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Ponte Milvio – il clochard Franco e le stelle di Ponte Mollo

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Piazza di Ponte Milvio. Ne abbiamo parlato tanto e tanto ne parleremo ancora. Ma oggi  la  mettiamo nel mirino della nostra macchina fotografica solo come sfondo ad una storia metropolitana, solo per parlare di Franco.

Tutti lo conoscono e gli sono sinceramente affezionati. Un clochard dei nostri tempi, diventato con il passar del tempo un punto di riferimento di Ponte Milvio tant’è vero che quando non c’è, la sua assenza si nota.

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La storia di Franco è una storia simile a quella di Nolwen, la protagonista del libro “Gli effetti secondari dei sogni” della scrittrice francese Delphine de Vigan. Anche Nolwen, come Franco, dopo un  passato difficile, vive da randagia nella Stazione Austerlitz di Parigi.

Franco è conosciutissimo nella Piazza di Ponte Milvio. Per raccogliere sue notizie siamo andati a chiedere informazioni nei locali commerciali della piazza.

In un  piccolo ma fornito alimentari la commessa ci dice “lavoro qui da vent’anni e quando sono arrivata  Franco c’era già, e me l’hanno presentato come un’istituzione della piazza”. Anche nella storica Farmacia Spadazzi Franco è conosciuto, spesso entra per fare due chiacchiere.

Attraversiamo la piazza e chiediamo informazioni al chiosco di frutta dove il proprietario Dino, detto Er Pistola,  lo conosce benissimo. Dino, mentre con serafica calma tipicamente romana inizia a pelare i carciofi, ci racconta di Franco: “Lo conosco bene da tanto tempo, compie 72 anni il prossimo gennaio, è siciliano, di Messina, e faceva il pasticcere presso il Bar Mondi a Via Flaminia appena girato l’angolo. Era un bravissimo pasticcere e viveva qui in zona. La sua era una vita normale, poi un giorno, a causa di problemi familiari, ha abbandonato moglie e figli e si è lasciato andare diventando un senza tetto e decidendo di vivere dove capita.”.

Ma dove dorme Franco? “Vive all’aria aperta – prosegue il nostro interlocutore – su quelle aiuole che vede qui di fronte al centro del piazzale; dorme dove si trova al momento, dopo tutti questi anni il suo fisico si è temprato. Certo la sera spesso non è proprio sobrio…”. Ma chi gli dà da mangiare? “Un po’ tutti qui lo aiutiamo, ma anche i residenti si danno da fare, in fondo è innocuo, simpatico, la sua presenza ci rallegra”.

Mentre parliamo, all’improvviso ecco che Franco conquista la sua postazione sull’aiuola al centro della piazza fra i saluti affettuosi dei passanti. Lo raggiungiamo.

E’ ora di pranzo e Franco, nel bel mezzo del caotico traffico delle 13.30, si sta preparando il pasto. Il menù di oggi prevede funghi e panini con wurstel e mostarda accompagnati da una sangria. Accanto al cibo un cesto pieno zeppo di lumache che cercherà subito di venderci “lo vuoi per 25 euro? No ? e allora me le mangio io”.

Gli chiediamo di raccontarci la sua storia e lui ci dice “Non ho voglia di pensare al mio passato, avevo una moglie, tre figli, uno l’ho perso per le sue brutte compagnie, il mondo è perfido”. E ora Franco, come vivi la tua vita ? “ora la mia vita è questa, su questa piazza, qui mi sento un re, sono libero, non do fastidio a nessuno e ho tanti amici, tutti mi salutano e mi vogliono bene ” Lo lasciamo al suo pasto, dopo avergli chiesto se potevamo scattare qualche foto.

Questa è la storia di Franco, clochard di Ponte Milvio, che un giorno decise di avere come casa una piazza e come tetto un cielo di stelle, le stelle di Ponte Mollo.

Alessandra Stoppini

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3 COMMENTI

  1. E se non ci sarà più gente come me
    voglio morire in Piazza Grande,
    tra i gatti che non han padrone come me attorno a me

  2. Come ho scritto in un commento su The Roman Post, lo vidi l’ultima volta tra Viale Angelico e Piazzale Clodio anni, quando già non si faceva vedere più Ponte Milvio.
    Coperto da una lunga barba bianca, era certamente lui.
    Grande Franchino!

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