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La scolarizzazione dei Rom nel XX Municipio

Galvanica Bruni

A Stefano Erbaggi, Consigliere PdL del XX Muncipio, il quale in un suo comunicato stampa del 5 Luglio ha dichiarato che la gestione del progetto del Comune di Roma relativo alla scolarizzazione dei minori rom è stata  fallimentare anche nel XX Municipio, risponde Pietro Ferrara, Coordinatore territoriale del Progetto Scolarizzazione di Arci Solidarietà Lazio

scolarizzazione.jpg“Il progetto di scolarizzazione per i minori rom è inserito in una più ampia e complessa rete territoriale di sostegno sociale che vede come attori principali, oltre alle Associazioni che gestiscono il progetto, le famiglie rom, le Scuole di ogni ordine e grado, le Associazioni del territorio, i Servizi Sociali, gli Uffici della ASL, alcuni Municipi ed altre numerose realtà comprese le attività volontarie di privati cittadini. Inoltre tutte le attività del progetto sono contestualizzate in situazioni (come quella del campo di via del Baiardo) che presentano caratteri di emarginazione, povertà, mancanza di servizi, mancanza di documenti, episodi di illegalità ed episodi di razzismo. Ancora queste caratteristiche devono essere lette attraverso una storia di convivenza di questa comunità nel territorio del XX Municipio che dura da 15 anni, una storia che ha contribuito all’implementazione della rete solidale ma che presenta anche alcuni episodi di conflitto ed intolleranza.

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La valutazione ed il monitoraggio di questo percorso d’integrazione molto strutturato sono sicuramente altrettanto complessi, però qualcuno crede che facendo una divisione tra i numeri della tabellina delle frequenze scolastiche si possa dare una valutazione attendibile sui risultati ottenuti dal progetto: divide gli iscritti, moltiplica i frequentanti, estrapola percentuali e in pochi minuti riesce a dare una valutazione definitiva e senza appello ad anni di progetto scolarizzazione gestito dall’Arci nella comunità di via del Baiardo!
La tabellina è tutto il suo mondo, gli basta, non si pone neanche l’ipotesi di entrare in una delle Scuole che da anni accolgono i bambini rom, di parlare con una sola delle tante insegnanti che da anni offrono il loro prezioso e professionale impegno per accogliere e dare una formazione ai bambini rom, insegnanti che attraverso il loro esercizio professionale ed il continuo aggiornamento hanno contribuito all’arricchimento dell’aspetto interculturale dell’attività didattica. Le stesse Scuole che attraverso le varie forme di accoglienza e di cura degli alunni hanno da sempre realizzato una forma di protezione e di controllo su tutti i minori, in modo costante e professionale come nessun altra organizzazione “una tantum” o legge speciale potrebbe mai fare.

Inoltre questo esperto matematico si sarà ben guardato dall’ipotesi di entrare nel campo di via del Baiardo e parlare con una madre di famiglia, di chiedergli quale difficoltà ha nel gestire la cura e l’igiene dei figli e nel mandarli con regolarità a Scuola tutti i giorni nelle condizioni opportune che l’ambiente scolastico richiede (al campo manca una fornitura regolare e costante di luce ed acqua potabile da 15 anni!) e soprattutto di guardarli almeno una volta negli occhi questi bambini che lui considera solo dei numeri.

La comunità di via del Baiardo è stata segnalata già dal 1995 nel censimento realizzato dal Comune di Roma in collaborazione con i Municipi e la Polizia Municipale Gruppi N.A.E. ed inserita nel piano d’intervento verso le comunità rom della città con la dicitura: “in previsione di trasferimento”, questa definizione ha fornito l’alibi per quasi 15 anni sia agli Uffici Comunali preposti sia agli Uffici Municipali preposti (per esempio l’Ufficio per le Politiche Sociali) per non rispondere alla necessità evidente di fornire alle famiglie della comunità condizioni di vita dignitose. Mese dopo mese ed anno dopo anno i responsabili politici del territorio hanno preferito voltarsi dall’altra parte aspettando il trasferimento promesso e mai realizzato, il risultato concreto ad oggi è che molti bambini sono diventati ragazzi e poi adulti crescendo in un ambiente privo dei requisiti minimi di rispetto della dignità umana.

