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XX Municipio – stazioni ferroviarie fra degrado e riqualificazione

Galvanica Bruni

Una panoramica sull’attuale situazione delle stazioni ferroviarie del XX Municipio (di Alessandra Stoppini)

stazione-la-storta.jpgIl XX Municipio, il più vasto della Capitale, è attraversato da due linee ferroviarie entrambe a servizio misto urbano ed extraurbano e con  destinazione finale Viterbo. La prima delle due,  la FR3, è una linea ferroviaria regionale che viene gestita dalle Ferrovie dello Stato; ha inizio dalla  Stazione di Valle Aurelia e con  uno sviluppo di 87 Km permette di raggiungere il capoluogo della Tuscia in due ore circa. Le stazioni di pertinenza che ricadono nel XX Municipio sono quattro: La  Giustiniana, La Storta, Olgiata e Cesano. In quest’ultima vi si trova anche il capolinea del servizio metropolitano. Su di essa sono in uso i cosiddetti treni TAF ( Treno Alta Frequentazione) e nel tratto urbano (lungo circa 27 Km) transitano circa 139 treni al giorno che trasportano attraversando la città da Nord-Ovest a Ovest, 80.000 passeggeri. E’ una tratta ferroviaria antica (pertanto tecnicamente obsoleta) nata alla fine dell’Ottocento, una delle prime in Italia ad avere un servizio di tipo metropolitano già dal 1967, successivamente potenziata grazie al raddoppio della tratta urbana realizzato nel 2000  in occasione del Giubileo. Purtroppo in queste stazioni sono da segnalare  molti disservizi:

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mancanza di uno sportello di biglietteria, biglietteria automatica che spesso non funziona, servizi igienici inagibili, nessun punto di ristoro, per non parlare poi della mancanza di un servizio di vigilanza,  né di Stato nè privato. Nella Stazione de La Storta per esempio, solo dopo la violenza perpetrata ai danni di una studentessa del Lesotho nell’Aprile scorso, si è deciso un maggiore controllo da parte di Polizia e Carabinieri. Attualmente, a seguito dell’entrata in vigore del decreto Maroni in materia di  sicurezza,  alcune stazioni di scambio (cioè quelle dotate di  parcheggi per le auto) e fra queste la Stazione de La Storta, vengono  presidiate dagli uomini delle forze dell’ordine e dall’esercito ma solamente nella fascia oraria più a rischio. Va inoltre detto che una caratteristica che accomuna queste Stazioni di piccole o medie dimensioni è la carenza, se non addirittura la mancanza, di attività commerciali. La loro presenza invece contribuirebbe a rendere queste strutture di grande utilità pubblica più vivibili e più sicure. La stazione dell’Olgiata sulla Braccianense è ancor di più isolata proprio perché lontana dal centro abitato. Inoltre è molto carente di pulizia. Bar predisposto ma mai entrato in funzione, biglietteria automatica guasta e cosa ancora più grave le telecamere di sorveglianza non sono attive. Per quella di Cesano il Bar e la Biglietteria sono in funzione però si devono registrare continui furti di auto al parcheggio a causa della  scarsa vigilanza. 

La seconda linea, la tratta regionale Piazzale Flaminio-Viterbo (101,885 km di lunghezza) nata all’inizio del Ventesimo secolo,  fa capo alla Met.Ro (Metropolitane di Roma). Dieci sono le sue  stazioni che si trovano nel Ventesimo Municipio: Tor di Quinto, Due Ponti, Grottarossa, Saxa Rubra, Centro Rai, Labaro, La Celsa, Prima Porta, La Giustiniana, Montebello. In queste stazioni ogni giorno transitano ben settantacinquemila persone, quasi un milione e mezzo al mese.  Queste cifre, da sole, sono sufficienti a dimostrare l’importanza che ricoprono queste strutture. La tratta urbana Piazzale Flaminio-Montebello (il cui tempo di percorrenza medio è di 20 minuti) della linea ferroviaria (ex concessa) Roma-Civita Castellana-Viterbo è una delle più degradate e trascurate della città con stazioni letteralmente fatiscenti come confermato da molti utenti. Sia le carrozze urbane che quelle extraurbane sono vecchie e in pessime condizioni igieniche. Ovviamente una  parte della responsabilità di tutto ciò è da attribuirsi al comportamento poco civile di alcuni passeggeri: non è raro vedere persone che  imbrattano le vetture  con scritte indelebili dentro e fuori le carrozze e le stazioni, abbandonano ogni tipo di rifiuti e cartacce ovunque, e compiono ogni sorta di atto vandalico, il più delle volte impunemente.

