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Roberta Serdoz a colloquio con VignaClaraBlog

Duca Gioielli

roberta3.pngRoberta Serdoz, una delle più grintose giornaliste del TG3, vive a Roma Nord, nel quartiere di Vigna Clara, e fino a poco fa lavorava come inviata per “Primo Piano”, l’approfondimento quotidiano del TG3 di seconda serata. Poi è nato il TG3-Linea Notte, sessanta minuti di storie e notizie anche dal web ad orario fisso dalle 24 all’1, e Roberta Serdoz ora è lì, a raccontarci gli ultimi fatti di cronaca ed a curiosare con il touch screen negli angoli bui del web. L’abbiamo raggiunta durante una pausa di lavoro e le abbiamo chiesto..

Roberta, Linea Notte è il cosiddetto TG dei nottambuli con uno share del 10% nonostante l’ora tarda. Toglici una curiosità: quanto lavoro c’è dietro ad un TG di successo come il vostro? E da quanto tempo lavori al TG3? Rispondo prima alla domanda più semplice: lavoro al Tg3 dal 1998. Ho tradito il “mio” giornale una sola volta, per partecipare allo start up, cioè alla nascita dei primi programmi e dei tg  di  Sky tg24. Dietro a qualunque giornale c’è un grandissimo lavoro e non solo giornalistico. Per Linea Notte iniziamo a scegliere i temi della puntata la mattina verso le 11, poi la macchina vera e propria parte dopo il sommario delle 19.30, ovvero la riunione fatta con il direttore che mette in moto tutto. Filmati, montaggi, prove per le nuove tecnologie che abbiamo nello studio, riprese tv tutto viene realizzato nelle 4 ore successive. Difficile fermarsi anche un minuto, il tempo corre e la diretta non fa sconti a nessuno.

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La tua intervista a Vittorio Foa, uno dei padri fondatori della nostra Repubblica, è stata l’ultima che questo grande italiano ha concesso alla RAI. Ci vuoi tracciare un breve ricordo di questo incontro? Ero molto emozionata, sapevo che stavo per incontrare uno degli uomini che ha scritto la nostra Costituzione. Mi avevano raccontato che a Vittorio piaceva conoscere la persona che aveva davanti, sapere da dove veniva, come passava le giornate, che studi aveva fatto. Mi ha accolto nel cortile della casetta di Morgex mostrandomi le sue montagne, quelle della Val D’Aosta, me le ha descritte con precisione anche se non riusciva più a vederle. E’ stata un’intervista unica, durata più di mezz’ora e  nonostante l’età non ha perso un colpo! L’unica cosa che non funzionava più bene erano le gambe, il cervello raccontava e ricostruiva i dettagli, faceva analisi, era in iperattività. Mi colpì particolarmente un’amarezza che Vittorio si portava dentro: l’assenza di un “esempio” per i nostri giovani.  Il mio ricordo di quell’incontro è e sarà per sempre indelebile

Il quartiere dove vivi non è scevro da contraddizioni: famiglie agiate ed altre molto meno, negozi di lusso e piccole botteghe, stradine tranquille e grandi roberta2.jpgarterie congestionate dal traffico e dalla sosta selvaggia. Quale l’angolo di Vigna Clara nel quale ti piace rifugiarti? Rispondo con ironia: piazza Carli. Lì c’è un bellissimo negozio di giocattoli dove amo andare con mia figlia Chiara, per lei è la bottega di Babbo Natale, un sogno che mi piace vivere per estraniarmi ogni tanto dalla difficile realtà che stiamo vivendo. Per il Tg3 seguo soprattutto fatti di cronaca, anche sociale, vivo quotidianamente il disagio di chi non arriva a fine mese e come tutti resto paralizzata nel traffico di piazza dei Giuochi Delfici… Sognare è come andare in vacanza: ti aiuta a staccare la spina.