Se oggi un Consigliere del XX Municipio volesse rompere questo silenzio, anche a partire da una tabellina, sarebbe comunque un occasione di confronto da cogliere e rilanciare in modo propositivo per avviare una discussione più ampia e partecipata sul presente e sul futuro di questa comunità, l’ARCI Solidarietà è disponibile a partecipare a questo dibattito con le proprie idee ed esperienza in un confronto che coinvolga tutte le realtà che a vario titolo hanno implementato e sostenuto la rete territoriale che ha lavorato in questi anni insieme alla comunità rom di via del Baiardo”. 
Pietro Ferrara – Coordinatore territoriale del Progetto Scolarizzazione di Arci Solidarietà Lazio

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3 COMMENTI

  1. Ferrara , mica ho capito dove vuole andare a parare.
    E’ dell’Arci e va bene , attacca un componente della pdl e va bene , ci può stare.
    Ma quello che non capisco è perchè prendersela con uno che non ha fatto altro che snocciolare cifre – mai confutate – relative al fallimento di un progetto.
    Tutta ‘sta solerzia condita di carità pelosa perchè non l’ha espressa durante i 15anni di attesa per l’allacciamento di luce ed acqua che stavano attendendo ?
    Allacciamento dovuto poi in base a cosa non si sa , comunque.
    E poi mi verrebbe da pensare a chi pagherebbe le utenze !
    La comunità ? Quale, quella rom o quella romana ?
    Preferisco contribuire ai pensionati italiani che non ce la fanno , agli sfrattati romani senza alloggio.
    Per il resto si vedrà se si dimostreranno comunque “meritevoli”.
    Siamo a Roma , non nella vigna dei cojoni.
    Dal 1995 si attende qualcosa che è stato mascherato dalla dicitura “in previsione di trasferimento”,
    E perchè non l’ha detto a rutellino prima e walterino dopo ?
    Non conveniva ? Hanno fatto qualcosa ? O no ?
    Mica bisogna essere esperti di matematica per immaginare le condizioni di vita nei campi.
    Io non gliel’ho detto di venire ed accamparsi e soprattutto di fermarsi, lei ha dato qualche indicazione in merito ?
    Con le maestre ci ho parlato e mica erano tanto soddisfatte come afferma lei.
    I “bimbi” rom , li ho guardati negli occhi e francamente dopo averlo fatto ho sempre sperato che non capitassero in classe assieme ai mei.
    Magari lei ragiona bene e poi come francesco fa allontare un campo nomadi perchè troppo vicino a casa sua.
    Io il silenzio , lo romperei volentieri ma contro il muro di omertà connivente e strisciante che ci ha costretto a vivere forzatamente con una comunità che si è dimostrata al 90% dei suoi componenti assolutamente aliena ad ogni richiamo di civiltà ed integrazione.

