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Parco Tor di Quinto, il parco della desolazione

Galvanica Bruni
Aggiornamento del 29 Gennaio 2010. Ecco il progetto del Parco di Tor di Quinto. Clicca qui.

parcotordiquinto.JPGIl 12 maggio 2009 il Comune di Roma aveva deciso di intitolarlo a Giovanna Reggiani ma la targa e’ ancora intestata “Parco Tor di Quinto”. Forse e’ meglio cosi’, nello stato in cui si trova cambiargli nome oggi sarebbe un oltraggio alla memoria, caso mai meglio ribattezzarlo Parco della desolazione. Desolato, abbandonato, sporco ed incolto: cosi’ si presenta il Parco di Tor di Quinto. Con il suo laghetto artificiale doveva essere il fiore all’occhiello di Roma Nord ed invece e’ solo erbacce rifiuti e melma.

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La raccolta dei rifiuti non si sa quando avviene, forse mai stando a ciò che vediamo in queste foto. Ma non è tutto perché abbiamo trovato anche una vasta area ricoperta di rifiuti organici maleodoranti ed avanzi di cibo avariato. Poco distante un varco nella rete, un pagliericcio ed una vecchia poltrona sfondata sono segnali emblematici di frequentazioni notturne.

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lo spazio dedicato agli animali non è stato mai realizzato tanto che i cani scorazzano liberamente. Alcuni per trovare refrigerio vengono spinti in acqua dai loro proprietari nonostante che il lago sia un pantano ricettacolo di sporcizia ed insetti. La melma vi galleggia stratificata, immobile.

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Nonostante la melma notiamo segnali di vita. Due sporadici uccelli acquatici si affacciano dalle canne ed alcuni piccoli pesci cercano cibo fra i sassi. La loro presenza fa supporre che le acque non siano totalmente inquinate e che il lago possa quindi essere ancora bonificato.

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I prati hanno l’erba secca ed incolta, alta in alcuni punti quasi un metro. Basterebbe un mozzicone di sigaretta o più semplicemente un episodio di autocombustione per creare un incendio di vaste proporzioni.

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Ecco il quadro desolante, triste, del Parco di Tor di Quinto frequentato nonostante tutto da famiglie con bambini e cani per trascorrere un’ora in libertà, da giovani runners che vanno ad allenarsi o più semplicemente a fare un po’ di moto, da studenti che vi si rifugiano per preparare un esame. Zanzare permettendo.

Nel tentativo di fare un minimo di luce sul perchè di tanto degrado, abbiamo chiesto il parere di Ludovico Todini, consigliere PdL del Comune di Roma e membro della commissione capitolina Ambiente, e di Marco Tolli, consigliere PD del XX Municipio e vicepresidente della commissione municipale Urbanistica-Inquinamento e Grandi Parchi.
Già anni fa, quando Todini era anche lui consigliere del XX Municipio, ambedue denunciarono più volte lo stato di abbandono del Parco. Ma da allora ad oggi non è cambiato nulla, tranne l’avvicendamento all’Assessorato all’Ambiente del Comune di Roma, unico competente sul Parco Tor di Quinto. Prima Dario Esposito, esponente dei Verdi della giunta Veltroni ed ora, da un anno, Fabio De Lillo, esponente PdL della giunta Alemanno. Possiamo concludere che l’indifferenza riservata al nostro Parco è un’indifferenza bipartisan? Poniamo il quesito ai due consiglieri chiedendo loro se vedono uno sbocco positivo per la sorte del Parco.