Sicuramente vivendo qui avrai conosciuto Don Gianni Todescato, lo storico Parroco di Santa Chiara. Quali sono i ricordi della sua personalità? Don Gianni è non solo uomo di chiesa ma di cultura, grande cultura. Le sue omelie riprendevano l’attualità, i problemi concreti della gente. Aveva il coraggio di andare controcorrente, di parlare di cose spesso difficili da condividere, soprattutto nel nostro quartiere, dove gli agi della maggioranza delle famiglie non aiutano a tenere gli occhi ben aperti sulla realtà. Per me è stato doloroso sapere che lasciava la sua comunità per Sant’Agnese anche se il nuovo incarico era stimolante. Eppoi mia figlia ve l’ho già detto si chiama Chiara… credo di non dover aggiungere molto di più.

Sappiamo che sei stata recentemente negli USA proprio durante il periodo delle elezioni presidenziali. Vuoi darci qualche impressione su questo viaggio americano, anche attraverso l’occhio di una giornalista? La scelta di andare in America durante le elezioni non è stata casuale. Ho tifato per il presidente nero perché mi piace l’idea dell’alternanza e della  discontinuità. I giorni della sua elezione entreranno nei libri di storia, quella storia che studieranno i nostri figli. Una giornalista è curiosa di natura, o almeno dovrebbe esserlo, vivere quelle ore è stato emozionante. Negli Usa si capiva che qualcosa stava cambiando, moltissimi sostenitori di Obama avevano i gadget sulle giacche, le magliette in vista, mentre il repubblicano McCaine non aveva la stessa visibilità. Mi ha colpito un volontario ambulante dei senza fissa dimora, era sul marciapiede a raccogliere fondi, chiedeva l’elemosina ma voleva dare qualcosa  in cambio, le spillette di Obama! L’America è un paese pieno di contraddizioni e New York ne è la sintesi estrema: basta uscire da Manhattan, ad esempio, camminare per Harlem e Brooklyn, dove vivono la maggior parte dei newyorkesi, tra bidoni della spazzatura e “little shop” dove si vende di tutto… Noi italiani siamo abituati a vedere solo la vetrina di questo straordinario paese, su e giù per 5th avenue.

E’scomparso Sandro Curzi, storico Direttore del Tg3. Cosa ha significato per te lavorare con un uomo come Curzi e che insegnamento ha lasciato? Non roberta.jpgho mai lavorato direttamente con Sandro Curzi anche se lo conoscevo e lo ammiravo molto. Come si dice a Roma l’ho lisciato! E’ stato un direttore tanto forte da lasciare radici profonde nel nostro giornale. Ci ha insegnato che la libertà si costruisce e che per essere sempre uomini liberi non bisogna aver paura di dire la verità anche se questa può sembrare scomoda! Ha inventato un tg veloce, dinamico e anche aggressivo. In quel momento il paese era stanco della “Prima Repubblica” e interpretando gli umori della sua “gente” Curzi  diventò il direttore di Telekabul, soprannome che ancora ci piace. Linea Notte vince ancora con quel modello di tv in diretta e con i giornalisti in studio. Con la morte di Curzi si è chiusa un’epoca e, guardarsi indietro fa paura.

Roberta, conoscevi già vignaclarablog.it? Ritieni che il nostro blog, che si occupa del “locale” in tutti i suoi aspetti, svolga un servizio utile alla comunità? Certo, l’idea di fare quattro chiacchiere con il quartiere è importante per conoscersi. Nel nostro secolo, il cosiddetto “local and global” non è unicamente un concetto economico, vince chi nella globalizzazione mantiene la sua identità locale. Ecco perché ogni comunità dovrebbe avere quella che una volta si chiamava “la gazzetta”, un foglio di notizie che racconta fatti e misfatti della collettività, servizi e disagi del municipio, battaglie da intraprendere e denunce da portare avanti. A mio modesto parere il vostro è un  lavoro difficile ma indispensabile.

