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Roma – L’altra faccia dell’Auditorium

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C’è un vizio tutto italiano a cui dovremmo essere abituati perché nasce dai palazzi del potere: dove c’è ricchezza, potenza e sfarzo tutto si presenta in modo pulito e ordinato. Le “facciate” sono sempre in perfetto ordine; ma poi basta svoltare l’angolo e sporcizia, degrado e abbandono diventano una costante. Anche l’Auditorium del Parco della Musica ideato da Renzo Piano non sfugge a questa logica: bella la sua facciata ma basta spostarsi di qualche metro e… i tre grandi edifici che come giganteschi scarabei se ne stanno acquattati ai piedi dei Monti Parioli, a sentire gli ideatori del Parco, completano “con un raccordo organico l’orografia dei paesaggio esistente, cercando in particolare di ricomporre l’artificiosa frattura venutasi a creare tra le propaggini inferiori della collina dei Parioli e la pianura fluviale su cui sorge il Villaggio Olimpico“.

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Sarà. Ma noi che per tanti anni abbiamo vissuto in quel quartiere non ci siamo mai accorti di questa frattura anzi ricordiamo ampi spazi ariosi e lo sguardo, libero, che poteva spaziare da Villa Glori fino a Monte Mario; credevamo inoltre che fosse del tutto normale che ai piedi di una collina ci fosse una pianura.

Fatto sta che il complesso oggi si presenta in ordine, pulito e ben manutenzionato; le sue strutture, moderne e razionali, sono vigilate da uno stuolo di poliziotti privati e tutto sembra marciare come un meccanismo ben lubrificato.

Ma basta fare qualche passo più in là e portarsi alle spalle di questa bella facciata perché tutto torni nell’italico disordine perché del grande parcheggio che un tempo circondava lo Stadio Flaminio oggi non rimane che un lembo con sosta a pagamento (e si sa i romani non amano i balzelli tant’è che il parcheggio rimane praticamente vuoto).

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Parte delle strutture dell’Auditorium e in modo particolare gli uffici e l’area servizi sono aggrappati alle propaggini del grande viadotto di Corso Francia che mette in comunicazione i Parioli con il Ponte Flaminio: anche qui è terra di nessuno.

Cumuli di rifiuti e detriti, sporcizia, terra di riporto, vecchi elettrodomestici, latte di metallo e plastica; dove non ci sono rifiuti ci sono erbacce che in alcuni casi hanno raggiunto l’altezza di un uomo.

Gli ampi spazi che un tempo circondavano lo stadio e che venivano utilizzati da sportivi e joggers oggi sono ridotti ad un misero lembo di terra fangosa su cui a fatica trovano parcheggio poche auto; il tutto è circondato da reti, barriere metalliche, catene e sbarre che costringono i frequentatori delle palestre a incredibili gimkane.

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Il punto di maggior degrado è quello dove ha origine il viadotto perché qui da anni si scaricano calcinacci e rifiuti.

Se la situazione alle spalle dell’Auditorium non è delle più felici quella che interessa il lungo viale intitolato al marchese De Coubertin non è tutto rosa e fiori; la lunga aiuola che fa da spartitraffico è ridotta ad un pantano perché l’assenza di vialetti costringe la gente a passare sul prato.

Forse chi ha pensato alla sistemazione esterna credeva che gli amanti della musica fossero anche appassionati di maratona tanto da costringerli ad un lungo ed insensato giro.

Non migliora neppure la situazione accanto al Palazzetto dello Sport dove sporcizia ed erbacce sono la normalità: anche quella grande scultura moderna, a metà strada tra un meccano e un cubo di Rubik, è tutta imbrattata di scritte (il fatto che l’area sia stata recintata vuol dire che il cubo sta per cadere?).

Ai suoi piedi la comunità filippina di Roma trascorre lunghe e felici domeniche fatte di fumosi barbecue e appassionati tornei di calcio.

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A leggere la sua storia sembra di capire che l’Auditorium avesse la funzione di riqualificare l’intera area ma gli abitanti del Villaggio Olimpico non la pensano così.

Quello che nel 1960, in occasione della XVII Olimpiade, era uno dei quartieri più belli e moderni di Roma ora vive uno stato di totale abbandono. Chi va a godere le delizie della musica oggi parcheggia l’auto nelle vie di quello che un tempo era un tranquillo e familiare rione di Roma Nord.

Chilometri di strisce di colore azzurro e dozzine di parcometri non sono sufficienti a garantire il posto alle migliaia di auto che in occasione dei tanti concerti affluiscono sul Villaggio Olimpico: e allora si utilizzano i prati, i marciapiedi e i vialetti di accesso alle palazzine.
Ma quando non c’è musica ad usare i lunghi viali sono invece le decine di auto, autocarri con rimorchio e autobus che effettuano la “scuola guida” con il risultato che il manto stradale è in pessimo stato con grandi e profondissime buche.

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Come se non bastasse i piazzali adiacenti a Via Olanda e Viale Unione Sovietica vengono regolarmente utilizzati per gli eventi più vari; a poche decine di metri dalle abitazioni vengono montate gigantesche tensostrutture che vi rimangono per settimane con grande “gioia” dei residenti.

Il quartiere più verde di Roma nel tempo ha perso vari pezzi occupati ora da un maneggio, un mercato rionale, un parcheggio interrato, un mega condominio: in compenso sopravvivono le vecchie e fatiscenti centrali termiche dismesse da oltre trent’anni. Come delle Chernobyl nostrane, invase dai rifiuti e dalle acque piovane, ricordano i fasti di un Villaggio oramai dimenticato.

Tra qualche mese si aprirà finalmente il tanto contestato “Ponte della Musica” e allora si “ricomporrà ogni frattura” e idealmente il mondo dello sport, quello dell’arte (non bisogna dimenticare il MAXXI di Via Guido Reni) e quello della musica saranno un tutt’uno.

Un moderno ponte in acciaio con sotto uno straccio di fiume; tre “casse armoniche” di un Auditorium con dietro una discarica: ma quand’è che a Roma si comincerà a fare davvero la manutenzione delle strade e degli spazi? Insomma quand’è che si comincerà a fare sul serio?

Francesco Gargaglia

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45 COMMENTI

  1. Ci sono delle regole di convivenza civile che è nell’interesse di tutti rispettare. Ci sono persone che, per una ragione o per l’altra, per maleducazione o meno che sia… , non rispettano tali regole di civiltà. Purtroppo le persone istituzionalmente preposte a tutela di quelle regole… si astengono dal farlo, forse per “altri impegni”, forse perché tanto maleducate anche loro da non rendersi neanche conto dell’importanza e l’utilità tali regole.

