ?
    Perchè non bloccare la Cassia per 1 ora la mattina ?

    Non viene considerata la riapertura del tratto Cassia antica – anche solo come test promesso a suo tempo ?
    Ancora bene , blocchiamo il tratto, da sotto e da sopra.

    Consideriamo scellerata la donazione di ettari di verde fatta dal Comune alla Chiesa ?
    Quando ci sarà l’inaugurazione blocchiamo le corti dei prelati , per evitare – se quello è il progetto – una villa maraini bis sottocasa.

    Isola pedonale a Ponte Milvio compresa P.zza Giochi delfici, Via Orti e Stelluti ?
    Follia a cui rispondere con un passaggio di auto e moto a forza nei tratti vietati.
    Facessero rispettare le norme di sosta e comportamentali e tutto rientrebbe nella normalità di una zona “frizzante e divertente”.

    Onestamente non saprei come organizzarle queste cose ma credo siano alla fine le uniche che possano avere un impatto.
    Anche solo per soddisfazione.

  8. Caro aragorn
    io più che con i chiacchieroni, me la prenderei con i nostri “rappresentanti” che ai vari livelli, regione, comune municipio, agiscono a volte con tracotanza, senza rispettare le leggi, nel’interesse di pochi trascurando quelli di tutti ecc. ecc.
    Su qualcosa di davvero eclatante la protesta con mobilitazione può essere organizzata, ma non si può immaginare che sia il rimedio per eccellenza e mi sento offesa con gli altri:
    Chi si informa, denuncia, si organizza in Comitati, si attiva nelle associazioni, scrive a VCB, lo stesso VCB, chiaccheroni perchè alle rimostranze non facciamo seguire (anche se qualche volta avviene ),una protesta fisica ?
    Che fare di più? Impossibile organizzare tante singole mobilitazioni. Forse un’unica grande protesta con tanti obiettivi? Ancora non mi so dare una risposta, chiedo suggerimenti.
    Una chiaccherona

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