Grazie per averci concesso alcuni momenti del tuo prezioso tempo e non dimenticare di cliccare su vignaclarablog.it ogni volta che vuoi sapere ciò che succede nel tuo quartiere e, più in generale, a Roma Nord.
Alessandra Stoppini

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13 COMMENTI

  1. Ciao Roberta, mi piacerebbe sapere se sei nata a Fiume/Rijeka o se lo sono i tuoi genitori. Complimenti per il tuo lavoro
    eleonora serdoz

  2. Caro Paolo, con un pizzico di polemica nei confronti delle sue parole e non casualmente, le rispondo sull’articolo dell’intervista della signora Serdoz, brava giornalista e che peraltro è la moglie di Piero Marrazzo.
    La vicenda del Presidente della Regione Lazio, cui io peraltro esprimo la mia solidarietà in relazione al tentativo di estorsione subito da esponenti delle forze dell’ordine (questo è un aspetto agghiacciante per me…) desta nei cittadini una forte e spontanea reazione anche alla luce dei dettagli. Questo perchè coinvolge “chi vive quotidianamente il disagio di chi non arriva a fine mese”, come peraltro aveva osservato proprio la Serdoz ed è difficile accettare l’idea che dopo aver fatto programmi pubblici a tutela del cittadino-contribuente, si trovi il coraggio di pagare 1500 euro per una prestazione sessuale quando molti non arrivano alla fine del mese.
    Il cittadino non riesce e non può accettarlo.
    E questo ancor più “nel nostro quartiere, dove gli agi della maggioranza delle famiglie non aiutano a tenere gli occhi ben aperti sulla realtà” (sempre parole della Serdoz).
    Io allora dico: è vero che ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole nella sua intimità, ma non ha il diritto di esporre l’istituzione che rappresenta al ricatto e soggiacendone peraltro…
    Tu sai che se sei un’alta carica e ti comporti in modo tale da poter essere sorpreso con un transessuale, puoi coinvolgere la tua famiglia, i tuoi figli, il tuo partito (cosa non da poco…) , la tua amministrazione e la politica tutta ad un crollo di credibilità. Un po’ le parole che lui diceva a “mi manda Rai 3”.
    Per Berlusconi il discorso è diverso (io non voglio certo commentare il livello etico della classe politica del PDL…) perchè non si è esposto al ricatto, giungendo al punto, forse paradossale, di andare fiero dei propri comportamenti personali, ma tenendo al di fuori l’istituzione e questo dopo un teatrino pubblico (assai discutibile) con Veronica Lario.
    La colpa cui lei fa riferimento (signorine che diventano ministre) è una colpa politica che, se pagherà, lo farà davanti agli elettori nei prossimi appuntamenti elettorali.
    “Marrazzo invece sembra usare il massimo della discrezione: va dall’amichetto/a, fa quel che deve fare, prende le sue cose e se ne va…”, ma questo non è meglio guardi, perchè è comunque la contraddizione di quello che si è detto/fatto in campagna elettorale, ergendosi a paladini della chiesa cattolica.
    “Berlusconi infanga l’immagine del Paese, Marrazzo no.”. Questa è un’affermazione davvero superficiale, scusi.
    Solo sul Family Day, le do ragione. La presenza di certe persone era davvero un’offesa ai partecipanti.
    “Marrazzo invece fa parte di una coalizione che tende a includere piuttosto che a emarginare, che non produce leggi contro i trans né “contro” le prostitute, che evoca i diritti delle coppie di fatto, tanto per fare alcuni esempi”, ma questo non è vero, perchè non è stato il governo a fare una legge contro le prostitute, ma il Comune, in modo sacrosanto, a fare un’ordinanza per la sicurezza e la legalità, per difendere i cittadini e più deboli, dall’incapacità amministrativa di chi li ha preceduti.
    Al contrario, la sinistra ha tollerato, come per i campi rom, una ghettizzazione dei trans, ancor più sul XX Municipio (Via Gradoli, Largo Sperlonga, Via Sinisi, Via Pirzio Biroli, Via Bruno Bruni), con accondiscendenza di abitabilità e commercio in cantine e sgabuzzini, e ora scopriamo che addirittura ne usufruiva dei servizi. Le anticipo che inizieremo una dura battaglia su questo.
    Infine, una nota. Perchè ho scelto di scrivere in margine all’articolo della moglie di Marrazzo?
    Non per sciacallaggio, ma perchè io penso che sia la sinistra tutta che ha trascurato il “problema del nostro quartiere, dove gli agi della maggioranza delle famiglie non aiutano a tenere gli occhi ben aperti sulla realtà”, magari andando a cercare sempre nuovi e diversi miti (tipo Obama), trascurando la realtà più vicina, che stava sotto i propri occhi.
    Insomma davvero, se Atene piange, Sparta non ride nella politica italiana…