  2. Che dire: il nostro amico ha detto quasi tutto.
    Ricordo con nostalgia il magnifico lunare squallore del parcheggio che adornava di una luce bianca la perfetta tranquillità del Villaggio Olimpico.
    Ricordo l’aria relativamente pulita che vi si respirava e le vie con poche auto parcheggiate, tanto che vi era il dubbio di dove metterla, tanto era lo spazio.
    A volte, vedendo foto di pochi anni fa, mi sembra di vedere foto dell’ottocento.
    Il Villaggio Olimpico era una piccola oasi di pace, un piccolo paese dove vi si viveva a misura d’uomo; tutti si conoscevano e si salutavano; tanti i novantenni, cosa che fa pensare rispetto al degraqdo della qualità dell’aria che ora regna; ora che, grazie alla cosiddetta riqualificazione, alla quale lo ammetto io sono stato contrario sin da quando se ne parlava perché prevedevo quello che è accaduto, è divenuto un megaparcheggio.
    Molti usano chiamare ormai la zona, invece che Parco della Musica, come declamano i cartelli, Parcheggio della musica.
    La riqualificazione, oltre che a togliere ai vecchi residenti la tranquillità di cui parlavo, ha portato loro, con l’aumento dei prezzi del costo delle case – che ha portato i vecchi proprietari a venderle – e del costo della vita, nuove tipologie di residenti, generalmente ricche, che, dopo aver comprato gli appartamenti ed averli trasformati a loro piacimento, hanno trasformato, avenndo due o tre auto a famiglia, e senza il consenso, spesso, dei comproprietari, i piani piloty in parcheggi non a norma, perché spesso senza il certificato prevenzione incendi.
    Non capisco perché alcuni acquistino in una zona che, probabilmente, piace loro per la tranquillità e poi la trasformino in un parcheggio come quella da dove provengono.
    Fuori la situazione è quella descritta: nonostante ampia possibilità di parcheggio a cinquanta metri, nonostante tre parcheggi, uno a tre piani, quasi deserti, si parcheggia sui prati, sui marciapiedi, in divieto di fermata boloccando il traffico, in zona rimozione
    Le strisce blu, in alcune vie attive fino alle 23, sono quasi sempre usate senza il pagamento del ticket, cosa che toglie possibilità di parcheggiare pagando a chi volesse farlo e possibilità di parcheggio ai residenti che ancora resistono al parcheggio sotto i piani piloty. Auto rubate sono state parcheggiate per mesi sulle strisce blu senza una sanzione sul cruscotto.
    I più perspicaci si spingono nelle proprietà private.
    Occorrerebbe una guardiola con vigile fisso, recintare tutti marciapiedi con parapedonali e tutte le aree verdi con recinzioni.
    Il problema comunque resterebbe per la qualità dell’aria guastata da un afflusso giornaliero di auto che non permetterà più ai residenti di divenire novantenni come quando, non riqualificato, il quartiere era schifato da tutti per i trans…
    Quando io mi sentivo dire che abitavo in quel quartiere dove ci sono i trans mi chiedevo: ma perché le forze dell’ordine non fanno rispettare le regole così il quartiere sarà perfetto?
    Ora rimpiango quasi pure i trans, il male minore per avere tranquillità..
    Perché non trasformare il Villaggio Olimpico in zona pedonale?

  3. Caro Giuseppe,
    mentre leggevo il suo commento idilliaco pensavo: “Ma che oasi di tranquillità! Ma de che stamo a parlà?! Fino alla costruzione dell’Auditorium la sera il quartiere si trasformava in un incubo a luci rosse, trans praticamente nudi che esponevamo la loro bella mercanzia, e relativo carosello in macchina dei clienti che bloccavano completamente il traffico, sia del Villaggio Olimpico che delle strade limitrofe!”.
    Ma poi, finendo di leggere, ho capito che lei riesce addirittura a rimpiangere quel periodo di vero, totale degrado! A questo punto mi sono cadute le braccia!
    I problemi a cui lei si riferisce sono sicuramente reali, ma forse ora almeno non si ha più paura a girare al calare della sera, puoi portare a spasso il cane senza che ti chiedano “Quanto vuoi?” e in giro si vede un pò più di “bella gente”, ci sono iniziative interessanti, si respira un’aria un pò più, come dire, culturale, anche se questo non mi sembra costiusca per lei una consolazione!
    Guardi, se la situazione attuale le dispiace così tanto, e se non l’ha già fatto, può sempre andare a vivere in qualche altro quartiere di Roma, sicuramente qualcuno saprà suggerirgliene più di uno dove ritrovare la stessa fauna del villaggio Olimpico anni ’80!

  4. Gentile Lucia,
    non intendo anche io vendere a chi sta comprando appartamenti e trasformando il quartiere, già troppo trasformato dalla riqualificazione, in maniera diversa da come a me piaceva.
    Sarebbe, invece, bene che, nel quartiere, come da me premesso, venissero rispettate le regole del civile convivere nonché le leggi dello Stato italiano.
    Io, se lei rilegge bene la mia, non rimpiango tanto i trans quanto ciò che abbiamo avuto insieme alla cosiddetta riqualificazione: ovvero la grave trasgressione al rispetto dei residenti che quasi tutte le sere si verifica come lei stessa potrà constatare.
    Per obiettività devo notare che l’afflusso di persone richiamate dai trans era molto minore e circostanziato rispetto al parcheggio in cui è stato trasformato il quartiere.
    D’altronde i trans bisognava andarseli a cercare, le auto sui prati, marciapiedi e in divieto di fermata ce li dobbiamo sorbire volenti o nolenti; a meno del ricatto: cambi casa.
    Io preferirei continuare a vivere qui e che si rispettassero decorosamente regole e leggi.
    Quindi sarebbe stato auspicabile: né trans, né abusi alle norme del codice stradale e del civile convivere.
    Questa doveva essere la conclusione a cui volevo arrivare.
    Più rispetto del prossimo e più controllo.
    Che poi io ricordi con nostalgia la bellezza e la solitudine e tranquillità del quartiere prima dell’Auditorium, permetterà di concedermelo: tutti i gusti sono gusti.
    C’è chi preferisce respirare aria pulita e chi preferisce respirare il monossido di carbonio; tanto più se emesso dalle auto di bella gente.
    Io spero che a cambiare casa siano coloro, nuovi abitantio automuniti di due o tre auto a famiglia parcheggiate sui piani piloty senza regolamentare certificato prevenzione incendi e senza aver chiesto il parere dei comproprietari per il regolare cambio di destinazione d’uso.
    Spero anche che le istituzioni, come stanno già facendo – vedi parapedonali in punti di Viale De Coubertin -continuino nella loro opera meritoria di civilizzazione, ovvero sanzioni a chi trasgredisca e che, gli altri cittadini che, come me, amano il rispetto delle regole, si organizzino per denunciare le infrazioni e per inviare esposti.
    Il Villaggio Olimpico isola pedonale sarebbe meraviglioso.