tolli2.jpgMarco Tolli ci risponde dicendoci che ritiene che il voto unanime del Consiglio Comunale per intitolare il parco a Giovanna Reggiani sia stato un fatto importante ma che doveva essere accompagnato da una vera azione di riqualificazione. “Il governo della città – ci dice – il decoro, la sicurezza e la qualità urbana sono obbiettivi che si raggiungono solo con un lavoro paziente e faticoso, che di solito viene definito programmazione. Le scelte che in questo primo anno ha fatto l’amministrazione Alemanno non vanno certo in questa direzione. Per fare alcuni esempi sul nostro territorio – prosegue Tolli –  la pista ciclabile nel tratto Ponte Milvio-Castel Giubileo è chiusa da sei mesi e gli interventi post nubifragio di bonifica del Tevere sono partiti dopo molti mesi. Se guardiamo poi lo stato delle altre aree verdi o la pulizia delle strade ci rendiamo conto che il X  Dipartimento e l’assessore preposto risultano inadeguati. Ricordo che parliamo dello stesso assessore che non interviene sulla vicenda di via Mastrigli e che sta pasticciando con i soldi  stanziati dal Cipe (2,5 milioni) destinati ad Osteria Nuova quale ristorno per la presenza della centro nucleare Enea casaccia”.
“Ma tornando al Parco Tor di Quinto, le richieste di intervento spettano al Municipio, quale ente più prossimo alle vicende territoriali. Il mio impegno – conclude Tolli – sarà quello di chiedere alla Commissione competente (lavori pubblici e ambiente) un sopralluogo sul posto e poi sensibilizzare il Consiglio affichè con il prossimo assestamento di bilancio vengano individuate le risorse necessarie alla bonifica e riqualificazione”.

todini2.jpgLudovico Todini ci ha invece detto: “già da consigliere del XX Municipio, la questione del Parco di Tor di Quinto è stata tra le mie priorità di interventi. Da quel tempo sono cambiati gli assetti del governo capitolino ed io ora siedo in Consiglio Comunale, membro della commissione ambiente. Ritengo, come ho sempre ritenuto, che chi governa abbia l’onere di dover dimostrare efficienza, organicità e capacità. Fino all’anno scorso, da parte mia, era sacrosanta la polemica anche di natura politica. Oggi, non abbiamo più scusanti. Il Parco di Tor di Quinto, oltre ad essere intitolato alla Sig.ra Reggiani, deve essere tenuto in condizioni decenti e vivibili. Sarà mio preciso impegno attivarmi affinchè si intervenga in maniera risolutiva. In caso contrario, sarò ugualmente critico nei confronti di chi non avrà la giusta sensibilità per le aree verdi  in generale e, nella fattispecie, per il Parco in argomento. Confido, in ogni caso, sull’ottimo rapporto stabilito con l’Assessore De Lillo per una netta inversione di tendenza rispetto allo status quo”.

Bene, e noi confidiamo su ambedue perchè il Parco Tor di Quinto, o meglio il Parco Giovanna Reggiani, sia degno del suo nuovo nome e torni a rivivere per quello che era ab origine : un polmone di verde sano, pulito e frequentabile a disposizione della comunità. (red.)

 

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10 COMMENTI

  1. Bel servizio, complimenti. Di queste situazioni bisogna continuare a parlarne, i veli dell’indifferenza vanno sollevati. Ora l’assessore all’ambiente verrà a dirci che non ha i soldi per bonificare il parco, che la colpa non è sua, è di chi l’ha preceduto, che in un anno non si possono mettere a posto gli errori di decenni.
    Tutto vero, ma a mandare una squadra dell’AMA a pulire ci vuole tanto ?
    A mandare una squadra di abbattittori di alberi a tagliare l’erba ci vuole molto ?
    Ci vuole zero, basta smettere per un po’ di tagliare gli alberi e dirottare l’impegno di spesa sull’erba del Parco.
    Soldi per ripulire gli argini del Tevere affinchè ci mettessero banchetti e gazebi estivi ne sono stati spesi tanti, quasi un milione di euro se non ricordo male. Quante manciate di centesimi in proporzione basterebbero per Parco Tor di Quinto ?