    G.Mori
    Cons. XX Municipio (PDL)

  3. Caro consigliere Mori, seguo sempre con interesse i suoi interventi, a volte non ne condivido i contenuti, ma li trovo sempre intelligenti e ben esposti. Questo in particolare mi convince perchè c’è poca politica e molto buon senso nelle sue parole. Ma non mi convince proprio tutto perchè alla fine ha ripreso il sopravvento la visione politica. Lei dice che la sinistra ha tollerato la ghettizzazione dei trans nel XX Municipio, che ha permesso abitabilità e commercio in cantine e sgabuzzini. Scusi, ma chi ha governato il nostro municipio negli ultimi 20 anni ? Non voglio fare la paladina della sinistra ma della verità. Lei mi dirà che il municipio è un ente vuoto, che non ha poteri e soldi e che al massimo è in grado di riparare qualche buca. Ma esiste anche l’aspetto morale e dal punto di vista morale il nostro municipio è stato quantomeno acquiscente di fronte a questi fenomeni. Vogliamo portare ad esempio Largo Sperlonga piuttosto che via Mastrigli ? Chi ha candidato un esponente della famiglia Callarà alle elezioni 2008 per il municipio ? Chi si era impegnato l’anno scorso a fare entro agosto una azione di forza sulla realtà di via Mastrigli senza mai farla ? Non serve che le dica il nome ed il partito.
    Lei dice ora inizierà una battaglia e io ne sono felice perchè abitando nelle vicinanze di questi posti degradati non vedo l’ora che qualcosa e qualcuno si muova per ridare dignità a questa parte della Cassia, però mi sembra di ricordare che già tanti mesi fa lei annunciò l’inzio di una battaglia quando doveva essere aperto un tavolo di lavoro con il Comune. Che fine ha fatto ? Glielo chiedo, per favore mi creda, senza polemica perchè la stimo. Buona serata.
    Clara

  4. Da giornalista esprimo anzitutto la massima solidarietà a Roberta Serdoz, ottima collega della tv pubblica. Per quanto riguarda la vicenda di questi giorni, va detto che c’è molto sciacallaggio e soprattutto molta ipocrisia. Se è vero, come ci dicono le statistiche, che 9 milioni di italiani sono andati nella loro vita con prostitute, questo significa che lo ha fatto un maschio italiano su tre. Non voglio dire che sia giusto, ma parliamo di un fenomeno sociale come il fumo di sigaretta, il parcheggio in divieto di sosta, il lavoro precario o l’inquinamento che produciamo ogni giorno spostandoci in automobile. Non sono cose positive, ma sono fenomeni che coinvolgono mezza Italia, quindi hanno appunto una dimensione sociale e in tale ottica vanno affrontate. Penso che se in tale ottica valutassimo il “caso Marrazzo”, ma anche le esuberanze senili di Berlusconi, sarebbe meglio. Altrimenti rischiamo di scivolare verso un fondamentalismo moralista di stampo “talebano”. E non lo dico – sia ben chiaro – per un discorso maschilista: il ragionamento sarebbe uguale se protagonista della vicenda di infedeltà fosse stata la moglie invece del marito.
    Berlusconi e Marrazzo vanno giudicati per quello che hanno fatto come amministratori della cosa pubblica e per il dovere che hanno di rispettare la legge come ogni altro cittadino. Il giudizio sulla vita privata compete alle famiglie, non all’elettore.
    Per quanto riguarda i soldi pagati per le prestazioni, è vero che si tratta di cifre sufficienti a far incazzare chi non arriva a fine mese, però anche qui non dobbiamo essere ipocriti: quanti personaggi mediocri dello spettacolo o dello sport hanno ricevuto somme ben maggiori per fare poco o nulla??? E perché il cittadino non si è incazzato anche in quei casi?