  5. Gentile Lucia,
    ritengo utile, dopo aver riletto la sua, precisare alcune altre cose.
    Innanzitutto: chi deve cambiare casa non sono io: a me andava bene il quartiere come era quando io lo avevo scelto per viverci.
    Come al solito, quando qualcuno reclama il diritto a che non si tocchino i, chiamiamoli così, diritti acquisiti a vivere in pace dove si è scelto di vivere, continuando a farlo come era contrattualmente, diciamo così, quando si è scelto quel quartiere, subito qualcuno che, evidentemente prima abitava in un quartiere che a lui non piaceva, dice la solita frase: se non ti sta bene il non rispetto delle regole conseguente al cambiare lo stato delle cose vattene e cambia casa.
    Io ritengo che a dover cambiare casa doveva essere chi non aveva scelto bene dove vivere e non costringere poi altri a vivere secondo i suoi piacimenti successivi.
    Nello specifico quando si trattò di costruire l’Auditorium, niente di male in sé stesso, a parte il coprire il bello spazio che si vedeva a distanza e chiudere una strada pubblica, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, come potrà vedere andando su Google, inserendo Auditorium di Roma come chiave di ricerca e scegliendo quanto inserito da Wikipedia, espresse un parere fortemente critico sulla scelta del Villaggio Olimpico per costruire l’Auditorium.
    Quindi sono in buona compagnia, se quanto leggo è esatto, nell’essere contrario alla scelta.
    Non solo perché il quartiere era a mio parerere meno saturo di gas di scarico e più tranquillo – nonostante il problema dei trans da lei citato che, come vede, poteva essere facilmente risolto come lo è stato – ma perché, a mio parere, era più bello da vedere, meno trafficato, lo sguardo spaziava sino alla collina Parioli, i residenti erano molto più educati e rispettosi di chi, oggi, lo usa come parcheggio sui marciapiedi, sui prati, nelle proprietà private.
    Era più bello e malinconico, senza il caos di persone che vanno e vengono continuamente affannate e nervose.
    Chi deve cambiare casa non è chi ha scelto un luogo per viverci ma coloro ai quali questo luogo non andava bene.
    Invece di cambire, a mio parere in peggio, questo quartiere, si poteva scegliere uno spazio libero da case per costruirne uno nuovo come piaceva a chi caldeggiò all’epoca la costruzione al Villaggio Olimpico.
    Lei vi si sarebbe potuta trasferire.
    Molti residenti, poi, caldeggiarono tale scelta per puri motivi economici: sapevano che con la rivalutazione, pur se a dispetto dei loro polmoni e dei loro nervi, le loro case sarebbero aumentate di valore.
    Infatti poi le vendettero agli amanti della cultura.
    A proposito della cultura, laddove lei scrive che: si respira un’aria un pò più, come dire, culturale, anche se questo non mi sembra costiusca per lei una consolazione!, devo precisarle che non sento consolazione per il motivo che io la cultura ce la avevo già prima e non avevo bisogno che venisse qualcuno a portarmela – tra l’altro tra i vecchi assegnatari delle case popolari del Villaggio Olimpico c’erano molti insegnanti, notoriamente dotati di cultura -.
    Che poi all’epoca fosse rischioso girare la sera è veramente bella…
    Io uscivo a mezzanotte e non ho mai avuto problemi; semmai ora c’è rischio di essere investiti per come si guida, contromano e a velocità elevatissima, uscendo tra le macchine mal parcheggiate per traversare col rischio di non essere visti.
    Persone anziane che si vedono sfrecciare auto sul piano piloty a 70 all’ora o a velocità alta e contromano, dove non te le aspetti, in viuzze dove vigerebbe il passo d’uomo.
    Balla coi lupi è un film che mi rende l’idea: quando Dunbar, catturato dai civilizzatori, vede il Cisco, il suo cavallo, morente, Due calzini, il lupo morire come bersaglio per tiro a segno, e il suo Mondo, come lo aveva scelto e abbracciato, iniziare a perdersi verso il progresso, verso il progresso inteso come conquista, a domanda risponde: qui non serve l’esercito.
    Perché lì, già tutto, era armonia e bellezza. E Dunbar lo aveva capito, sarebbe presto soccombuto sotto l’incalzare di chi vuole sempre cambiare le cose: anche quelle perfette; o quasi, perché una cosa perfetta, senza qualche piccola imperfezione, è meno perfetta.
    Si goda ciò che diverrà la zona, se le istituzioni non interverranno a far rispettare meglio le regole ai visitatori – non ha colpa l’Auditorium per i visitatori -: una specie di via trafficata da terza periferia.
    L’aria purtroppo, regole o meno, dato l’afflusso di visitatori giornaliero non tornerà mai più come prima.
    E non vi saranno più novantenni.
    E neanche quel bel, maliconicissimo squallore lunare che si perdeva in distanza sotto le luci fredde dei lampioni del parcheggio sotto la collina Parioli, che contrastava con le luci calde che provenivano dalle finestre delle case, nel silenzio e solitudine totale, cosa che dava un enorme calore al cuore.
    Certamente lei, amante della cultura, coglierà il ricordo dell’immagine che si è persa come Cisco, Due calzini, il vecchio e migliore modo di vivere armoniosamente.
    Ora c’è il Far West.

  6. Sindrome di Stoccolma.
    E’ la sindrome che porta all’innamoramento, alla sudditanza psicologica del proprio carnefice.
    Molti residenti del Villaggio Olimpico dichiarano di essere gratificati dall’afflusso dei visitatori che si verifica da quando è stato costruito l’Auditorium.
    Prima, dicono, era solo squallore, silenzio, abbandono.
    Io vedevo tutto questo come tranquillità.
    Non so di preciso, quando mi dicono che adesso viene tanta bella gente nel quartiere a chi di preciso si riferiscano e cosa sia che li gratifichi di queste, in generale, legittime visite in un Paese libero.
    Dato per scontato, ognuno è libero di avere le sue preferenze, che io preferivo la tranquillità precedente, mi chiedo quali siano le persone che dovrebbero gratificare il quartiere con le loro visite.
    Certamente non i prepotenti, supponenti, arroganti borghesi suv dotati da migliaia di euro che, per meglio sfoggiare le loro carcasse lucidate a festa, le parcheggiano troneggianti, come tutti possiamo vedere, sui marciapiedi, sulle zone verdi, nelle prprietà private; se potessero anche sugli alberi.
    Costoro, a mio parere, non possono gratificare i residenti con la loro visita, perché sono dei maleducati cheabbrutiscono tutto ciò che rendeva bello il quartiere.
    Forse le scolaresche o quei signori che, i fine settimana girano col naso in su, entrando anche nelle proprietà private, guardando le nostre case popolari, scatole da scarpe dove tutti i fenomeni naturali si avvicendano con le stagioni: freddo, caldo, vento, pioggia, scambiandole per opere d’arte da rivedere con una ottica diversa?
    Potenza della speculazione edilizia, quella che ha fatto lievitare i prezzi di case popolari come se fossero palazzine rifinitissime.
    Forse è questo che gratifica molti residenti?
    A questo proposito, delle visite guidate nelle proprietà private, mi chiedo perché nel quartiere non si attui quanto obbbligatoriamente previsto dal Regolamento edilizio urbano, che obbliga alla recinzione di tutte le proprietà private.
    Spero comunque che bella gente non sia ritenuta quella che usa il nostro quartiere per parcheggiare in maniera che grida vendetta, che va contromano, che supera i limiti di velocità; che, in poche parole, considera il nostro quartiere il loro garage e la loro pattumiera – vedere come sono ridotte strade e prati dopo ogni visita e manifestazione: cartacce, scatoloni.. -.
    Se questi sono la bella gente io consiglio a chi li ammira di trasferirsi nei quartieri di lusso ove tali persone abitano e che tengono belli lindi e puliti e, se tale lindore e pulizia non piace, perché sa troppo di tranquillo, allora di trasferirsi in qualche preriferia degradata ad alto traffico; se non va loro di attendere che anche il nostro quartiere sia ridotto così, perché per ora è sulla buona strada.
    Da dire anche che il sorgere continuo di cartelli pubblicitari, abusivi spesso, sta decorando ulteriormente il nostro bel quartiere.
    Indovinate perché sorgono tanti cartelli: perché c’è tanta gente che transita e viene a rimirare la pubblicità.
    A me a volte sorge il dubbio che siano in vendita non solo appartamenti nel quartiere ma il quartiere stesso, abitanti e loro diritti a vivere in tranquilliità compresi.
    Una sola cosa aveva di bello questo quartiere, irrimediabilmente – anche se la speranza di provvedimenti non è mai l’ultima a morire: chissà, se fosse dichiarato isola pedonale.. – compromessa: la tranquillità e il poco traffico; il verde, ormai attaccato con o senza successo per costruire – si è cercato anche di costruirci un centro commerciale, figuratevi cosa sarebbe successo – l’aria relativamente pulita e il silenzio, lo spostarsi a piedi…
    Ma c’è qualcuno che riesce ad andare con la memoria a solo una ventina di anni fa?
    Se svendiamo quersto non ci rimane niente, il nostro diverrà un quartiere come tanti altri.

  7. Gentile Giuseppe, mi pare di capire che lei attribuisca la maggior parte della colpa di certi comportamenti incivili al cambiamento del quartiere seguito alla costruzione dell’Auditorium, senza forse rendersi conto che tutta Roma sta cambiando, almeno quella che conosco io, cioè Roma nord.
    Ora io abito in Via Flaminia, in un comprensorio che un tempo era abitato da persone per lo più anziane che si conoscevano tutte; sembrava, per usare la sua espressione, un piccolo paese. All’inizio, negli anni ’60, questo non era di certo un quartiere di lusso, e gli abitanti erano per la maggior parte impiegati e operai.
    Purtroppo, e questa è la natura delle cose, la maggior parte di loro sono morti, anche i miei nonni che qui abitavano, gli appartamenti sono cresciuti di prezzo in modo sproporzionato, e mano mano hanno acquistato persone con buona disponibilità economica, che, e questo è l’andazzo generale, hanno due o tre macchine a nucleo familiare, e di conseguenza, perchè tutti poi pretendono con la solita prepotenza di parcheggiare all’interno del condominio, sulla stradina condominiale è scoppiata “sosta selvaggia”.
    Ma anche nel quartiere oramai la gran parte del traffico automibilistico è costituito dai cosiddetti SUV, con consequente problema a passare per le strade spesso strette della zona.
    Assistiamo tutti i giorni alla prepotenza di questi automibilisti, e, come dice giustamente lei, è il Far West che avanza!
    Io direi anche l’inciviltà e l’arroganza delle persone. Vede, per me è un discorso molto più vasto. L’Auditorium è veramente una bruttissima costruzione, ma forse l’intento era buono. Che le persone parcheggino alla selvaggia, non solo i visitatori, mi par di capire lei si riferisca anche ai nuovi abitanti del quartiere, non dipende quindi dalla sua costruzione, ma delle sempre più brutte abitudini e dalla maleducazione degli italiani. Se non cambiano noi modo di pensare e di comportarci le istituzioni possono fare ben poco! E mi consenta, paragonare la bellezza dei paesaggi di Balla con i lupi con il Villaggio Olimpicolo lo trovo un pò azzardato!