  2. L’Arci Solidarietà Lazio, tramite Pietro Ferrara, Coordinatore territoriale del Progetto Scolarizzazione dei Rom, ammette che i risultati della propria gestione del progetto Scolarizzazione Rom negli ultimi 15 anni sono deludenti.
    E’ questo che si evince dal comunicato di cui sopra in cui ci si limita a elencare le motivazioni della necessità del Progetto suddetto (chi ha mai affermato il contrario?) e non si spende neanche una parola nello spiegare come vengono impiegati i soldi dei contribuenti e soprattutto quanti: mi risulta ben 280.000 euro l’anno per mandare a scuola più o meno 50 ragazzi per non più di 50 giorni scolastici!
    Se il sig. Ferrara avesse dedicato più attenzione a quanto da me affermato, si sarebbe accorto che io contesto la scellerata gestione del progetto da parte dell’Arci Solidarietà Lazio, che nascondendosi dietro una finta preoccupazione della sorte dei bambini Rom non pensa neanche di comunicare al NAE del XX Gruppo della Polizia Municipale quali siano le famiglie inottemperanti all’obbligo della frequenza scolastica, cosa che per una famiglia “tipo” italiana comporterebbe l’intervento del tribunale per i minorenni! E’ questa l’attenzione per la sorte dei giovani Rom?
    Nonostante il Municipio XX sia stato sempre in prima fila negli sforzi per un miglioramento delle condizioni di vita nei campi nomadi (il nostro Municipio è stato il primo a stipulare un protocollo d’intesa con la Asl RM E per la vaccinazione di tutti i residenti del campo nomadi di via del Baiardo a Tor di Quinto), non è possibile non fare delle valutazioni sulla base dei risultati concreti che dovrebbero essere stati ottenuti a seguito dei cospicui finanziamenti che il Comune di Roma ha versato all’Arci Solidarietà Lazio.
    Come Presidente della Commissione Politiche Sociali ho il preciso dovere nei confronti dei cittadini che rappresento di “fare i conti”, in quanto i contribuenti devono sapere come vengono utilizzati i loro soldi (tanti) e con quali risultati (scadenti).
    Un progetto dovrebbe seguire di criteri di efficacia e efficienza anche nell’ottica della tutela dei minori stessi cosa fino ad adesso disattesa dal progetto stesso.
    Inoltre vorrei sapere perché il Dipartimento XI occulta i dati della scolarizzazione dei Rom nel Municipio XX, sia di via del Baiardo che di via Tiberina.
    Infine mi dispiace deludere il sig. Ferrara, ma il sottoscritto è stato nel campo nomadi di Tor di Quinto e purtroppo i bambini Rom li vedo giornalmente, ma nelle strade di Roma anziché a scuola.
    Li vedo costretti a elemosinare e a delinquere in qualsiasi parte della città: può dirsi questo un risultato soddisfacente?

    Stefano Erbaggi
    Presidente Commissione Politiche Sociali Municipio Roma XX
    3470345297 – stefanoerbaggi@hotmail.it

  3. Stendendo un velo pietoso sull’omicidio della lingua italiana da parte del più sessantotino dei linguaggi burocratesi (ancora! ma sono passati più di quarant’anni e francamente non ce la faccio più a sentire parlare di “implementazione della rete solidale” di “percorso d’integrazione molto strutturato”), linguaggio che, chiedo scusa per la franchezza, spesso nasconde una scarsità di argomenti, devo dire che non capisco questo post del sig. Ferrara, a meno che non lo si voglia collocare nella più italica delle abitudini: quella di dare agli altri la colpa del proprio fallimento.

    Non a caso ci si ricorda solo oggi che esite un propblema ROM in questa città, nè la cosa può meravigliare visto che i precedenti sindaci non lo considervano tale, in tutt’altre faccende affaccendati come erano (leggi feste bianche e rosse, festival vari ecc. ecc.).

    Nè si cerca di analizzare il problema “frigido pacatoque animo”.

    Lei parla di emarginazione. Verissimo, ma non sarebbe più onesto parlare di “autoemarginazione”?

    Mancanza di documenti? Ma scherziamo? Se non sbaglio sono proprio i cooideologi del sig. Ferrara ad essersi opposti, proprio in questi giorni, all’identificazione dei ROM, senza la quale mi sembrerebbe alquanto problematico dotare chicchessia di documenti.

    Episodi di illegalità ? E chi ne sarebbero, di grazia fiorita, gli autori?

    Povertà? ne è proprio sicuro sig. Ferrara che la maggior parte dei suoi “assistiti” siano poveri? magari la maggior parte dei pensionati romani – di cui lei non si occupa minimamente – vivono in modo molto, ma molto più disagiato, ma forse è meno politicamente corretto, o radical chic occuparsi di loro.

    Insomma sig. Ferrara, la prego di voler perdonare questo sfogo, ma francamente non ce la faccio più a sentire discorsi sui massimi sistemi e continuare a non vedere la realtà che ci circonda. Almeno Stefano Erbaggi, con la tanto vituperata tabellina ci ha provato!

    Cordialmente

    Roberto Colica

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