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Via Tiberina, ispezione dell’Ocse nel campo rom

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ocse.jpgIl 24 Luglio ha fatto tappa nel XX Municipio la visita dell’Ocse in 4 campi nomadi di Roma – di Emanuela Micucci
Si è trattato di un sopralluogo nell’ex-camping River sulla Tiberina da parte di una decina di operatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, accompagnati dal delegato del sindaco Gianni Alemanno per i diritti del minori  e l’eurodeputato del Pdl, Roberta Angelilli. Gli operatori hanno incontrato i responsabili del campo ed hanno chiesto loro informazioni sulle condizioni socio-sanitarie dell’insediamento, sulle vaccinazioni effettuate dai minori e sul loro livello di scolarizzazione. “L’iniziativa – ha chiarito Angelilli – non è legata al censimento della comunità nomade partito in questi giorni anche a Roma, ma rientra nei programmi che l’Ocse svolge nei vari stati in cui opera”.  Presso il proprio ufficio di Varsavia sulle Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR), infatti,  l’ente europeo ha istituto un contact point sulle questioni dei rom e dei sinti.

“Abbiamo condiviso con l’Osce – aggiunge Angelilli – la necessità di un forte impegno per la scolarizzazione dei minori rom, che nel 60% dei casi non frequentano la scuola, e per la formazione professionale come principali strumenti di lotta all’emarginazione sociale. Per perseguire questi obiettivi intendiamo avvalerci anche del sostegno dell’Unione europea utilizzando anche risorse comunitarie che in passato sono state scarsamente utilizzate”.
Per questo motivo la Commissione europea ha organizzato per il 16 settembre a Bruxelles un tavolo di lavoro con lo scopo di identificare le azioni possibili e soprattutto la disponibilità finanziaria per realizzarle. “Bisogna smetterla con le polemiche politiche e con queste impostazioni ideologiche. E’ arrivato il momento di passare ai fatti”, commenta Angelilli la politica europea sulla questione rom. Primo passo, dunque, assicurare a settembre ai minori nomadi il diritto allo studio e un piano di vaccinazioni.

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Il tour nei campi della Capitale, iniziato in via Candoni, ha toccato anche l’insediamento di Salone e si è concluso alla Barbuta, dove la situazione è apparsa più grave delle precedenti. Qui la delegazione dell’Ocse è stata accompagnata dall’assessore capitolino alle Politiche sociali, Sveva Belviso, che constatando le condizioni del campo ha ricordato che si tratta di un insediamento non autorizzato.
“Non riesco a capire – ha dichiarato -come, per ben 13 anni, si sia potuto permettere che queste persone vivessero in tali condizioni. Il nostro obiettivo, a cui stiamo lavorando con una serie di progetti in fase di elaborazione, è fare in modo che si passi dall’assistenza fine a se stessa a un aiuto concreto, affinché queste persone inizino un percorso che li porti gradualmente all’autonomia”.
Del resto proprio per aver “trattato la questione nomadi senza pianificazione e con carattere di perenne emergenza e per l’inadeguatezza dei campi sosta, anche quelli autorizzati, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali – ricorda il consigliere comunale del Pdl Ludovico Todini, membro della Commissione Sicurezza del Campidoglio – nel 2005 ha sanzionato l’Italia, poiché ha violato l’art. 31 co. 1-2-3 e l’art. E della Carta sociale Europea”. 
Emanuela Micucci

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