
Chissà quante volte percorrendo la Via Flaminia Nuova, all’altezza dell’incrocio con Viale Tor di Quinto, abbiamo gettato uno sguardo frettoloso e distratto ai grandi silos che costeggiano la trafficata arteria senza immaginare che tra gli edifici di recente costruzione e le strutture di quello che è uno dei mulini più grandi di Europa si nasconde un piccolissimo gioiello: la Tomba dei Nasoni.
Arrivarci è facilissimo e lo si può fare anche a piedi perché siamo ad appena un chilometro da Corso Francia; superato il Centro Euclide si sale sul primo cavalcavia che si incontra e si scende dalla parte opposta dirigendo verso l’ingresso della Romana Macinazioni; all’interno dell’impianto, sulla sinistra, sotto una “cupola” di tufo circondata da cipressi, allori e palme c’è la bellissima Tomba dei Nasoni.
Per visitarla è sufficiente rivolgersi al portiere dello stabilimento: un gentilissimo signore vi aprirà la porta a vetri consentendovi la visita che ovviamente è gratuita. Alla fine vi chiederà soltanto di firmare il registro delle visite.
La tomba, realizzata nel tufo e nell’area archeologica di Saxa Rubra (che prende il nome dal colore rossastro delle argille) fu scoperta nel lontanissimo 1674 durante i lavori per l’ampliamento della Via Flaminia ma subì poi gravissimi danneggiamenti a causa delle attività estrattive condotte tra la fine dell’800 e i primi del 900.
La tomba rupestre risale al II secolo d.C. e fu scavata all’interno di un blocco di tufo dove venne realizzata una grande camera rettangolare con una nicchia sul fondo e tre nicchie per ogni lato; una iscrizione riportata all’interno ne attribuisce la proprietà a Nasonius Ambrosius.
La facciata, come per la tomba di Favilla all’interno dei Casali Molinaro, doveva essere a forma di tempietto, ma purtroppo è andata perduta: la bellezza e il fascino del luogo rimane tuttavia inalterato grazie alla presenza delle decorazioni pittoriche sulle pareti e su frammenti delle riquadrature in stucco del soffitto.
Le vicende storiche che interessano questo sepolcro sono lunghe e travagliate; scoperto per caso da alcuni operai che cavavano pietre si presentò all’origine con la sua facciata ornata con pilastri e spigoli di travertino. Al suo interno vennero trovati due sarcofagi in pietra con dentro “terra e avanzi d’ossa ignude”.
A seguito della scoperta il Cardinale Camillo Massimo incaricò Pietro Santi Batoli di eseguire copie a colori di tutti gli affreschi rinvenuti all’interno della tomba consentendo in tal modo di disporre di una fedele e dettagliata ricostruzione delle decorazioni.
La tomba con il passare del tempo ha subito innumerevoli danneggiamenti e spoliazioni (al nipote di Papa Clemente X fu consentito addirittura di staccare tre frammenti di affreschi che trovarono poi sistemazione nella sua villa all’Esquilino).
Anche il pavimento, originariamente in mosaico bianco e nero, è andato perduto.
Ma forse i danni maggiori furono creati dall’attività estrattiva che interessò tutta la zona e che oltre a provocare il crollo della facciata isolarono gradualmente il blocco di roccia al cui interno era stato ricavato il sepolcro.
Oggi la Tomba dei Nasoni si presenta all’interno di una piccola cupola di pietra posta ai margini del grande piazzale della Romana Macinazioni; al suo interno sono stati allestiti alcuni pannelli con i disegni di Batoli che ricostruiscono dettagliatamente gli affreschi delle pareti e del soffitto.
Si tratta di scene mitologiche con elementi decorativi dove è possibile riconoscere le figure di Atena ed Eracle e poi coppie di mostri marini, geni con frutti e Vittorie Alate.
Le decorazioni più ricche sono però quelle del soffitto che comprendeva affreschi relativi al “Giudizio di Paride” e figure allusive delle Stagioni e forse la rappresentazione della conclusione della guerra di Troia.
La Tomba dei Nasoni è un sito di grande importanza il cui interesse è legato non solo alla struttura del sepolcro ma anche alla sua ubicazione; sapere che un frammento di storia antica si trova poco distante dalle nostre abitazioni dove l’elemento caratteristico di oggi è il traffico e la confusione ne fa un luogo di grande fascino.
Francesco Gargaglia
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Continuate così e grazie davvero!!!
Grazie della segnalazione, diventate sempre più interessanti
Articolo interessante, ma per leggerlo si perde il fiato…qualche VIRGOLA in più avrebbe reso questo testo più godibile!
vorrei sapere se si può chiedere di visitare la tomba di domenica grazie