  8. Errata corrige:
    In riferimento al mio intervento ” Sindrome di Stoccolma”, laddove scrivo: ” ..guardando le nostre case popolari, scatole da scarpe dove tutti i fenomeni naturali si avvicendano con le stagioni: freddo, caldo, vento, pioggia, scambiandole per opere d’arte da rivedere con una ottica diversa?
    Potenza della speculazione edilizia… “, intendevo :” speculazione immobiliare” (e non speculazione edilizia come erroneamente scritto).

  9. Gentile Lucia,
    io, a differenza dei suoi anziani vicini morti, pur essendo relativamente anziano sono ancora vivo ed abito al Villaggio Olimpico e non a Via Flaminia: credo quindi di conoscere abbastanza bene la situazione locale.
    Pur essendo vero che a Roma, grazie alla pigrizia di molti suoi abitanti e alla loro maleducazione si è avuto un generale degrado dell’ambiente dovuto ad inquinamento da auto, devo notare che, al Villaggio Olimpico, tale degrado da traffico sia stato percentualmente più elevato per la cosiddetta rivalutazione della zona, che ha richiamato più e nuove tipologie sia di residenti, sia di visitatori, richiamate dal prestigio attribuito alla zona dalla costruzione dell’Auditorium.
    In primo luogo quindi tale cosiddetta riivalutazione ha richiamato abitanti più facoltosi e con più auto per famiglia.
    A parte questo che già di per sè ha aumentato il numero di auto nel quartiere vi è poi il fenomeno più eclatante dei non residenti e visitatori o fruitori delle manifestazioni quasi odiernamente organizzate dall’Auditorium, che quasi quotidianamente si riversano nella zona in massima parte con automezzi privati. A questa massa di automezzi che quasi quotidianamente si riversa nel quartiere vanno aggiunti tutti quelli che quotidianamentee periodicaente vi si recano per usufruire delle altre strutture nate intorno all’Auditorium: bar, chioschi, librerie, piste di ghiaccio, mostre di formaggi, mostre di automobili, mostre di moda, festival del cinema e così via. Quindi come può vedere, probabilmente, in questo quartiere, se non fosse stato per la “riqualificazione”, il degrado da inquinamento da traffico sarebbe stato inferiore a quello di altri quartieri dato che, come anche lei fa capire con il suo precedente intervento, se non fosse stata riqualificata, la zona, così come era, non avrebbe richiamato nè nuovi residenti facoltosi, né visitatori: per il semplice fatto che questo quartiere, all’epoca, era schifato da tutti. E per questo mi piaceva, perchè tale scarso richiamo di un certo tipo di bella gente – dato per scontato che siamo in un Paese libero e chiunque è libero di circolare ove voglia sul territorio nazionale – , risparmiava ai nostri polmoni tanto monossido di carbonio e ci regalava tanta tranquilità. Per il paragone con i territori dei Sioux Lacota salvo errori, a cui se non sbaglio i Mohicani appartenevano, sono d’accordo con lei: pur essendo infinitamente più bello di adesso, anche allora il Villagio Olimpico non arrivava a tanto; non per niente, gli americani che , più saggiamente di noi, sanno conservare buono parte del loro patrimomio di bellezze li hanno preservati dal “progresso” trasformandoli in intoccabili, lì sì veramente, parchi naturali.
    Non sono d’accordo con lei comunque, che il convivere civile dipenda solamente da noi: perchè esiste anche una parte migliore dei cittadini che andrebbe strenuamente, proprio per il valore che rappresenta, difesa dal comportamente della parte peggiore. Per questo esistone le Istituzione che devono far rispettare le regole. A questo proposito la invito nuovamente a leggere quanto scrive Wikipedia su internet a riguardo della costruzione dell’Auditorium al Villaggio Olimpico: proprio per ovviare ai problemi che si stanno verificando era stata progettato un parcheggio, salvo errori a tre piani, in gran parte deserto.

  10. L’Auditorium nelle intenzioni doveva avvicinare i giovani e le classi meno agiate alla musica: che questo sia avvenuto è tutto da dimostrare. Fin dalla fase progettuale i pareri negativi furono molti (tranne quello di Rutelli!) per ragioni estetiche e pratiche tant’è che poi Magistratura e Corte dei Conti si sono interessati alla faccenda. I lavori sono stati fermi per lungo tempo a causa del ritrovamento di reperti archeologici e per la grande quantità di acqua presente negli scavi mentre i costi salivano……..poi si è verificato quello che in tanti avevano profetizzato: niente collegamenti, niente parcheggi, il degrado del Villaggio Olimpico, Viale DeCoubertin trasformata in un gran bazar……se questa è cultura! Perchè non si è fatto l’Auditorium dove è sorta la Nuova Fiera di Roma a poche decine di metri dal GRA e con spazi per decine di migliaia di auto?
    Quanto al problema dei trans, che ha però interessato solo la zona del lungotevere e quella dietro il Bowling, bisogna dire che era a conoscenza di tutti (molti turisti che venivano a Roma chiedevano ai tassinari di portarli al V.O. per vedere i trans sulla strada praticamente nudi): il problema era noto alle forze dell’ordine e alle Istituzioni Sindaco compreso (lo stesso dell’Auditorium?) …. eppure si è lasciato fare per anni.

  11. Niente collegamenti? Linee di autobus dedicate, servizio di navetta a richiesta. Niente parcheggi? ce ne sono ben due: quello sotto l’Auditorium e quello , enorme a raso. Io sono tra le poche persone che lo utilizzano, è competenza dell’ATAC, male illuminato, con pavimentazione sconnessa, ma i posti per le macchine ci sono sempre. L’Auditorium, con tutte le sue pecche e lacune (ad esempio è ricco di barriere architettoniche e povero di ascensori e bagni), è comunque diventato un grande centro culturale, che avvicina alla musica (di tutti i generi), persone di tutte le età (dai piccolissimi agli anziani) e ospita eventi sin troppo variegati. Non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca: miglioriamo le cose con i nostri comportamenti indivduali (magari solleciati con interventi della polizia urbana per evitare la sosta selvaggia in prossimità dei parcheggi e dal miglioramento del parcheggio all’aperto) e chiedendo alle istituzioni di provvedere per il meglio. Ad esempio mi sembra si stia riducendo la pletora di personale con compiti forse superflui.

  12. Quello della gentile Signora Oliva non è certo un campione rappresentativo: perchè sicuramente non appartiene alle “classi meno agiate” e sicuramente all’Auditorium non ci va con l’autobus; e poi lo dice Lei che è una delle poche ad usare il parcheggio (questo significa che nessuno lo usa) e che gli eventi sono “fin troppo variegati” (ad esempio: bancarelle, stands, chioschi, gazebi, piste di ghiaccio….). Certo l’Auditorium c’è e, grazie a Rutelli, ce lo dobbiamo tenere (insieme al “muro del pianto” dell’Ara Pacis): ma mica lo dobbiamo amare per forza!