  5. E’ una vicenda triste, soprattutto per la moglie e la figlia esposte inconsapevolmente a tutto ciò. Ognuno è libero di comportarsi come crede, nessuno è perfetto e chi non ha mai peccato scagli la prima pietra, ma un uomo, un cristiano come si definisce, un temerario sicuro della sua impunibilità, possibile non abbia tenuto conto degli effetti terribili che il suo comportamento avrebbe provocato alla sua famiglia?

  6. La gente dimentica in fretta le cose importanti e belle. Ricorda solo le debolezze. Mi spiace che sia andata così. Voglio serbare di Marrazzo il ricordo del bravo giornalista. La politica rovina tutto.

  7. Cara Ro­berta Serdoz ti sono vicino in questo tragico momento. Stai solo attenta a non attaccarti troppo ad una situazione logora. Chi pagava 5000 euro per cose del genere non e’ degno di essere il tuo compagno. Fuggi e liberati da questa situazione surreale. Una carezza da chi potrebbe essere un tuo fratello maggiore. Ambrogio Brambilla con stima ed ammirazione.

  8. Non occorre solidarietà alla famiglia Marrazzo-Serdoz sono nel giusto per me, la vicenda ha dei lati piuttosto oscuri; a me non sale alcun sospetto circa l’onestà pubblica ed integrità morale di Piero Marrazzo, semprecchè i soldi usati siano frutto del suo lavoro.
    Per quanto riguarda le trasgressioni private è comunque preferibile approfondirle in ambito sanitario per controllarle e per evitare potenziali parafilie autolesive.

    Saluti e in bocca al lupo a tutti
    mauro

  9. Paolo Zeriali condivido appieno, il rischio ”talebano” è lo stesso che negli anni ’30 portò in gran parte d’Europa ad un incrudelimento senza logica di uomo contro uomo; il pericolo a mio avviso è sempre lo stesso anche se adesso c’è più consapevolezza.

  10. ma siamo impazziti o il presunto falsoperbenismo ci porta ad essere degli ipocriti.
    Marrazzo e’ totalmente da censurare quale politico che se e’ in grado di sperperare 5000 euro per una botta, immaginiamo come abbia potuto gestire i soldi pubblici.
    ma e’ ancor piu’ da censurare per aver tradito una bella donna come la Serdoz con quel trans (ma avete visto le foto) e per aver messo in piazza sputtanando tutta la sua famiglia specie la piccola bambina oltre che aver potenzialmente messo in pericolo lo stato di salute dei suio cari. questa non e’ una malattia da cui curarsi ma e’ pura e semplice depravazione ed egoismo.
    Tutta la mia solidarieta’ alla sisnora Serdoz e alla piccola Chiara

  11. Bravissima Roberta!! Anche io Ricordo Don Gianni quando era parroco lì …..qualche anno fa ed io ero scout. Bei tempi!!!
    Sì grande cultura in un quartiere ora lasciato allo sbando con molto meno Signori di trenta anni fà e molti più parvenù!

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