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XX Municipio – al nido non c’è posto, la mia bambina discriminata

Duca Gioielli

punto-interrogativo.jpgS., una mamma in difficoltà, ha scritto questa lettera a Il Messaggero: “sono mamma da 5 mesi ed ho bisogno di mandare mia figlia all’asilo nido perché lavoro tutto il giorno e non posso contare su una rete parentale di aiuto. Risiedo a Guidonia Montecelio ma lavoro da sempre a Roma come anche il papà, quindi faccio domanda per l’asilo a Roma al XX Municipio vicino al mio lavoro ma il Municipio respinge la domanda perché fuori Comune, nonostante fosse accompagnata da una relazione dei servizi sociali a testimonianza di una situazione molto difficile che non è stata presa in considerazione….

Faccio ricorso per discriminazione in quanto il requisito ritenuto essenziale (e se lo è, deve esserlo per tutti, per questo parlo di discriminazione) della residenza nel comune di Roma vale solo per mia figlia, discriminata a favore di rom ed extracomunitari accettati anche senza la residenza, fermo restando che ritengo giusto il diritto all’asilo nido di tutti i bimbi specie se con problemi, quindi ripeto perché la mia bimba non deve essere accettata ? Dimenticavo, una dipendente del XX Municipio mi ha consigliato di fare la residenza falsa a Roma, come a confermare che in Italia vanno avanti i furbi e non chi ha bisogno veramente. Quindi a questo punto mi chiedo, rivolgendomi al sindaco,  le domande accettate sono veritiere,  sono stati fatti i controlli ?” ( fonte: la posta dei lettori de Il Messaggero).

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Ci chiediamo se l’Assessore alle Politiche Scolastiche del XX Municipio, Marco Perina,  non ritenga necessario un suo immediato intervento, sia per diradare le velate ombre, sia per rianalizzare, da un punto di vista umano, il caso in specie. Anche perché S. chiude la sua lettera con questo appello: “se trovate qualcuno a cui potermi rivolgere contattatemi, non ci dormo più la notte…non so come fare, non posso pagare 600.00 euro al mese per il nido privato con soli 1000 euro al mese…”

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2 COMMENTI

  1. Non c’è dubbio: la discriminazione è palese. Provi a scrivere a “Famiglia Cristiana” può darsi che una risposta gliela diano quelle persone, che Nostro Signore avrebbe definito “sepolcri imbiancati”.
    Se anche questo tentativo va a vuoto, provi a crearsi dei precedenti penali e dica di appartenere ad un etnia Rom (una qualsiasi), senza dimenticare di aggiungere che si rifiuta di dare le generalità di sua figlia, e che non ha una fissa dimora. In bocca al lupo!

  2. S. ha tutta la mia comprensione, so che cosa significa trovarsi in queste situazioni quando non puoi contare su nessuno e ti senti abbandonata da tutti. La sua lettera è così dignitosa che spero sinceramente che qualcuno l’abbia letta e si sia dato da fare per darle una mano, vorrei tanto sapere se il Municipio ha indagato sui fatti raccontati, non mi riferisco al suggerimento che le è stato dato di fare una dichiarazione non vera quanto al fatto che la relazione dei servizi sociali è stata ignorata e che al posto della sua bambina ne è stata fatta entrare un’altra magari con meno titoli. Perchè poi alla fine chi paga queste situazioni sono sempre i bambini.
    Silvia

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