  13. Per fortuna che doveva avvicinare alla cultura, o alla musica? o alle mostre? i meno agiati: per quel che riguarda le baracchette forse ce li avvicina ma non riesco, con tutta la buona volontà, a credere che lo zucchero filato, le salsicce, le pizzette, i braccialetti e così via costituiscano cultura, sarà un mio limite.
    Per quel che riguarda la musica le classi meno agiate trovano più economico comprarsi dei CD che spendere soldi per biglietti sinceramente con prezzi poco, a mio parere, avvicinabili dai meno agiati. Poi tutto è discutibile, vista la presenza di radical chic, borghesi con suv da 50000 euro dai quali scendono quattro o cinque bambini vestiti con abiti di lusso, che, naturalmente, ove possibile , spesso, parcheggiano sui marciapiedi per risparmiare un euro di parcheggio.
    Alla faccia delle classi meno agiate… Io vedo solo o quasi ricchi arroganti e prepotenti che usano il quartiere come loro personale parcheggio abusivo: il parcheggio della musica.
    E il megaparcheggio di cui parla la Signora Oliva rimane quasi deserto.
    Viva la cultura portata alle classi meno abbienti. Finalmente, i meno abbienti, come capita d’estate possono ascoltare i concerti da fuori e mangiare una salsiccia o quel che sia, in casa arriva puzzo di grasso sulla brace, e, d’inverno, possono succhiarsi uno zucchero filato mentre le classi abbienti, dopo aver in molti casi aver parcheggiato sui prati, se ne vanno a sentire il concerto.
    Per avvicinare le classi meno abbienti alla musica occorrerebbero concerti gratuiti.

  14. L’allievo di un maestro di arte Bonsai aveva scopato per bene i vialetti del giardino giapponese, dalle foglie cadute, in autunno, dagli alberi.
    Quando vide l’operato il maestro prese le foglie raccolte dall’allievo e le rigettò nel vialetto.
    Non hai capito niente, gli disse.
    Il giardino giapponese, la più alta espressione dell’arte del giardinaggio, infatti, deve essere studiato talmente bene da dover riprodurre, nascondendo l’artificio, un paesaggio naturale.
    Infatti nulla può eguagliare l’armonia di un paesaggio naturale.
    Tale lezione non la capiscono i giardinieri occidentali che fanno i loro giardini con bosso tagliato a forma di pupazzi, di anatre, nani… mortificando e offendendo la bellezza della natura.
    Nulla può eguagliare la natura.
    Purtroppo l’uomo, per esigenza primaria di costruire, non sapendo più vivere in abitazioni in armonica fusione con l’ambiente naturale, ha inventato l’architettura.
    Purtoppo l’architettura mostra spesso evidentemente l’arroganza dell’uomo, che crede che la sua idea di bellezza sia superiore a quella della natura.
    Purtroppo dobbiamo vivere secondo certe regole imposte da secoli di cultura.
    Però, devo ammetterlo, a me l’architettura è una scienza che sta veramente antipatica: perché si arroga il diritto di cambiare lo stato delle cose e lo stato primigenio delle stesse.
    Lo facesse con modestia, perlomeno, dicendo,: “sì, è vero, era meglio prima, ma questo è il massimo che ho potuto fare come mediazione…”.
    Invece no: pretende di aver addirittura migliorato ciò che ha tolto per sempre dalla faccia della Terra e che, da oggi, sarà rimpiazzato solo da un numero sempre cresecente – e che “deve” continuare a crescere, perché c’è chi deve lavorare e altri modelli di sviluppo non si vogliono vedere – di auto che offenderanno la vista, l’olfatto, la salute e lo spazio, che dovrebbe essere altrimenti usato.
    Parlo in generale dell’andazzo della specie Uomo, l’unica che in cento anni sta riuscendo a distruggere millenni di vita sulla Terra.

  15. Per quel che riguarda il chiamare i Vigili Urbani, fare esposti contro sosta selvaggia e altro, io e altri lo facciamo da anni.
    Ma il risultato è che, dopo anni, di interventi – perché spesso Vigili intervengono come testimoniano le multe arrogantemenete gettate per terra dai destinatari, quale sicumera – poco è cambiato: sono stati messi più parapedonali a Viale De Coubertin, ma ora il problema si è solamente spostato in altre vie e altri prati.
    Perché non recintare le zone verdi?
    Si continua, nonostante le segnalazioni, a non pagare quasi mai il ticket previsto, in alcune vie fino alle 23, sulle strisce blu, togliendo possibilità di parcheggio a chi volesse farlo e ai residenti.
    Si continua, soprattutto, a non parcheggiare nel parcheggio appositamente previsto per ovviare agli inconvenienti citati, in fase di progettazione dell’Auditorium. Se non in maniera insufficiente.
    Forse le istituzioni dovrebbero capire il motivo di tale inutilizzo e eliminarlo con qualche modidifica.
    L’unica soluzione, vista la testarda resistenza dei trasgressori al civile convivere sembrerebbe quella di rendere il Villaggio Olimpico zona pedonale.
    Così si risolverebbe anche l’irrisolvibile problema, pur se tutto filasse liscio, dell’aumento dei gas di scarico in zona.

  16. Beh Giuseppe, quanto a mortificazione ed offesa della natura mica la trovo tanto sensata ‘sta storia del bonsai.
    Noi taglieremo il bosso a forma di pupazzo ma loro costringono un “normale” albero a rimanere nanetto mettendolo in un vasetto e tagliuzzandolo tutto il tempo.
    Un po’ come le 芸者 ancordette geishe , i cui piedi venivano fasciati per impedirne la crescita e per renderli piccoli aggraziati.
    Robba da occhi a mandorla, mica matriciana.
    Continuiamo tranquillamente a spazzare le foglie e che magari fosse.

    Quanto all’Auditorium.
    Brutto ma veramente brutto.
    Pare che abbia però un’armonica fantastica , per la musica. Ci credo pur non avendolo mai provato.
    Diciamo che Noi , essendo Romani , abbiamo un gusto classico per l’estetica. Abbiamo dei conati violenti osservando la teca dell’Ara Pacis così come li abbiamo per gli armadilli del”Auditorium.
    Magari è un nostro limite , siamo noi che non capiamo.
    Stessa violenta sensazione che provo quando vedo la piramide di vetro di fronte al Louvre che interrompe lo spazio immenso di cui la vista godeva.
    Sarà ..

    Non facciamo un caso personale per il traffico ed il parcheggio, c’è in tutta Roma . Non è che il Villaggio Olimpico sia l’unico ad esserne gravato. E con questo certamente non giustifico il sopruso del parcheggio selvaggio. Basterebbe far osservare le regole così come a Vigna Stelluti , Ponte Milvio &C.,
    La sosta selvaggia è praticata dai proprietari dei suv come da quelli della skoda; i pneumatici della picanto rovinano il prato come quelli dell’X5
    Solo sulla Cassia Antica sono ferrei , dello stessa lega metallica che ha colto il cervello del direttore del S. Andrea.

    A me , come spazio tutto sommato piace. Si può passeggiare mediamente in pace , c’è una splendida libreria , ci sono spazi. Se poi vuoi , ci sono pure spettacoli. E la moto trova parcheggio regolare.

    Le bancarelle , lo zucchero filato , la pista ghiacciata , ci sono solo nel periodo natalizio.
    Non mi sembra uno scandalo , altrimenti dovremmo urlare allo scempio da anni per Piazza Navona , sito assai più nobile del Villaggio Olimpico , credo.

    Tutti vorremmo avere la zona pedonabile attorno al civico , vecchia storia dell’ovunque ma non nel mio giardino.

    Personalmente non ho grosso rimpianto dei trans del Villaggio anche se ricordo che quando venivano organizzate fiaccolate per sollecitarne l’allontanamento , molti gridavano all’omofobia razzista. Seppoi li rivolete , dalla Cassia ve ne possiamo rispedire a calci un congruo numero.

    Quanto poi ad avvicinare le classi meno abbienti con concerti gratuiti alla musica , francamente mi sembra di risentire vecchi e datati concetti. Credo che alle classi meno abbienti in genere freghi poco della musica da camera o classica o free jazz. Io sono meno abbiente ed infatti me ne frega il giusto , credo che neanche la parola gratis riuscerebbe in genere a convincermi. Magari preferisco leggere , vedere film ed ovviamente seguire la Magica. Musica ahimè poca , mio difetto . largamente però condiviso. Abbienti o meno. Tutto sommato il costo del biglietto di concerto è simile a quello dello stadio o dell’abbonamento a sky o premium.
    Diamoci da fare per rispettare e far rispettare le regole ovunque e cerchiamo mediamente di essere tolleranti anche con quello con cui non siamo proprio e totalmente d’accordo.