  2. Un consiglio per De Lillo : Chiuda il parco “Tor di Quinto – Reggiani” per un w.e. …. e organizzi una bella festa privata … magari il prossimo compleanno di Sua figlia … “du iu rimember” …. i titoloni su i principali quotidiani nazionali : “Festa di famiglia in assessorato: bufera su De Lillo.” Ma non si doveva dimettere ? A mio modesto parere l’ uso improprio del parco … potrebbe giovare i suoi frequentatori … però mi raccomando lo ripulisca e lo abbellisca per benino … lo faccia per i Suoi elettori e soprattutto per la memoria della Reggiani ! Si vergogni assesore De Lillo ” Siete tutti della stessa pasta … anzi peggio …. dalla sx alla dx … dalla padella alla brace … ma anche alla piastra, alla griglia, lessi, fritti ed arrosto …
    Buona giornata a tutti !
    G.M.T.

  3. Bravissimi. Grazie per aver messo in evidenza la situazione.
    Certo che i politici rispondono dicendo: ne parlerò a… l’argomento verrà discusso in… troveremo i fondi nel bilancio di… troppo vago.
    Chiamate l’AMA e fate pulire il parco. E poi fate in modo che torni almeno una volta alla settimana. Non servono soldi in più. Serve gente che lavora.

  4. Vista la richiesta da parte di Comitati cittadini ed all’articolo di vignaclarablog mi sono tempestivamente preoccupato del caso ed ho chiesto venerdi’ scorso un intervento di pulizia urgente al X Dipartimento.
    Un grosso ringraziamento va all’Assessore De Lillo che oggi stesso ha provveduto a mandare l’ufficio giardini per fare la pulitura ed il taglio dell’erba dell’area che da’ la possibilita’ a tutti i cittadini di poterne usufruire in attesa di sistemare definitivamente il problema al piu’ presto.

    Federico Targa
    Consigliere P.D.L

  5. Mi accodo al grosso ringraziamento per l’assessore De Lillo che evidentemente, considerata l’efficienza dimostrata in questa occasione, deve avere un conto aperto solo con i cittadini di via mastrigli, ignorati sistematicamente da piu’ di un anno.

    Assessore De Lillo, ci dica cosa devono fare le 200 famiglie di via mastrigli per ricevere una frazione della sua *preziosa* attenzione.

  6. Sì, va bene, ma al di là dei ringraziamenti, mi sembra tutto leggermente assurdo.
    Se un parco pubblico versa nelle condizioni illustrate da queste foto, significa che è in stato di abbandono da mesi (almeno). E’ possibile che ripristinare la normalità (sottolineo normalità) ci sia bisogno: di un articolo scritto su un blog, di appelli di Comitato cittadini, di un Consigliere municipale che legge l’articolo, si “preoccupa tempestivamente” e chiede l’intervento urgente del Dipartimento preposto? Voglio dire, è questa la procedura politico-amministrativa per un normale intervento di pulizia e di sfalcio stagionale dell’erba??
    Se io fossi l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma, appena insediato avrei dato mandato al Dipartimento di preparare una relazione su tutti i servizi routinari effettuati nelle aree verdi (che sono di mia competenza). Me lo sarei studiato e avrei convocato poi una riunione con il capodipartimento e i vari responsabili per verificare l’effettivo svolgimento di tali prestazioni (e nel caso intensificarle), in modo da garantire il raggiungimento di uno dei principali obiettivi del Programma elettorale del mio Sindaco: la sicurezza. Eh sì, perché sicurezza (che è prevenzione prima di tutto) significa anche evitare che un bimbo si ferisca con la siringa di un tossico, evitare che divampi un incendio, evitare situazioni di degrado che inevitabilmente allontanano le persone “perbene” e attirano i malintenzionati, ecc. E non servono ronde di squilibrati per fare ciò, basta avere competenze, buon senso, voglia di studiare e di lavorare, la capacità di saper mettere in fila le priorità e di gestire la res publica con risorse scarse. In sintesi, servono capacità politiche.
    Ma io non sono l’Assessore all’ambiente e, visto quel che penso e che dico, probabilmente non lo sarò mai.