stazione-tor-di-quinto.jpgTuttavia questa situazione dovrebbe migliorare in un prossimo futuro. Lo scorso 5 Novembre sono partiti i lavori di riqualificazione di questa linea ferroviaria; lavori che  interessano le stazioni di Tor di Quinto, Labaro, Prima Porta Centro Rai e Due Ponti.  La stazione di Tor di Quinto (teatro il 31 Ottobre 2007 del brutale omicidio di Giovanna Reggiani) è attualmente chiusa al pubblico. La durata dei lavori era stata inizialmente prevista in 6 mesi, ma a causa di una sospensione chiesta  a Febbraio 2008  dalla Soprintendenza dei beni archeologici del Lazio, il completamento è slittato nel tempo. I lavori  sono  stati riavviati  il 27 Maggio scorso e salvo imprevisti  dovrebbero concludersi entro la fine di Settembre.Nella stazione di Saxa Rubra il pattugliamento  avviene nelle ore serali così come nelle Stazioni Labaro e Prima Porta. Tutte queste stazioni sono inoltre presidiate da un servizio di polizia privata. Per quanto riguarda la stazione di Prima Porta ci è stato comunicato che  verrà costruito, ex novo, un  fabbricato entro il 2010 e per realizzarlo sarà creata una piccola deviazione ferroviaria. Inizio lavori previsti entro il 2009.

stazione-saxa-rubra.JPGNelle stazioni Centro Rai e Labaro i lavori prenderanno il via entro Ottobre ed infine appena avranno termine quelli relativi alle stazioni Campi Sportivi e Monte Antenne aprirà il cantiere nella stazione Due Ponti (Nov. 2008-Aprile 2009). Ci viene chiarito dalla Segreteria dell’Assessore alla  Mobilità della Regione che “i lavori sono stati finanziati in base alla convenzione tra  Regione Lazio (quasi la metà), Ministero delle Infrastrutture e Met.Ro. (Metropolitana di Roma S.p.A), esecutrice dei lavori,  per un totale di 72 milioni di euro”.

Un discorso a parte merita la stazione di Vigna Clara situata al termine di Corso Francia, costruita  per i Mondiali di Calcio del 1990 con un costo di 90 miliardi di lire e che dopo l’inaugurazione non venne mai utilizzata, anzi fu chiusa causa “lavori di miglioramento della linea” mai effettuati. Dopo 17 anni la Stazione risulta ancora abbandonata, saccheggiata, autentica cattedrale nel deserto. La congestione del traffico stradale di Corso Francia e della via Flaminia testimoniano invece  l’assoluta necessità  dell’attivazione  di questa piccola stazione;  ci auguriamo che chi di competenza ne prenda atto cercando di alleviare almeno in parte uno dei mali cronici della zona.

Come riportato nell’agenzia dell’ANSA del 24 Aprile scorso uscita in seguito alla Conferenza Stampa di presentazione del protocollo d’intesa siglato tra  Regione Lazio e RFI (Rete Ferroviaria Italiana)  sono stati decisi interventi di  riqualificazione  e messa in sicurezza delle 156 stazioni del Lazio (37 sul territorio del Comune di Roma) che prevedono installazione di telecamere e colonnine SOS dentro le stazioni e aree vicine come i parcheggi, creazione di attività commerciali per un costo finanziato dalla Regione di 40 milioni di euro. “Le stazioni devono essere di proprietà dei cittadini che le devono vivere…la realizzazione del progetto è prevista per la fine del 2009”. Questo è uno stralcio delle parole dette dall’Assessore Dalia durante la Conferenza Stampa di presentazione del progetto lo scorso Aprile.

Infine è da segnalare che La Regione Lazio e il Ministero dei Trasporti hanno deciso di realizzare a Viterbo un terzo scalo aeroportuale. La tratta ferroviaria Roma-Viterbo diverrà fondamentale perché il futuro aeroporto erediterà gran parte del traffico internazionale low-cost di Ciampino.
Alessandra Stoppini

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