  17. Giusto l’accorato appello di Aragorn alla tolleranza ma non è quello di cui stiamo parlando. Mica c’è una legge che dice che una città, un paese o un quartiere devono diventare per forza una schifezza per far posto a tre armadilli che tutti, ma proprio tutti, hanno detto che li non ci devono andare. Va bene poi la cultura, la musica, le bancarelle e tutto il resto ma mica è una Legge Divina che ci dobbiamo beccare cubi, fontane, guglie, piramidi, sfere, tralicci e schifezze varie solo perchè i politici ce li impongono (il bello è che li paghiamo con i soldi nostri! Ve li ricordate i due vesuvi in miniatura piazzati a Napoli pagati 500.000 Euro con fondi Europei che manco fumavano bene? Non potevano usare quei soldi per fare un po’ di differenziata!!!!!!!). Per chiudere il discorso andate a vedere cosa sono diventati gli spazi attorno allo stadio Flaminio , quelli che un tempo erano aiuole e marciapiedi: parcheggi, con tanto di parcometri e righe blu. Per forza, avendo fagocitato il parcheggio dello stadio da qualche parte bisognava pure metterle ‘ste benedette macchine!

  18. @ Giuseppe: se i meno agiati o i più pigri, e quelli che non distinguono la differenza tra l’ascolto di musica sinfonica , da camera (o altro) dal vivo rispetto a quella riprodotta in un CD, possono agevolmente ascoltarla a casa loro, è perchè istituzioni cone Santa Cecilia e tante altre nel mondo, riescono a far produrre musica attraverso concerti in parte sovvenzionati da pubblico pagante e sempre più, in Italia, alle prese con la scarsità di fondi per la cultura, dirottati in altri lidi.
    @Gargaglia e VCB: ci aiutate a passare dalla denuncia del degrado del Villaggio Olimpico a interventi dei vari Enti competenti ( Comune di Roma, Fondazione Musica per Roma, ATAC, Polizia Urbna, eccetera) per migliorare lo stato attuale che penalizza innanzitutto i residenti, ma anche chi frequenta l’Auditorium, che non credo qualcuno immagini possa essere spostato altrove? Cominciamo dall’inaccettabile stato del parcheggio all’aperto? Confesso le mie colpe: lo utilizzo per parcheggiare a pagamento e non vado all’Auditorium in autobus, anche perchè da Vigna Clara dovrei prendere 2 autobus e le frequenze il sabato non sono ottimali.

  19. Altri suggerimenti per Giuseppe e per tutti quelli che come lui parlano di cose che non conoscono (eppure su INTERNET c’è):
    leggete su http://www.santacecilia.it/
    delle iniziative presso l’Auditorium a prezzi minimi o gratuite, ad esempio:
    Family Concert
    Biglietti: intero 11 Euro, ridotto 7 Euro
    la domenica – ore 11 introduzione – ore 12 concerto
    oppure:
    Ricordando Eisenstein
    dal 15 al 21 gennaio
    Proiezione selezione film di Sergej Eisenstein
    MUSA (Museo degli Strumenti Musicali dell’Accademia di Santa Cecilia)
    Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

  20. Gentile Signora Oliva non è mica una colpa prendere l’auto invece del bus; non è neppure una colpa ascoltare della buona musica o passeggiare davanti all’Auditorium. Quello che si è cercato di dire in questi commenti è che i gravi inconvenienti e disagi sorti con la realizzazione dell’Auditorium erano stati evidenziati prima dell’inizio dei lavori (anche da alcune Istituzioni ,evidentemente meno miopi) e che non mi sembra giusto che gli abitanti del Villaggio Olimpico (o quello che rimane di quella popolazione) debbano scontare le colpe della leggerezza, incapacità e forse disonestà di altri (mi sembra di capire che la Corte dei Conti ancora indaga). Cordiali saluti.