  7. Caro Paolo mi sembra giusto e sensato il suo intervento.
    Noto con piacere che Lei anche se non è Assessore conosce molto bene le dinamiche dipartimenteli e mi creda che funziona proprio cosi’. L’Assessorato all’Ambiente in un anno ha fatto circa 700 bonifiche e interventi nelle aree verdi Comunali tutte naturalmente con protocollo numerico d’intervento ed io ho anche un dvd a testimonianza della verità su cio’ che asserisco. Detto cio’ ci terrei a darle altre informazioni riguardo il parco in questione per chiarire esattamente le dinamiche procedurali.
    Mi invii una mail con il suo numero di telefono se ha piacere e sarò a sua disposizione.
    Cordiali saluti

    Federico Targa
    Consigliere P.D.L
    federico.targa@gmail.com

  8. caro Cons. Targa, La ringrazio davvero per la sua interessante offerta e per la rara disponibilità che dimostra. Le confesso però che non sono particolarmente attratto dalle modalità che Lei prospetta. Perché, mi chiedo, queste preziose informazioni dovrebbe comunicarle solo a me in forma “privata”? Non crede che potrebbero interessare anche altri, a partire da chi, come noi, ha scritto in questa pagina, e da quanti (che immagino siano molti di più) hanno “solo” letto l’articolo? E non ritiene che, trattandosi di politiche pubbliche, tali informazioni andrebbero diffuse il più possibile, in omaggio alla trasparenza? Iniziamo a farla dal basso questa “casa di vetro” che Alemanno oggi ha detto di voler costruire. Potrebbe iniziare Lei.
    Torno al nostro Parco e approfitto della Sua disponibilità e della Sua conoscenza nel merito. Se, come Lei dice, il funzionamento in quest’anno è stato proprio come io avevo tratteggiato nel mio precedente intervento in cui, di fatto, parlavo di Programmazione, mi domando (e Le domando) perché la bonifica nel Parco di Tor di Quinto è arrivata solo dopo un anno, solo dopo 700 interventi (due al giorno? Però!) e solo dopo il Suo proficuo interessamento? E’ forse perché a Roma c’erano 700 situazioni analoghe, prioritarie rispetto alla nostra? 700 parchi pubblici in situazioni peggiori, più a rischio? Faccio un po’ di fatica a crederlo, soprattutto pensando al contributo, in termini di voti, che questo Municipio dà – e ha sempre dato – alle forze politiche ora al governo della città.. Non è proprio un bel modo di ringraziare..
    Invece a ringraziarLa – in anticipo – sono io per le risposte che vorrà dare a queste mi domande e per l’atteso chiarimento sulle dinamiche procedurali adottate nel caso del Parco di Tor di Quinto.
    Saluti

  9. 700 aree verdi, scrive Targa, non parchi tipo Tor di Quinto. Non sarnno dunque tutti delle dimensioni e delle caratteristiche del nostro parco. Ce ne saranno anche di più piccoli.
    Sul loro degrado, uguale (ma spesso peggiore) a quello di Tor di Quinto, e quindi sull’urgenza di un intervento non mi meraviglio. Negli anni le cronache hanno continuamente documentato e denunciato casi di abbandono gravi in tutta Roma, spesso rimasti irrisolti o abbandonati subito dopo la riqualificazione.

    Insomma, c’è da lavorare.
    Del resto, Roma è il comune dell’Europa continentale più grande per estensione territoriale e nell’Unione europea è secondo solo a Londra. Pensate solo al XX Municipio, ai chilometri che separano Ponte Milvio da Cesano ad esempio. ROma è anche il comune agricolo più grande d’Europa a riprova che comunque di verde, in generale, ce ne è molto. Provate a pensare a tutte le aree verdi, parchi o giardini sotto casa, del XX Municipio e vedrete che anche solo nel XX non sono poche.
    Insomma, senza giustificare le responsabilità di nessuno (iniziando da quelle nostre di cittadini incivili che sporchiamo i parchi e li usiamo come discarica, non dimentichiamo mai) c’è da lavorare molto per riqualificare e prevenire (per quanto possibile).