  21. Andiamo per ordine: per Aragorn: per quanto dice riguardo il fatto che in tutto Roma c’è il problema della inosservanza del codice stradale e del civile convivere avevo già risposto e rincollo, specificando che, comunque, in tutta Roma dovrebbero vigere le leggi dello Stato italiano e fatte sempre rispettare.
    Pur essendo vero che a Roma, grazie alla pigrizia di molti suoi abitanti e alla loro maleducazione si è avuto un generale degrado dell’ambiente dovuto ad inquinamento da auto, devo notare che, al Villaggio Olimpico, tale degrado da traffico sia stato percentualmente più elevato per la cosiddetta rivalutazione della zona, che ha richiamato più e nuove tipologie sia di residenti, sia di visitatori, richiamate dal prestigio attribuito alla zona dalla costruzione dell’Auditorium.
    In primo luogo quindi tale cosiddetta rivalutazione ha richiamato abitanti più facoltosi e con più auto per famiglia.
    A parte questo che già di per sé ha aumentato il numero di auto nel quartiere vi è poi il fenomeno più eclatante dei non residenti e visitatori o fruitori delle manifestazioni quasi odiernamente organizzate dall’Auditorium, che quasi quotidianamente si riversano nella zona in massima parte con automezzi privati. A questa massa di automezzi che quasi quotidianamente si riversa nel quartiere vanno aggiunti tutti quelli che quotidianamente e periodicamente vi si recano per usufruire delle altre strutture nate intorno all’Auditorium: bar, chioschi, librerie, piste di ghiaccio, mostre di formaggi, mostre di automobili, mostre di moda, mostre di piante, festival del cinema e così via. Quindi come può vedere, probabilmente, in questo quartiere, se non fosse stato per la “riqualificazione”, il degrado da inquinamento da traffico sarebbe stato inferiore a quello di altri quartieri – come lo era già prima della “riqualificazione” – dato che, se non fosse stata riqualificata, la zona, così come era, non avrebbe richiamato né nuovi residenti facoltosi, né visitatori: per il semplice fatto che questo quartiere, all’epoca, era schifato da tutti. E per questo mi piaceva, perché tale scarso richiamo di un certo tipo di bella gente – dato per scontato che siamo in un Paese libero e chiunque è libero di circolare ove voglia sul territorio nazionale – , risparmiava ai nostri polmoni tanto monossido di carbonio e ci regalava tanta tranquilità.
    Per i Bonsai un po’ la penso come lei, anche se sembra che, a differenza della costrizione dei piedi delle Geishe, pratica peraltro ormai abbandonata, una periodica potatura di radici e parte aerea delle piante allunghi la vita delle stesse. Però non solo le piante in vaso – bonsai significa “pianta in vaso” e quindi anche i gerani in vaso sono bonsai, magari meno artistici – sono potate: ciò accade anche per gli alberi e ciò aiuta a proteggerli da malattie e ad allungarne, come detto, la vita.
    Ciò che avevo scritto, comunque, del maestro bonsai, riguardava non i suoi bonsai ma il suo giardino, non costretto in un vaso; quindi la sua osservazione era, giusta o meno, fuori tema.
    Per quel che riguarda lo spazzare le foglie in occidente, magari: al Villaggio Olimpico, in alcune vie, quando piove, l’acqua raggiunge livelli tali da dover camminare con le calosce: occorrerebbe che il Comune di decidesse a risparmiare sul superfluo e sturasse le fogne atturate da immondizia e foglie secche e fango.
    Magari il comportamento civico di noi occidentali fosse anchesolo un decimo di quello degli orientali: ha mai visto un quartiere giapponese? Provi a trovare una carta di caramella per terra… Equivale alla probabilità di vincere il Superenalotto.
    E’ vero che a non rispettare le regole vi sono anche catorci ma, perlomeno, questi sono di persone che, non essendo probabilmente abbienti, danno meno nell’occhio nel voler risparmiare un euro per rispettare le regole e gli altri cittadini.
    Il problema del brutto o meno che sia, a mio parere, è meno rilevante; anche se fosse bello , sempre avrebbe tolto spazio, aria e ossigeno ai viventi; che poi questo sia un problema comune e che tutti vorremmo il rispetto delle regole sotto casa nostra, benissimo: facciamole rispettare sotto tutte le nostre case, come da diritto dovere.
    Non dico che solo il Villaggio Olimpico debba essere isola pedonale. Qualsiasi altro residente di altra zona dovrebbe avere il diritto ad avere il proprio quartiere auto free, come accade nelle città di altri stati europeri, dove sono bandite anche le auto dei residenti e dove tutto è organizzato in modo da non averne bisogno.
    D’altronde l’idea che l’auto sia un diritto è un errore indotto dalle lobbies costruttrici nella debole mente degli acquirenti, che, spesso, altro di bello non riescono a concepire nella vita come aspirazione, e che cozza con il diritto sancito dalla Costituszione alla salute.
    Resta il fatto che si dovrebbero far rispettare le norme minime del vivere civile e le leggi dello Stato, non consentendo il parcheggio e la circolazione illegale così come avviene.
    L’ho detto, in questo quartiere e anche in altri, si rischia di avere l’impressione di vivere in una zona franca dalla legislazione italian.
    Per lo zucchero filato lo trovi solo a Natale ma ogni stagione e festa ha il suo evento che non lascia se non pochi spiragli di pace ai residenti: carnevale, Pasqua, Natale, luglio, Festival del Cinema, mostra motori con sgassate di Ferrari che tormentano tutto il giorno i timpani… e così via, in un continuo leva e metti bancarelle e chiudi strade, tanto gli anziani, per prendere l’auto, possono recarsi a Via Flaminia o ai Parioli, facendo lo slalom tra i cantieri.
    Per il fatto che la cultura a volta dia l’impressionedi essere l’ultima cosa concordo con lei; da musicista quale sono mi sento anche di dissentire sulle scelte e sull’acustica dei concerti all’aperto, visto che in Italia è ancora consentito esprimere pareri.
    Meglio un buon CD.
    Per il del prezzo dei biglietti quindi, che siano cari come quelli dello Stadio, che non frequento, e di abbonamenti televisivi privati, che non uso, la cosa mi è indifferente.
    Non siamo noi residenti a dover essere tolleranti ma i visitatori a dover rispettare le regole in modo che non abbiano bisogno di farsi tollerare.
    Per i suoi gusti personali di divago non entro in merito.
    Importante non è ciò che è bello o meno ma è come viene elargito: non si può dire che sia male fare concerti in un posto: però occorre creare strutture tali da non recare fastidio ai residenti della zona ove ciò si verifica; non basta dire: se i nostri visitatori sono maleducati la colpa non è nostra: occorre che le istituzioni si preoccupino di creare le strutture, già esistenti, come il megaparcheggio semideserto, e poi fare in modo che vengano usate; non è tollerabile lo spettacolo che, ad ogni evento, si presenta di non rispetto del civile convivere e delle leggi.
    Per Rosanna: sono un musicista e so distinguere bene la differenza tra un concerto dal vivo e l’ascolto di un CD: infatti speeso preferisco l’ascolto di un CD, ben registrato in studio; anche perché, oltre al “come si sente”, ritengo importante: “quello che si sente”. Ho diritto ai mei gusti e alla critica?
    E, a parte il fatto che non andrei mai, per principio, neanche gratis ad ascoltare un concerto all’Auditorium perché tale struttura, da residente, mi è stata imposta, o meglio mi sono stati imposti tutti i suddetti problemi collaterali, raramente la scelta della musica mi trova concorde: forse più che portare la cultura – ma veramente oggi, con i mass media che globalizzano la conoscenza c’è ancora questo problema? – a me sembra che, a volte, si facciano scelte commerciali per guadagnare, più che per educare. Ma questo è un mio parere da musicista dilettante, al quale comunque ho diritto.
    Dato che lei non mi conosce non credo che possa permettersi di scrivere che parlo di cose che non conosco.
    Per Eisenstein, già negli anni settanta, avevo visto i suoi films – ne ho anche qualcuno su VHS – , essendo stato un frequentatore quasi giornaliero di tutti i corcoli culturali dell’epoca: dal cinema al jazz.
    All’epoca l’offerta culturale era migliore e economicissima: in piccoli clubs potevi parlare con personaggi importanti della cultura e ascoltarli a due metri dalla poltrona, dare la mano a Chet Baker o parlare con la figlia di Charlie Parker, essere invitato a cena da Art Blakey alla fine di un concerto, come mi è capitato…
    E’ inutile che lei mi indirizzi a un sito ove c’è l’offerta degli eventi, perché non ci andrei neanche se mi pagassero.
    Non ne ho bisogno e, alcuni, molti, non mi interessano.
    Già ho visto molto in tempi migliori quando la cultura era veramente alla portata di tutti quelli interessati. Perché poi, abbienti o meno, se a qualcuno la musica non interessa, non è che possiamo imporgliela a prezzi più o meno bassi: il problema è che, se uno preferisce la partita, anche se ce lo porti gratis, al concerto si addormenterà: è la scuola che dovrebbe formare le basi e far emergere le propensioni dei futuri uomini.
    La scuola statale. Lo Stato, gratuitamente, dovrebbe mettere, tra le altre materie, tendenti a creare lavoratori per i desiderata delle lobbies industriali, anche materie per far emergere e per, comunque formare, una educazione artistica. Non è, per me, problema di costo.
    Per quanto mi riguarda la cultura già ce l’ho; anche se c’è sempre da imparare non ho bisogno di strutture per fruirne: me la scelgo dove e come preferisco.
    Per le classi meno abbienti o meno acculturate – ormai non è detto che un povero sia privo di cultura e un ricco sia acculturato: vi sono poveri coltissimi e ricconi ignorantissimi, purtroppo, anzi, spesso questa è una regola. Per arricchirsi occorre desiderare solo il denaro; e per fare questo occorre fregarsene di tutto il resto, soprattutto della cultura.
    Perché la vera cultura, quella attiva, di chi la fa, e non quella passiva di chi si impelliccia per andare a sonnecchiare in una poltrona ascoltando, o quasi, un concerto, è onerosa, è cosa che non lascia né tempo per fare denaro, né tempo da perdere per frequentare certe strutture per radical chick, quelli che perdono tempo sbracati su una sedia di un bar alla moda, fingendo di scrivere chissà cosa su un computer che, magari, ha finito le batterie da un’ora. Quelli che si mettono in vetrina per sembrare.
    La cultura è farla, non subirla o, peggio ancora, fingere di subirla.
    Per Strix: il suo commento mi rasserena, dopo tanta ansia provata nel leggere il resto: c’è anche qualcuno che riesce a centrare il problema e, gentilmente e serenamente esporlo: il problema non è l’Auditorium né la cultura, ma il posto scelto per farlo e la maleducazione dei suoi visitatori; nonché, ad oggi, la scarsa capacità di far rispettare le leggi dello Stato italiano al Villaggio Olimpico ed in altre zone di Roma per quel che riguarda i visitatori delle zone e, perché no, anche dei residenti stessi.
    Per le strisce blu, per quello che riguarda alcune vie del Villaggio Olimpico ove vigono fino alle 23, il problema è che nessuno paga e nessuno viene sanzionato per il non farlo: da anni.
    E’ quindi superfluo metterle o meno.
    Non voglio che le regole siano rispettate solo sotto casa mia ma dappertutto: così staremo tutti meglio meno i fuorilegge: ma per questi qualcuno dovrebbe provvedere ad educarli: non iniziando dalla musicia classica ma iniziando dalle norme di base dell’educazione civica e della Costituzione Italiana.