    Targa ricorda che gli interventi hanno un protocollo numerico. Un ordine, dunque. Una precedenza. Come questo venga definito non lo so, forse spiegarlo aiuterebbe i cittadini a capire le dinamiche, spesso sinceramente incomprensibili, dell’aministrazione e della burocrazia comunale.
    Ci sono poi le aree dei parchi regionali, tipo Veio o Appia Antica. Oppure il Tevere, su cui si è tanto discusso nel dopo alluvione. Anche in questi casi i cittadini non conoscono competenze, divisioni dei compiti,ecc. Chiarili aiuterebbe.
    Cons. Targa forse lei può coretesemente aiutarci?

    Credo però che il vero problema per Roma (e in casi come quello di Tor di Quinto o dei giardinetti sotto casa) sia ancora una volta il decentramento dei poteri ai Municipi.
    Se ad esempio fossero affidati ai municipi (cioè a chi ha il polso relae della situazione stando sul posto,) tutti gli interventi dell’ufficio giardini sulle aree verdi minori, i giardini, le semplici aiule del proprio territorio gli interventi potrebbero essere più tempestivi ed efficienti. Sgravati di molto lavoro, gli organi comunali potrebbero così concentrare lavoro e interventi sui parchi più grandi o sulle situazioni più gravi. Con un notevole vantaggio nei tempi di intervento.
    Ma questa solo un’idea, neanche originale, di un semplice cittadino.

    Saluti

    Emanuela

    Emanuela

  10. No cara Emanuela, io non la penso come lei. Non voglio credere che il Cons Targa si sia “abbassato” a citare tra gli interventi fatti nelle aree verdi anche quelli inerenti le aiuolette spartitraffico. E metterli su dvd! Suvvia! Sempre che io abbia capito bene alcuni punti del suo commento (cosa di cui non sono pienamente sicuro).
    Io mi auguro che Targa accolga anche il suo invito a dare delucidazioni. Ho un piccolo dubbio circa il suo essere ferrato sulle competenze nelle diverse tipologie di area verde o area protetta. Dubbio che ho espresso un paio di settimane fa circa (qui: https://www.vignaclarablog.it/200805152162/cassia-via-panattoni-chiuso-da-ignoti-laccesso-al-parco-pubblico-dellinsugherata/) proprio al consigliere, dal quale non ho ancora ricevuto, però, alcuna risposta chiarificatrice. Speriamo bene..
    Intanto tenderei a consiglarle, Emanuela, di eliminare dalla lista anche i parchi regionali tipo Vejo o Appia antica (competenza degli Enti Parco), nonché le aree agricole dell’Agro romano (che c’entrano??) e forse anche le aree verdi lungo le sponde del Tevere.. almeno nelle aree extra-urbane. Non è che dove, nel territorio del Comune, c’è un prato, un bosco o un campo piantato a grano, interviene il Servizio Giardini. Non funziona così. Lei esprime un concetto di “verde pubblico” non proprio aderente alla realtà (realtà non solo giurisdizional-amministrativa)…
    Concordo invece pienamente con lei circa le deleghe (con relativo passaggio di risorse economiche) dal Comune ai Municipi. In realtà per me è solo un piccolo aspetto di una strategia più grande che dovrebbe rivoluzionare l’assetto politico-istituzionale della Capitale, con un super sindaco di una “Grande Roma” (non sono passato al calcio, è solo per richiamare ad es. la “Grande Sao Paulo”..) delle dimensioni più o meno della Provincia e una 40ina di sindaci con poteri che stanno a metà tra quelli degli attuali sindaci di provincia e quelli dei presidenti di municipio romani. E con relativo assorbimento delle deleghe provinciali al super sindaco.
    Ma questo è un discorso molto ampio e articolato, che esula dalla notizia che stiamo commentando… e non vorrei essere “richiamato all’ordine” per questo…
    Cari saluti

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