  22. Dimenticavo: infatti, occorrerebbe gridare allo scandalo anche per Piazza Navona e gran parte del centro storico, ove sono peraltro nato e ove risiedevo fino al ’90.
    E’ uno scandalo lo stato in cui versa gran parte del centro storico: un bazar per turisti ove insegne multicolori e tavoli di bar e trattorie isenza soluzione offendono l’intelligenza e coprono la vista di ciò che di bello c’era fino a trenta anni fa. Per non parlare della quasi totale cacciata dei residenti a favore di uffici e attività commerciali, per la solita speculazione immobiliare.
    Da qui dovremmo imparare la lezione, perché questo è il rischio che altri quartieri corrono. Più si “riqualifica” e più l’aumento del valore – commerciale, si intende, che è inversamente proporzionale a quello della qualità della vita, per uno strano paradosso – degli appartamenti, poi, caccia l’ambiente, la bellezza, i viventi a favore dei commercianti.

  23. Ciò che risalta dalla discussione sulla cultura, è come questa veda come contrapposti i suoi difensori dai difensori dell’ambiente.
    In un Paese normale e in una logica normale, le due cose dovrebbero invece andare d’accordo.
    Se così non è, allora, si ammetterà che qualcosa che non va ci sia nel modo di fare le scelte e poi di gestirle, in generale, in Italia, al riguardo della cultura e di come la si intenda?

  24. @ giuseppe,
    non leggerò altri commenti così lunghi, ma visto che apprendo che è uomo di cultura, per favore si aggiorni e adegui lo stile dei suoi commenti al primo criterio da rispettare: la brevità
    il mio riferimento a fatti che non conosce riguardava le iniziative a basso preszzo o gratuite dall’Auditorium, che aveva dimostrato di ignorare

  25. Non credo che sia lei a darmi o meno il permesso di inserire commenti lunghi. Questo lo decide il gestore del sito. Vedo che lei insiste nel giudicare gli altri senza conoscerli.
    Lei non poteva neanche sapere se io fossi a conoscenza delle iniziative a basso prezzo, oltre a quelle relativamente costose alle quali mi riferivo – non necessarriamente ciò che non si cita si ignora -, o gratuite; rimane il fatto che, come detto, non mi interessano neanche se mi pagassero per fruirne.
    Nessuno le aveva chiesto di leggere il mio commento e sinceramente che lo faccia o meno la cosa mi lascia indifferente.
    Io ho solo risposto a quanto da lei esposto in merito al tema del blog, cosa che, se fatta con educazione come ho fatto, lei dovrebbe accettare come si usa quando si colloquia.
    Non intendo assolutamente adeguarmi, come non lo faccio per ben più importanti cose, al suo chiedermi di abbreviare i miei commenti.
    Continuerò, se lo riterrò opportuno, a farli lunghi quanto mi pare.
    Le confermo anche che non sono uomo di cultura, come lei mi classifica. Al riguardo le chiedo di nuovo di non dare giudizi sulla mia persona ma di limitarsi al tema del forum: altrimenti si, che, come da regolamento, a rigore i suoi commenti potrebbero rischiare di essere moderati.
    Non sono uomo di cultura, se la cultura è intesa come molti la intendono.
    Come detto, per me, la cultura deve assere attiva, non passiva: farla, non vedere o sentire quanto fatto da altri.
    Se posso permettermi di andare anche io fuori tema le posso dare un consiglio?
    Invece di giudicare la forma e commentare questa, giudichi il contenuto e risponda in merito allo stesso, che è poi il tema del blog.
    l

  26. Per cortesia, manteniamo calmi gli animi o dovremo moderare i prossimi commenti. Per quanto ne riguarda la lunghezza, gentile Giuseppe, Rosanna non ha tutti i torti: nel web – ce lo lasci dire, è il nostro mestiere – quanto più un commento è sintetico tanto più è apprezzato e tanto più stimola il dibattito.
    Buona giornata.
    La Redazione

  27. Sarò sinteticissimo: però deve essere un commento al tema del blog e non a chi vi partecipa.
    Vi riservate comunque il diritto di moderare ciò che è fuori regolamento.

  28. Mi sembra che il dibattito sia più che stimolato!
    E non mi sembra che nessuno abbia offeso nessuno: c’è solo qualche osservazione fuori tema fatta da chi non ha titolo a fare..

  29. Io invece vorrei rimarcare il fatto che in quell’area c’e’ anche una pista ciclabile, che purtroppo non è mai stata completata (manca proprio il tratto tra l’auditorium e villa glori) ma che congiunge ponte milvio (dove si trova la pista del tevere) con auditorium, villa glori, villa ada ecc.
    Purtroppo spesso la pista nel tratto davanti all’auditorium è occupata da installazioni in occasione delle varie fiere del cinema o altro, senza considerare che ci sono persone che usano la pista per andare al lavoro e senza lasciare un percorso alternativo altrettanto sicuro.

    date un’occhiata:
    http://ciclabiliaroma.blogspot.com/search/label/Ciclabile%20della%20Musica

    marco

  30. Io su quella pista ciclabile ci ho rovinato la bici: uno dei tanti rami caduti dai platani si è infilato tra i raggi della bici rovinando ruota eparaurti. Non sono caduto per un pelo.
    Se si fanno le piste ciclabili andrebbe fatta anche la loro manutenzione. Poi andrebbe curata la pericolosità delle stesse: guardatela dove corre lungo il fiume adiacente al mercatino di Ponte Milvio: in alcuni tratti scorre vicinissima a balaustre di cemento armato; se solo qualcuno dovesse cadere e battere la testa ci rimarrebbe sul colpo, anche se indossasse il casco.
    D’accordissimo col fatto che sia occupata, in quel tratto davanti l’Auditorium: c’è di tutto.
    All’incrocio con Via Guidubaldo Dal Monte, invece, spesso è invasa dalle auto parcheggiate. Tutto è utile come parcheggio: meno i parcheggi regolari.

  31. Vorrei lanciare uno stimolante tema per quanti, come me, abitino nelle adiacenze dell’Auditorium: il livello dei concerti tenuti a luglio all’aperto.
    Una volta, una annunciatrice della la Rai Tv, all’inizio dei programmi, recitava: “siamo in estate e le finestre sono aperte: se inavvertitamente avete alzato troppo il volume del vostro televisore…”.
    Tempi in cui il prossimo era considerato.
    A voi i commenti.

  32. Dopo l’articolo di VCB sull’Auditorium, alcune buche all’interno del Villaggio OLimpico (proprio le buche fotografate!) sono state chiuse con dell’asfalto.
    Forse si è trattato di una semplice coincidenza oppure qualcuno finalmente ha ritenuto che quelle buche rappresentassero un serio pericolo per la incolumità dei motociclisti.
    Ci piacerebbe saperlo.

  33. Meno abbientiiiii! Venite a sentire i concerti che sembra siano organizzati proprio per voi…
    Qualcuno ve li sta fregando…
    Qui vedo solo ricconi con auto costosissime e spesso mal parcheggiate…
    Dove siete, riapproprietevi della cultura che vi stanno scippando!
    Venite, prezzi bassissimi, sconti, anche gratis…
    Dovete acculturarvi, vi piaccia o no dovete farlo, altrimenti tutta questa costruzione sarà stata inutile!
    C’è chi dice che era stata fatta per portare la cultura ai meno abbienti, e invece, voi proprio non volete venire…

  34. Nelle buche ci sono caduti dei motociclisti e, per nascondere l’accaduto, sono stati sepolti nelle stesse…
    Naturalmente scherzo.

  35. @ francesco gargaglia
    per favore, pubblichi anche foto del parcheggio all’aperto! se sarà sistemato può darsi che diminuiscano le auto parcheggiate selvaggiamente che creano le giuste reazioni negative dei residenti

  36. Nell’articolo di Giuseppe Pellara “Auditorium una porta davanti alla cavea” (Corriere della Sera del 22 Febbraio) si ipotizzano nuovi lavori per la realizzazione “di un ampio slargo semicircolare onde esaltare la prospettiva dell’accesso alla cavea e sale”.
    Incredibile: anzichè cercare di risolvere il problema dei parcheggi (specie dopo aver raddoppiato la capacità dello Stadio Flaminio) il Campidoglio pensa a “sistemare l’area antistante l’Auditorium”.
    Ancora una volta le esigenze dei residenti sono considerate ZERO!!

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